martedì 12 giugno 2018

QUELLO CHE ERA REGOLA, LO SI CHIAMA IMPACCIO _ Montesquieu "Lo Spirito delle Leggi"

QUELLO CHE ERA REGOLA, LO SI CHIAMA IMPACCIO_ Montesquieu "Lo Spirito delle Leggi"
(libro terzo capitolo terzo)

"Gli uomini politici greci, che vivevano in un governo popolare, non riconoscevano altra forza che potesse sostenerli, se non quella della virtù. Quelli di oggi non ci parlano che di manifatture, di commercio, di finanze, di ricchezze e perfino di lusso.
Quando tale virtù cessa, l'ambizione entra nei cuori che possono riceverla, e in tutti entra l'avarizia. I desideri cambiano oggetto: quello che si amava, non lo si ama più; si era liberi con le leggi, si vuol essere liberi contro di esse; ogni cittadino è come uno schiavo fuggito dalla casa del padrone; quello che era massima ora lo si chiama rigore; quello che era regola, lo si chiama impaccio; quello che era riguardo, lo si chiama paura. E' la frugalità che passa per avarizia, e non la brama di possedere. Un tempo i beni dei privati formavano il tesoro pubblico; ma ora il tesoro pubblico diventa il patrimonio dei privati. La repubblica è un guscio vuoto; e la sua forza non è più che il potere di alcuni cittadini e la licenza di tutti."

domenica 3 giugno 2018

AMARE I LORO DOVERI _ Montesquieu: LO SPIRITO DELLE LEGGI

AMARE I LORO DOVERI _ Montesquieu: LO SPIRITO DELLE LEGGI

Prefazione dell'autore:
"Chiedo una grazia che temo non mi si accorderà: cioè di non giudicare con una lettura di un momento vent'anni di lavoro; e di approvare o condannare il libro intero, e non qualche frase. Se si vuol cercare il disegno dell'autore, non lo si può scoprire appieno che nel disegno dell'opera.
(sembra scritto per l'oggi, ma queste righe risalgono al 1750)
(continua la prefazione)
Non è cosa di poco momento che il popolo sia illuminato. I pregiudizi dei magistrati hanno cominciato con l'essere i pregiudizi della nazione. In un'epoca d'ignoranza, non si ha nessun dubbio nemmeno quando si fanno i maggiori mali; in un tempo illuminato, si trema anche quando si fanno i maggiori beni. Si riconoscono i vecchi abusi, si vede il modo di correggerli; ma si vedono anche gli abusi della correzione stessa. Si lascia il male, se si teme il peggio; si lascia il bene, se si dubita del meglio. Non si considerano le parti che per giudicare dell'insieme; si esaminano tutte le cause, per vedere tutti i risultati.
Se potessi far sì che TUTTI AL MONDO AVESSERO NUOVI MOTIVI DI AMARE I LORO DOVERI, il loro principe, la loro patria, le loro leggi, e potessero sentire meglio la propria felicità in ogni paese, in ogni governo, in ogni posto nel quale si trovano, mi reputerei il più felice dei mortali."
Ecco a cosa servono i classici, a trascendere il tempo e ad essere sempre attuali nell'aiutarci a leggere la realtà contemporanea che stiamo vivendo.

sabato 2 giugno 2018

STOLTO RAMINGO APOLIDE _ NOTERELLE

Oh insomma, quattro noterelle, quattro corbellerie da stolto ramingo apolide lo coglio scrivere anche io.
A me l'idea del “contratto” piace. Non necessariamente il contenuto di questo “contratto di governo”. Mi piace che ci sia consapevolezza delle differenze, che si sappia non farne questione “di vita o di morte” (aiuta che entrambe le formazioni non siano di sinistra ;-) e che stiano insieme più per interessi che per ideali), e che ci si impegni a cercare di superare le difficoltà e i contrasti con le discussioni.

Vengono esautorati i ministri, probabilmente lo stesso Premier, e i parlamentari contano come il due di picche quando briscola è cuori. Ciò è grave ed è anche figlio del fatto che il contratto è stato fatto dopo le elezioni per necessità e che l'ampio successo in termini di seggi, soprattutto del M5S rende dubbiosi i capi su chi è salito sul vascello (probabilmente), mentre la Lega è un partito molto fideistico, molto verticistico e molto bolscevico, quindi è più naturale che la parola di pochi capi sia accolta sempre con entusiasmo acritico (per ora le hanno indovinate, perchè non credere in loro?)

