sabato 27 aprile 2013

DISSENTO. QUINDI MI OPPONGO, FOSSE ANCHE DA STOLTO RAMINGO


DISSENTO. QUINDI MI OPPONGO, FOSSE ANCHE DA STOLTO RAMINGO

Tra i molti pregi , l’era di internet, dei social, della comunicazione immediata, in streaming, può avere il difetto di ridurre tutto al momento presente, addirittura alla realtà di una ipotesi non ancora avvenuta, come fossero dei “future” sulla realtà.

Anche la vicenda del governo che si sta formando, agli occhi di un cittadino che a malapena ha tempo di vedere un telegiornale e di leggere un giornale – facendo la tara della residua autorevolezza dell’informazione in Italia (considerata già sotto la soglia minima di decenza ancora prima delle elezioni e ancora prima di Grillo, come ho ribadito in numerosi post)-, diventa un evento a cui difficilmente si collega un percorso che sorge dal passato, essendo questo passato soverchiato dal profluvio di notizie e commenti (più commenti che notizie) e ormai in fondo al rullo dell’aggiornamento di nuove notizie su qualsiasi bacheca di FB.
Prima di entrare nel merito ribadisco di aver scritto la parola CITTADINO. Non ci provino i M5S a rubare questa parola, questa nostra definizione. Se sono in Parlamento si prendano l’appellativo di  Onorevole, che non si riferisce alla loro persona ma al lustro di rappresentare i Cittadini che li hanno votati.
Per la responsabilità del compito e la gravosità dell’impegno, dovrebbero essere appellati ONEREVOLE, ma la dignità dello Stato fa preferire una attestazione di stima e di dignità rivolta a tutti i rappresentati.  Qualcuno con pazienza lo spieghi a costoro.
Ritornando a qualche mese or sono, ricostruendo ciò che mi ricordo con un punto di vista particolarissimo.
Sono convinto che tutto ciò è più degno di un “chi se ne frega” che di attenzione, pazienza, io provo a spiegarmi.
Ho partecipato con interesse e un pizzico di entusiasmo alle Primarie del Centro Sinistra, compiacendomi di trovare molti punti di interesse e di accordo nei programmi dei diversi contendenti, soddisfatto che il Centro Sinistra fosse in grado di mettere in campo diverse persone di valore e meritevoli di fiducia.
La scelta cadde su Bersani ( per inciso, non mi sono pentito e sono persuaso che non sia automatico che il tentativo di Bersani sia fallito solo per errori suoi. Forse l’interesse per il bene  della Nazione espresso da costui  ha dato fastidio a molti. Ora sembra una bestialità, ma io sono convinto che tra qualche tempo, quando altri giochi saranno fatti e probabilmente falliti, la figura di Bersani sarà rivalutata).
Dopo le primarie per il candidato premier, apparendo inevitabile che i parlamentari e i leader dei Partiti (più o meno le stesse persone che ora dovrebbero salvare e riformare l’Italia, più per la destra che per la sinistra) non sarebbero state in grado di cambiare una legge elettorale sulla quale sputavano un giorno sì e l’altro pure, cominciai a sostenere con forza  le primarie per la scelta dei Parlamentari, sia con interventi in prima persona, sia sostenendo chi le richiedeva ( mi viene in mente soprattutto Majorino, se non erro)
Con grande soddisfazione le primarie vennero indette e al netto di imperfezioni e blocchi ( ma scusavo le debolezze della prima volta) e l’entusiasmo aumentò.
Anche se non iscritto al PD o a SEL, mi offrii volontario per i seggi.
Scrissi più o meno a tutti  in candidati alle primarie della mia circoscrizione, chiedendo 3 impegni:
1-     Se eletto la/il rappresentante della circoscrizione che avrò scelta/o aprirà un canale di contatto con i propri elettori che identifico in una newsletter nella quale ci dirà cosa fa in parlamento, quali legge vota, come e perché, quali leggi propone?
