venerdì 6 giugno 2014

IL LATO OSCURO DEI BIG DATA O TIMORI OSCURANTISTI? LA VICENDA "INBLOOM"

Sempre parlando di Big Data, oggi il Corriere ospita un pezzo di Massimo Gaggi che narra la vicenda di InBloom, accorpatore di dati sugli studenti chiuso per le pressioni dei genitori.
Due stralci per un articolo che pone interessanti motivi di riflessione.

"InBloom, una società specializzata nella raccolta e nell'analisi dei dati delle scuole americane, aveva trovato porte spalancate in diversi Stati dell'Unione, New York in testa, attratti dalla prospettiva di un uso professionale delle tecniche di big data per arrivare a un'istruzione personalizzata, basata sulle effettive capacità di apprendimento dei singoli studenti e sul loro modo di interagire con gli insegnanti... stava diventando una potenza nel mondo dell'informazione grazie al libero accesso ai dati di milioni di studenti di mezza America: frequenza, rendimento scolastico, compiti fatti a casa, perfino i cibi effettivamente consumati nelle mense, per modificare i psti in modo gradito agli studenti e ridurre gli sprechi (mia nota: quest'ultima analisi si riallaccia alle difficoltà che sta incontrando Michelle Obama nel far introdurre menu più sani nelle mense scolastiche?). Ma a fine aprile, all'improvviso, InBloom ha annunciato che chiuderà i battenti. Effetto della rivolta dei genitori che, spaventati dalla prospettiva di ritrovarsi coi figli monitorati in ogni passaggio della loro vita dalla culla alla tomba, si sono organizzati a tempo di record creando leghe per la tutela della privacy dei minori e sensibilizzando enti come l'Aclu, l'Associazione per la tutela dei diritti civili.
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nessuno ha accusato InBloom di aver usato in modo improprio i dati in suo possesso, ma la semplice creazione di una banca dati così vasta e accessibile crea l'opportunità di abusi difficilmente controllabili.
Ma c'è anche chi considera questo atteggiamento oscurantista e comincia a parlare di big parents...
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Siamo arrivati troppo presto, commentano amareggiati i promotori di InBloom, ma l'evoluzione tecnologica non può essere arrestata: i dati, se usati correttamente, producono progresso anche nei sistemi scolastici. La reazione forse è stata eccessiva così come prima si era peccato per sottovalutazione del problema. Ma, oltre che sui possibili abusi, bisogna interrogarsi sul futuro di un mondo nel quale si cerca di trasformare in numeri ogni aspetto dell'attività umana. "

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