Io ho auspicato (sperare era troppo anche per la mia ingenuità) in un contratto leale e realistico tra tutte le forze a sinistra discusso fino allo stremo e (qui sta la profonda differenza con il contratto governativo) elaborato prima delle elezioni – intendo dalla punta centrista del PD fino alla sinistra più a sinistra- che tenesse conto dei fichi secchi a disposizione per organizzare le migliori nozze per tutti i cittadini italiani (comprendendo anche i nuovi italiani), insomma come dico spesso, perché non c'è da promettere il migliore dei mondi possibili, bensì il meno peggio dei mondi probabili.

Lo auspicavo a novembre 2017 quando iniziava a profilarsi la chiamata alle urne http://sistacomedautunnosuglialberilefoglie.blogspot.com/2017/11/le-tabelle-sinottiche-del-centro.html e non ho cambiato idea e continuo ad essere deluso dalla cacofonia di voci ognuna per sé parlante che si sente tra coloro che, alla fine senza tanta autorevolezza, vorrebbero proporsi o imporsi come guida della Italia progressista.

Ora leggo Calenda che propone un “fronte repubblicano” e leggo commenti che, con ancora l'inchiostro dello scritto di Calenda umido, dicono subito che è tutto sbagliato (o passare più sbrigativamente all'insulto). Per carità: Calenda ha più strumenti culturali, politici e più conoscenza di quanto possa averne io in tre vite, magari vede doe non vede e sa cose che io non so, però due riflessioni me le fa sorgere: la prima è che la proposta non merita di essere subito accantonata, ha un suo valore, certo occorre discuterla e circoscriverla (per esempio “chi” sta dentro il Fronte Repubblicano? Io rimango convinto che più a destra del PD non si può andare e vorrei ragionare con chi sta a sinistra del PD: insomma NO a Forza Italia e Berlusconi); la seconda è che io credo (ma le previsioni più lunghe di un giorno sono soggette ad essere smentite) che questa alleanza di Governo ha la possibilità di durare una o anche due legislature (spiegherò perché) e quindi serve un impegno di riformulazione di un pensiero progressista che deve essere di lunga durata e di profondo radicamente, il Fronte Repubblicano mi sembra abbia un'ansia di barricata (anche sacrosanta) che può durare pochi mesi. Io non scommetterei su prossimi cambiamenti di scenari e quindi c'è il rischio che questo Fronte faccia la fine dei Governo Ombra


Perché dureranno: qui riprendo, nella sua lucida e drammatica sintesi, quanto scrive l'amico (virtuale) #MaurizioGhezzi che cito integralmente : Sui social una valangata di dichiarazioni passate e recenti dei nuovi ministri che smuovono sorpresa e indignazione per i contenuti xenofobi, razzisti e (quando va bene)oscurantisti e ultraconservatori. Ecco, volevo dirvi che li hanno votati proprio per quello #magarinonlosapete - ecco “li hanno votati proprio per questo. E questo manterranno e questo piacerà (fino a che gli interessi personali non saranno toccati, perchè si sa che siamo un popolo che vive per l'ideale (:-))

E forse potremmo anche essere stupiti da qualche atto (soprattutto da parte dei ministri M5S che continuo a non sentire ostili)

Infatti quando c'è stato il momento dell'esplorazione Fico io ho sperato che M5S e PD si sedessero al tavolo per discutere (anche considerando l'approccio assolutamente gregario e timido di M5S come si è dimostrato facendosi fagocitare dalla più strutturata e spregiudicata Lega – e anche un po' prendere per i fondelli). Ho considerato l'intervento a gamba tesa di Renzi assolutamente nefasto (per l'Italia). Però chi mi fa notare che il PD si sarebbe schiantato non ha torto, in considerazione della confusione che regna in quel partito.

Abbiamo evidentemente una grande carenza di Statisti in compenso abbiamo una sovrabbondanza di parvenu politici. A mio avviso tra gli ultimi statisti metterei Gentiloni, Minniti e Calenda. Spero non spariscano dalla scena politica

Che noia i Social che sono ridondanti di attacchi alla incoerenza degli uni e alle dichiarazioni degli altri. Mamma mia. La discussione politica giocata sulle dichiarazioni o su cose vecchie ormai di mesi se non di anni. Come se ripetere gli stessi attacchi facesse riconquistare i voti persi o intimorisse i nuovi padroni (non nuovi in realtà, lo erano già da tempo, da quando hanno imposto il vocabolario). Oggi ho letto una ripresa di un pezzo di Michele Serra che dice, più o meno che usare il vaffa con chi ha in passato usato il vaffa è da perdenti perchè si utilizza il loro vocabolario invece di darsi da fare per definirne uno nuovo (cito a memoria e forse mischio mie idee con quelle di Serra).

venerdì 1 giugno 2018

"PARADOSSI ITALIANI" _ Piercamillo Davigo: IN ITALIA VIOLARE LA LEGGE CONVIENE. VERO!