2-     Se eletto la/il rappresentante della circoscrizione che avrò scelta/o aprirà un ufficio sul territorio nel quale assicurerà la presenza nei giorni di vacanza di convocazione parlamentare per essere punto certo di riferimento per amministratori locali, volontari nei partiti di riferimento, cittadini dell’area di riferimento e cittadini comuni?
3-     Se eletto la/il rappresentante della circoscrizione avrò scelta/o si impegna a organizzare assemblee pubbliche sul territorio nelle quali illustrare la sua attività parlamentare passata e discutere con i propri elettori (in senso più ampio possibile) anche le scelte future motivando i propri convincimenti (sia che voto con senso di squadra come chiede la coalizione, sia che esprima un voto libero in contrasto con il resto del gruppo parlamentare), in un dibatti che, preservando la libertà di scelta del parlamentare, possa creare una circolazione di idee e un concorso di conoscenza e partecipazione.
Ottenni molte risposte che reputo sincere, che mi hanno fatto un enorme piacere e che mi resero  confidente che il Centro Sinistra avesse avuto il coraggio di fare una scelta popolare e non populista. Non saprei dire con razionalità scientifica e confronto di esperienze, se  le primarie per i candidati possano essere una scelta migliore o peggiore o equivalente al voto di preferenza.
Sicuramente si trattava di un ottimo recupero a una incapacità della quale anche il Centro Sinistra, a mio avviso, si portava la responsabilità, sapendo, contrariamente alla destra, riallacciare, seppur parzialmente, un minimo di rapporto con il territorio.
Cosciente che si trattava di un primo passo di un cammino che speravo istituzionalizzasse le modalità, ho sentito l’urgenza di richiamare il Centro Sinistra a dare il gusto valore a questa innovazione, per numeri e trasparenze di maggior valore rispetto a quella del M5S, eppure da questo – le sue -  glorificate ad ogni passo con codazzo dei vilipesi ( ma frastornati e timorosi di non riconoscere i nuovi padroni) mezzi di informazione, e invece quelle da quello, il CS, quasi dimenticate o comunque lungi dall’essere portate a testimonianza della reale volontà di cambiamento.
Compiute le elezioni con l’esito conosciuto e l’impasse duratura, il mio suggerimento ai Parlamentari con i quali ero in contatto via social network fu quello di sostenere l’opportunità che si formasse un governo monocolore M5S, con fiducia e voto valutato per ogni proposta di legge da parte della coalizione ITALIA GIUSTA.
Non si era raggiunto un vero risultato di parità, se uno dei contendenti partiva da zero e gli altri avevano limitato i danni.
Non si poteva mettere sullo stesso piano un risultato raggiunto con il più sfrenato populismo demagogico e vane promesse,  e dall’altra parte una, accusata, eccessiva sonnolenza della campagna elettorale.
Non si poteva infine,visto che non si era voluto, per eccessivo senso di responsabilità, dare il colpo del K.O. un anno prima, evitare ora di togliere alla destra l’ossigeno del potere, l’unico elemento coagulante e ragione d’essere di quel coacervo di interessi (con il dubbio che possano essere illegittimi oltre che riprovevoli).
Allontanare dalla gestione del potere e del sottopotere l‘attuale destra avrebbe contribuito a mutare geneticamente e a rinnovarsi il conservatorismo italiano e avrebbe probabilmente tolto una pesante ipoteca sull’Italia
Nello stesso tempo,e loro lo chiedevano, avrebbe consentito a M5S di fare quello che ora Letta chiede: scongelarsi. Anzi, avrebbe obbligato a scongelarsi. O più prosaicamente a sporcarsi le mani, mettere alla prova le teorie, verificare se i problemi complessi richiedono soluzioni semplici.
