domenica 1 giugno 2014

RIFORMA DEL SENATO. IL SENATO COME CAMERA DELLE COMPETENZE E DELLA CULTURA

Il SOLE24ORE, inserto "La Domenica del Sole 24 ore", ha lanciato l'8 dicembre la proposta che il Senato della Repubblica riformato diventasse un "Senato delle competenze e della cultura".
Come molte proposte intelligenti e lungimiranti, non legate al domani più immediato, sta passando sottotraccia.
Questi che trascrivo sono stralci dell'intervento della Senatrice a Vita Elena Cattaneo.
Per chi volesse cercare di rintracciarlo, l'articolo è stato pubblicato il 23 marzo.

"... dopo il recente caso Stamina, il Parlamento dovrebbe avere compreso cosa significa legiferare senza conoscere. E che le competenze non si improvvisano nemmeno tra loro...
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La riforma del Senato, di cui si sta discutendo, e che sembra finalmente realizzabile, è quindi una straordinaria opportunità per dotare la politica dei mezzi oggi essenziali per legiferare e governare una società e un'economia sempre più fondate su conoscenze culturali e tecnologie specialistiche. L'Italia potrebbe esere il primo paese a strutturare un'istituzione che affronta il problema delle democrazie occidentali, vale a dire la difficoltà di valorizzare sul piano funzionale le competenze scientifiche e tecniche che non siano quelle economiche e politico-giuridiche.
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Concordo con chi immagina una riforma che disegni il Senato, oltre che come sede di composizioni di interessi territoriali non divisivi, anche come luogo istituzionale competente, cui concorrano le "eccellenze professionali e culturali" di cui il Paese dispone, affinché il loro patrimonio conoscitivo possa entrare nel circuito democratico della rappresentanza, invece di essere dedicato solamente agli ambiti professionali di provenienza. Un'Istituzione così riarticolata, sciolta dal rapporto fiduciario col Governo, laddove fosse privata della diretta legittimazione fra elettore e rappresentante, troverebbe nell'autorevolezza dei propri membri, nell'essere anche "Senato della conoscenza e delle competenze" , la capacità di incidere efficacemente nella determinazione delle politiche pubbliche in generale e nell'indirizzo politico-legislativo in particolare.
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La riforma del Senato viene anche messa in atto sulla spinta dell'insofferenza popolare per i costi della politica, e spesso mi sono chiesta se non sia più per questo che non sulla base di una spontanea esigenza di migliorare l'efficienza delle istituzioni. E' un aspetto che è inutile e ipocrita dar finta di evitare. Ma è anche un aspetto che va risolto senza populismi demagogici."

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