"PARADOSSI ITALIANI" _ Piercamillo Davigo: IN ITALIA VIOLARE LA LEGGE CONVIENE. VERO!
#letturaincorso #sra #curioso
"Aggiungiamo un tassello: è più difficile attenderci l'osservanza dei nostri diritti da parte di altri se non è evidente anche che dalla loro violazione derivano conseguenze sfavorevoli. Magari pesanti conseguenze sfavorevoli.
In Italia la situazione al riguardo è paradossale perché esiste una subcultura diffusa secondo cui a violare la legge sono i furbi, e a rispettarla sono i fessi! Esiste una lunga tradizione volta a cercare di convincere le persone che non conviene osservare le regole. Qualche esempio? I CONDONI (in materia edilizia, in materia fiscale, ecc.) sono atti attraverso i quali viene perdonato chi ha violato la legge senza- di solito - apprezzabili conseguenze. E si tratta, appunto, di un costume tipicamente italiano. Certamente ci sono altri Paesi che mettono in atto provvedimenti simili, ma non con la frequenza con cui in Italia è stato fatto ricorso a tali provvedimenti".

LA MITEZZA E' IL CONTRARIO DELL'ARROGANZA _ Norberto Bobbio - ELOGIO DELLA MITEZZA

LA MITEZZA E' IL CONTRARIO DELL'ARROGANZA _ Norberto Bobbio - ELOGIO DELLA MITEZZA
seconda riflessione

Anzitutto la mitezza è il contrario dell'arroganza, intesa come opinione esagerata dei propri meriti, che giustifica al sopraffazione. Il mite non ha grande opinione di sé, non già perché si disistima, ma perché è propenso a credere più alla miseria che alla grandezza dell'uomo, ed egli è un uomo come tutti gli altri. A maggior ragione la mitezza è contraria alla protervia, che è l'arroganza ostentata. Il mite non ostenta nulla, neanche la propria mitezza; l'ostentazione, ovvero il mostrare vistosamente, sfacciatamente, le proprie pretese virtù, è di per se stesso un vizio. La virtù ostentata si converte nel suo contrario. Chi ostenta la propria carità manca di carità. Chi ostenta la propria intelligenza è in genere uno stupido. A maggior ragione la mitezza è il contrario della prepotenza. Dico "a maggior ragione" perché la prepotenza è qualcosa di peggio rispetto alla protervia. La prepotenza è abuso di potenza non solo ostentata, ma concretamente esercitata. Il protervo fa bella mostra della sua potenza, del potere che ha di schiacciarti anche soltanto come si schiaccia con un dito una mosca o con un piede un verme. Il prepotente questa potenza la mette in atto, attraverso ogni sorta di abusi e soprusi, di atti di dominio arbitrario e, quando sia necessario, crudele. Il mite è invece colui che "lascia essere l'altro quello che è " anche se l'altro è l'arrogante, il protervo, il prepotente. 

LA MITEZZA E' L'UNICA "POTENZA" _Norberto Bobbio ELOGIO DELLA MITEZZA

LA MITEZZA E' L'UNICA "POTENZA"  _Norberto Bobbio ELOGIO DELLA MITEZZA
prima riflessione

" In un filosofo torinese, Carlo Mazzantini, appartenente a una generazione precedente la mia, poco noto ormai, (...) ho trovato un elogio e una definizione della MITEZZA che mi ha colpito: la mitezza, egli diceva, è l'UNICA SUPREMA "POTENZA" (badate: la parola "potenza" usata per designare la virtù che fa pensare al contrario della potenza, alla impotenza, se pur non rassegnata) CHE CONSISTE ". Aggiungeva: "il violento non ha impero perché toglie a coloro ai quali fa violenza il potere di donarsi. Ha impero invece chi possiede la volontà, la quale non si arrende alla violenza, ma alla mitezza". Dunque:"lasciare essere l'altro quello che è" è virtù sociale nel senso proprio, originario, della parola."