E avrebbe consentito al Centro Sinistra di
a)      Essere stimolato da una forza nuova , entusiasta, allo stato nascente, portatrice di istanze spesso condivisibili o meritevoli di discussione,  a  rinnovarsi veramente (immagino che tanti nuovi parlamentari  avrebbero trovato in modo sufficientemente rapido la strada per dialogare con i ministri M5S e la vecchia classe dirigente del PD si sarebbe trovata a doversi adeguare o scomparire)
b)      M5S, con la fiducia data dal I.G., che avrebbe potuto presiedere le Commissioni Parlamentari, avrebbe dovuto fare i conti con la mediazione ( compromesso di alto profilo) che ogni pratica di Governo è obbligata a fare – nelle democrazie
c)       Il ventre molle dell’Italia, la grande burocrazia, gli uffici dei ministeri che sono in grado (lo sanno e lo sanno fare) di bloccare qualsiasi ottima legge, avrebbero fiutato che i tempi erano cambiati (dopo aver cambiato loro i ministri tecnici) e come da consuetudine Guicciardinesca si sarebbero adeguati
Questa strada non è stata seguita. Si  è preferita la palude nebbiosa nella quale tutti se sentono furbi, e dove solo i caimani trovano il loro habitat
I M5S ( la devono essere sempre così supponenti e antipatici?)si sono sentiti sempre più i SUPERIORI, come dice Michele Serra, sempre con quell’indice puntato che verrebbe voglia di invitarli a tenere, qualche volta, quell’atteggiamento davanti allo specchio
Arriviamo alla elezione del Presidente della Repubblica.  Fatto salvo che non mi stancherò mail di esternare la mia stima e gratitudine a Giorgio Napolitano, a mio avviso un gigante in un teatro di nani, ritengo che non necessariamente e non sempre egli debba aver ragione e quindi, logicamente, credo che ogni sua scelta debba essere  valutata e discussa.
Sono stato favorevole alla elezione di Stefano Rodotà.  A mio avviso la persona dichiaratamente di sinistra e di valore faceva premio sulla protervia di Grillo (credo gli si ritorcerà contro) e sulla poco riuscite quirinarie (ma in quanti hanno scelto Marini?)-
E, non secondario, era un altro passo per rendere ininfluente la destra e il caimano.
Chiaramente (uno su quattro ha tradito) non saprei come avrebbe votato il PD. Questo ragionamento è difficile quando lo si prova con la mente libera da ambizioni personali. E’ la libertà di non contare nulla, anche meno di quell’uno uguale a uno che è diventato il mantra dei M5S-
Con l’arrivo della primavera è calata una nebbia stagnante. Le speranza di questo inverno si sono spente.
L’occasione d’oro della Sinistra, del Centro Sinistra, di contribuire  a smantellare la torre d’avorio nella quale si è chiusa la casta, di rimetter e in moto il Paese sciogliendo, anche con decisioni dure e contrastate, i mille lacciuoli nei quali l’Italia, fondata sulle corporazioni, sui nimby, sui doveri degli altri, sui diritti acquisiti, si blocca e attuando la Costituzione incompiuta, si è consumata prima di tentare di realizzarsi.
Un passo significativo, anche se non decisivo, poteva essere mettere in condizioni di non nuocere chi ha contribuito grandemente, più culturalmente che politicamente, affinchè noi ci dimenticassimo per la maggiore di cosa siano i doveri civici e il senso dello Stato.
E’ una condizione imprescindibile, prioritaria, necessaria.
Altrimenti tutto ciò che non ne tiene conto nasce minato nell’essenza, destinato al fallimento.
Al di là di umana simpatia e personale stima, il tentativo di Letta rientra nella casistica sopra espressa.
Non rimane che essere minoranza, oppositori anche se solitari e raminghi.

domenica 21 aprile 2013

UN PROMEMORIA PRODROMO ALLA RIFLESSIONE IN FORMAZIONE DEL NUOVO GOVERNO

dedicato soprattutto a chi rappresenta il Popolo delle Primarie.


SALVATORE SETTIS
"AZIONE POPOLARE - cittadini per il bene comune"
...
C'è però nel caso Italia una peculiarità ancor più singolare, e porta il nome di Silvio Berlusconi. Nessun Paese d'Europa ha avuto così a lungo in una delle sue cariche di vertice una figura tanto caratterizzata da giganteschi conflitti di interesse fra ruolo pubblico e tornaconto privato. Nessun Paese ha visto un tal profluvio di leggi ad personam, né un Parlamento così pronto a far quadrato intorno alle ipotesi di reato, di corruzione, di collusione con le mafie, persino di concussione e prostituzione minorile. Con l'argomento che bisognava "lasciar lavorare" il presidente del Consiglio proteggendolo dalla magistratura, il Parlamento si è ridotto a camera di decantazione delle accuse al premier e delle esternazioni in risposta. In nessun Paese si è visto un presidente del Consiglio dichiarare che l'evasione fiscale è "in sintonia con l'intimo sentimento di moralità" (discorso alla Guardia di Finanza dell'11 Novembre 2004), che la magistratura è "la metastasi della democrazia" ( 13 Dicembre 2008), che la Corte costituzionale " è diventata un organo politico e non di garanzia" (7 maggio 2011). E quando il Presidente della Repubblica aveva rivolto al governo qualche osservazione critica, Berlusconi ha minacciato di ridurre i suoi poteri modificando la Costituzione ( 6 febbraio 2009), e ha cercato di delegittimarlo in quanto "eletto da una maggioranza che non è più maggioranza del Paese, la maggioranza di sinistra"( 7 ottobre 2009), spingendosi fino a bollare la stessa Costituzione della repubblica come "vecchia e filosovietica" ( 8 febbraio 2009).
...
L'indignazione che pur c'è stata, contribuendo a provocare la caduta di Berlusconni, si indirizzava sulle sue vergogne private, sul conflitto di interesse, sulle "campagne acquisti" e la corruzione della politica. Ma l'enormità di questi misfatti fa velo ai nostri occhi: ci impedisce di vedere che molte ignominie non sono colpa solo di Berlusconi e dei suoi accoliti, e perciò non spariranno con essi: perchè coinvolgono imprese, banche, politici d'ogni osservanza. Negli anni in cui egli ha governato il Paese è giunto all'estremo il degrado del senso civile, della pubblica moralità e della buona amministrazione: da qui il dissesto della produttività e dell'economia. Ma questo processo degenerativo è cominciato prima di Berlusconi ( lo dimostra la sua continuità con Craxi) e continuerà dopo di lui. Perciò Berlusconi è un falso bersaglio. Se lo scambiamo per il solo nemico da battere, e ancor di più se crediamo di averlo già battuto, non riusciremo mai a sconfiggere il degrado che di opprime e invertire la rotta
...
Quale strada,se ancora oggi, a sessant'anni di distanza, è irrealizzato il grande progetto di democrazia e di uguaglianza da cui nacque la Costituzione nella dolorante Italia del 1946-47?

LATOUCHE-HARPAGES. IL TEMPO DELLA DECRESCITA- alcuni spunti di riflessione



LA COMODITA' DI MIRARE BASSO


Mi colpisce questa abitudine a ricercare nelle pieghe del passato qualsiasi cosa ( un libro, un articolo, una dichiarazione, un giudizio) che possa infangare, o almeno sminuire, il valore e l’autorevolezza dei personaggi che si possono erigere ad esempio (se vogliamo anche guida, nel senso più nobile del termine) o pietra angolare a cui fare riferimento per cercare di bloccare lo scivolamento verso l’abisso a cui questo sdrucciolevole piano inclinato valoriale ci conduce.
Penso ai Partigiani, a Papa Francesco, a Napolitano, ma sono solo esempi tra (non ) molti che possiamo avere e fare.
E’ laicità estrema, dura e pura, questa necessità di macchiare ogni figura che sembra ergersi dalla mediocrità al fine da non avere miti di cui pentirsi, dopo aver mitizzato figure mediocri  a iosa?
Oppure necessità combinate, per una società che da un lato erge a miti ometti come Berlusconi  e Grilloe dall’altro è resa disincantata più dal deserto valoriale nella quale si muove smarrita che da un approccio veramente laico alla storia, di non sentire il peso morale  del  volersi rifiutare di confrontarsi con rigorose figure che non farebbero sconti, preferendo abbassare l’asticella piuttosto che alzare il proprio obiettivo?

lunedì 15 aprile 2013

TREZZO -CAVALCAVIA DI VIA MARCONI

Il (relativamente) nuovo cavalcavia di via Marconi, tra Trezzo e Concesa sulla ex provinciale, presneta una sede stradale piuttosto stretta, con il limite a 30 km/h.
Superare il cavalcavia in carreggiata per le biciclette è piuttosto pericoloso perchè quando due auto si incrociano rimane pochissimo spazio tra i due guardrail delimitanti le corsie.
Fortunatamente esiste una pista ciclabile/pedonale piuttosto ampia e comoda.
Arrivando da Trezzo si prende un tratto di via Verdi, si passa sotto il cavalcavia, si risale da via s.Giovanni Bosco e poi si prende la pista ciclabile che consente di arrivare fin quasi a Vaprio.
Percorso speculare in senso opposto salvo il fatto che ci si immette un po' pericolosamente in via Marconi se non si vuole seguire il miglior percorso lungo via s. Giovanni Bosco, via Xi Febbraio e uscire alla nuova (ormai mitica) rotonda.
Questa soluzione probabilmente dovrebbe essere indicata con cartelli appositi perchè come di vede dalle fotografie, soprattutto,  i ciclisti della domenica ignorano la strada da prendere e si immettono direttamente sul cavalcavia utilizzando la sede stradale.






giovedì 11 aprile 2013

LUISITO BIANCHI. "LA MESSA DELL'UOMO DISARMATO"

Nati i pulcini, cresciuti quel tanto che era sufficiente per farli scorrazzare nell'aia sotto lo sguardo ormai distaccato delle due chiocce, mia madre pensò al bucato di primavera.
...
Stacciai la cenere che, nelle ultime settimane, mia madre aveva messo da parte scegliendo con cura quella più bianca, e la deposi in un secchio accanto al trogolo di cemento, pieno zeppo di lenzuoli e di coperte bianche. Preparai il grande paiolo di rame riempito d'acqua e stipai l'ampia bocca della fornacetta con rami secchi e gambi di granoturco. Un pezzo di carta e un fiammifero sarebbero stati sufficienti per accendere, alle due di notte, il grande fuoco del bucato.
E alle due erano già nell'aia la Cecina e la Lena, col fazzoletto stretto in capo, due sacchi pesanti al posto del grembiule e gli zoccoli alti di legno per sollevarsi dalla pozzanghera che si sarebbe formata ben presto attorno al trogolo. Entrarono in cucina dove mia madre stava facendo bollire il pentolino del surrogato di caffè.
Aiutai poi a stendere il lenzuolo di tela grezza sul trogolo, e vi sparsi sopra uno strato di cenere. Non appena l'acqua bollì cominciai a versarla sopra, travasandola con due secchi di legno. Il ranno penetrava a fatica, sollevando caldi vapori.
- Hai messo troppa cenere - mi disse la Cecina
- Fa più fatica a scendere, ma la cenerata sbiancherà di più - mi difese mia madre.
Riempii ancora la caldaia d'acqua, rimpinzai la fornacetta con gambi di granoturco e mi sedetti sullo sgabello davanti al fuoco. Ogni tanto rintuzzavo i gambi bruciacchiati e ne aggiungevo altri, assieme a palate di tutoli.
...
Seduto sullo sgabello ma proteso verso il fuoco, udivo i colpi ritmati sulle tavole di legno e, ogni tanto, un colpo più fondo, preparato e seguito da una breve pausa: era la ribattitura del lenzuolo preso saldamente dalle parti estreme prima che fosse strizzato a quattro mani e buttato nel mastello per la risciacquatura.
...
L'acqua bolliva di nuovo: secchi d'acqua calda nel trogolo, buona da essere conservata come liscivia, e d'acqua fredda cavata dal pozzo per la caldaia; e nella fornacetta tutoli a palate e gambi a mazzi.
...
-Ancora qualche secchio d'acqua per piacere -  mi disse mia madre affacciandosi all'uscio del rustico.
Già due mastelli erano colmi di liscivia. uno sarebbe rimasto accanto al trogolo per il normale bucato settimanale, e l'altro suddiviso fra la Cecina e la Lena.
Mia madre era rossa in viso. Il fazzoletto che le raccoglieva i capelli s'era allentato, e alcune ciocche le ricadevano sulle guance. Le mani erano rosse per il calore dell'acqua e la liscivia.
-Prepara la polenta. Fra poco veniamo.
Ravvivai il fuoco nel camino della cucina. Le fette di polenta, messe nel treppiede, si rosolavano lentamente formando quella straordinaria crosta protettrice che, scricchiolando sotto i denti, fa gustare tutta la morbidezza della polpa che ha custodito. Sul tagliere affettai la pancetta. Polenta e pancetta era una colazione che aveva fortificato lo stomaco premendolo contro un'asse da bucato o avrebbe, immediatamente dopo, arato un campo con le mani e il petto calcato sull'aratro, gridando alla lentezza dei buoi.
...
Misi un'altra corona di fette di polenta nel treppiede. La Cecina, con un sorprendente appetito, rivoltolava fra il pollice e l'indice il boccone di polenta per ammorbidire la crosta e farla un poco raffreddare. la pancetta, tenuta coll'altro pollice sulla fetta calda, scioglieva dolcemente il lardo ungendo mani e bocca di trasparenze
-Questo è un mangiare! Da beati del paradiso - disse la Cecina.
Il Regno di Dio doveva essere una tavola mattutina preparata con fette di polenta riscaldata e pancetta stagionata.

domenica 7 aprile 2013

idee adattabili

Luigi Einaudi
"prediche inutili"

Che è probabilmente la ragione del loro successo; essendo legittimo il sospetto che le parole più divulgate siano state consaputamente od inavvertitamente scelte appunto perché esse sono adattabili a qualsiasi azione il politico deliberi poscia intraprendere, quando abbia acquistato il potere.
In verità, l'idea, anche a bastanza chiaramente enunciata, non basta per se stessa a definire un proposito di azione. I così detti punti programmatici, i capitoli ed i paragrafi di un manifesto politico non dicono nulla, sinchè non siano tradotti in disegni di legge, forniti di articoli e di commi, senza la lettura dei quali è praticamente impossibile farsi un concetto esatto dei proposito enunciati da chi voglia riformare, innovare o conservare.
Se, poi, il disegno di legge non è corredato della segnalazione dei mezzi di copertura della spesa eventualmente richiesta per la applicazione - e le proposte le quali non importino spesa sono rarissime e, salvo eccezioni ancora più rare, fraudolente - esso è una mera dichiarazione retorica di voler far qualcosa che al tempo stesso si riconosce non potere o non volere intraprendere.

Contemporaneità di Einaudi. A mio avviso basterebbero queste poche righe per capire perchè non si può consentire al PDL di tornare al governo.

a coloro il quali "sanno", i quali conoscono la "verità"

Luigi Einaudi
"prediche inutili"

A coloro i quali "sanno", i quali conoscono la "verità" e credono di avere il dovere di attuarla, noi dobbiamo opporre il principio che noi conosciamo la verità sol se e finché abbiamo la possibilità di negarla; che il solo criterio della verità politica, come di ogni altra verità, è il solo diritto illimitato di discutere le regole accettate nel costume o nelle costituzioni scritte, di criticare gli ordinamenti esistenti e gli uomini al potere, di adoperarsi per mutare gli uni e per cacciare gli altri di seggio, il diritto delle minoranze di trasformarsi, in virtù di persuasione, in maggioranze.

Dedicato a chi ha il potere ora, a chi pensa di avere il potere domani.

Ce la feci, più per quegli sguardi che per le mie forze

Luisito Bianchi
"la messa dell'uomo disarmato"
Venne il giorno della mietitura. Quell'anno mio padre, quasi a segno di una investitura, mi fece l'onore di riservarmi il primo colpo di falce. Poi prese il primo posto di battitore del ritmo, e io con due braccianti e Toni lo seguii. Non riuscivo a tenere la loro arcata mozzafiato, ma non perdevo nemmeno troppo terreno. Sudavo da colare; le braccia erano diventate di legno, ma resistevo. Mio padre, senza parere, mi guardava infilando lo sguardo, con un brusco movimento del capo, fra il suo braccio sinistro e l'ascella, e io provavo, accorgendomene, la gioia che la Parola aveva garantito al mietitore. Ce la feci, più per quegli sguardi che per le mie forze

-26

MENO 26

icehotel - Svezia


martedì 2 aprile 2013

-26

Giappone
Prefettura di Nagano
Tateyama Kurobe Alpine route
corridoio Yukina - Otani

meno 26... at least once?




tratte da la Repubblica on line del 2 aprile 2013


lunedì 1 aprile 2013

LUIGI EINAUDI: PREDICHE INUTILI

prefazione Piero Ostellino: predica inutile?

Un po' per stanchezza e per disgusto di un presente italiano ove tutti pontificano e il futuro sembra essere aggiornato ogni 30 minuti, ho preso dalla libreria un libricino venduto assieme al Corriere: Luigi Einaudi "Prediche Inutili".
Einaudi, citato spessissimo, non lo conosco veramente.
Prefazione di Ostellino (presente italiano!), leggo anche quella

Scrive Ostellino:
Einaudi aveva troppo a cuore le libertà al plurale per indulgere a forme di moralismo che tracimassero nell'integralismo. I differenti stili di vita di ogni uomo e di ogni donna, in una società demoratico-liberale, si concretavano, per lui, nel diritto di ciascuno di perseguili come meglio credeva alla sola (kantiana) condizione di non impedire ali altri di fare altrettanto e di non procurare loro un danno. Per lui, anche la libertà economica, l'idea stessa di intrapresa erano una "tesi morale", in virtù della quale l'uomo economico perseguiva i propri interessi non solo come manifestazione di un egoistico, e personale, stile di vita, ma come "istanza etica" da affermare attraverso quel fertile rapporto dialettico fra domanda e offerta che è il mercato.
L'idea di virtù individuali, ispiratrici dei diversi stili di vita, ridotte, invece,a un comun denominatore imposto forzosamente da una collettività elettasi a Tribunale morale, gli era tanto estraneo quanto la razionalistica Volontà generale di Rousseau
...
Le plurime virtù indivudali... "pluralismo di valori"... un affare di ciascun individuo alla sola condizione che non interferisca nelle virtù altrui, negandole e impedendo loro di esprimersi liberamente...

La teoria è bellissima, ma persino se io faccio intersecare su un piano diverse calamite la deviazione dal loro percorso non è uguale per tutte, immagino che quella con maggior spinta obblighi quella con minor spinta a una deviazione maggiore. Quindi immaginerei che tra due diverse virtù, la prima che intende la donna come una portatrice di attenzione in quanto richiamo sessuale e la seconda che intende la donna come portatrice di idee e valori come ogni altro essere umano, intraprendendo una impresa nel campo televisivo, l'interesse del primo potrebbe aver prevalenza sull'interesse del secondo, e lo fagociterebbe se non ci fosse un Tribunale superiore a porre dei limiti. E anche la donna che accettasse liberamente di essere puro oggetto di intrattenimento per il suo giusto guadagno, apparentemente perseguirebbe il suo interesse, come quella del produttore di spettacolo che usasse il corpo della donna per attirare verso il suo prodotto. Siamo certi che non ci sarebbe danno... magari a una donna sconosciuta che potrebbe essere vittima di violenza a causa di una certa idea di donna trasmessa dal produttore e dalla inconsapevole complice?

Ugualmente se io dovessi vendere frutta e trovassi conveniente vendere frutta israeliana, comperata regolarmente e sui cui guadagni pago le tasse, e anche l'azienda israeliana e il trasportatore pagassero le loro tasse sui loro guadagni, ciascuno di noi avrebbe perseguito il suo scopo senza danni, per nessuno , neanche per il consumatore finale che gusterebbe un ottimo pompelmo. Tutti contenti... nessun danno... ma siamo sicuri che non ci sarebbe un contadino palestinese al quale magari il frutteto sarà stato distrutto con la scusa di motivi di sicurezza e che non potendo fare concorrenza alla ditta israeliana avrà consentito ad essa di abbassare il prezzo. Io che mangio pompelmo israeliano veramente non ho fatto danno a nessuno?

Sono due esempi magari un po' sciocchi, ma la mia impressione è che Ostellino ci è o ci fa, o crede alle favole o vuole che ci crediamo noi.
Cominciamo a leggere Einaudi direttamente, senza intermediari magari un po' interessati, che è meglio. Speriamo di capire qualcosa