martedì 28 giugno 2016

CONOSCERE LE DIFFERENZE, VALORIZZARE LE SINGOLARITà, PER POTER CAMBIARE

CONOSCERE LE DIFFERENZE, VALORIZZARE LE SINGOLARITà, PER POTER CAMBIARE
Questi due brevi paragrafi dal libro ANTROPOLOGIA CULTURALE E LINGUISTICA di Vincenzo Matera, mi danno conforto nella mia convinzione che non ci sono sistemi culturali e sociali (e religiosi/tradizionali quando la religione pervade il sociale) che non possano modificarsi, e che ciò avvenga meglio con il confronto piuttosto che con la chiusura (per spinta esogena o per timore/desiderio di conservare il potere endogeno), fondandosi soprattutto sulla non conformità del genere umano, ma sulla irripetibile unicità (e quindi preziosità e ricchezza potenziale) di ogni persona
Ammetto che così estrapolati dal testo possono sembrare di avere poco significato, confido nello sforzo del lettore
"La spiegazione strutturale è, in questo senso, il dispiegamento delle differenze per cogliere le potenzialità di trasformazione ( o strutturali) che sono inerenti a ogni sistema. Non è possibile comprendere un sistema fin quando non si rivelano sistemi differenti e non si scoprono i modi con cui si può passare da un sistema a un altro.
(...) 
L'uomo non coincide con una sostanza unitaria: è fatto dalle sue "differenze"; queste differenze sono collegabili e l'antropologia si configura come l'esplorazione e la scoperta del "sistema" globale di queste differenze"

domenica 26 giugno 2016

LA MODERNIZZAZIONE S'IDENTIFICA DUNQUE COL CONSUMO, IL SACCHEGGIO E IL DEGRADO

LA MODERNIZZAZIONE S'IDENTIFICA DUNQUE COL CONSUMO, IL SACCHEGGIO E IL DEGRADO

Torno ora al Simone moralista polemico. Non è che sia la settimana di Simone, solo che i nostri meravigliosi sistemi bibliotecari ci viziano. Si trova di tutto, e io che sono bulimico ho prenotato libri di Simone... "a manetta".
Il Simone polemista moralista mi sembra piuttosto comune. Sapessi scrivere forse avrei potuto scrivere io le stesse cose. Da un punto di vista posso pensare che non sono l'unico ad arrabbiarmi per certe "miserie" nella Sinistra e in Italia, dall'altro però, da un intellettuale mi sarei aspettato un po' più di profondità e originalità.
Però tra le pagine (che hanno il pregio di essere scritte con una tale vis invettiva che non risultano mai noiose) qualche spunto mi sembra di trovarlo. Almeno a mo' di domanda.
Questo per esempio

RAFFAELE SIMONE
IL MOSTRO MITE
Perchè l'Occidente non va a sinistra

"La modernizzazione s'identifica dunque col consumo, il saccheggio e il degrado? Con il furore acquisitivo? Con la spesa affluente, che non serve che a produrre inondazioni planetarie di rifiuti? Chi si modernizza dedica davvero - come voleva Tocqueville - "tutta l'anima al perseguimento del benessere"? Dagli esempi disponibili - troppo numerosi per essere privi di significato - si dovrebbe concludere di sì. La questione non tocca solo la sfera economica ma anche quella delle rappresentazioni interne: per esempio, la modernizzazione influisce sul modo con cui guardiamo al futuro. La corsa planetaria al consumo è infatti causa ed effetto di una seria deformazione della nostra curva mentale; è diventato difficile, inutile e fors'anche assurdo rappresentarsi un futuro in senso proprio, cioè distante e progettato, perchè il futuro è oggi soprattutto un immenso aggregato di inquietudini (le "insicurezze che noi stessi ci siamo fabbricati", secondo la formula di Giddens) da cui è meglio stare alla larga. Per giunta, alla difficile arte prospettiva sono preparati in pochi, sia tra i singoli sia tra quanti portano responsabilità pubbliche. La preminente propensione al consumo comporta per contro un'estrema concentrazione sul presente, sull'avere e sull'agire subito, sull'acquisire per consumare, prima che sia tramontata la moda che giustifica quel consumo"

domenica 19 giugno 2016

SIAMO METICCI. FORSE ANCHE IBRIDI?

SIAMO METICCI. FORSE ANCHE IBRIDI?

Mi piace, sentendo più che chiaramente comprendendo, il paragrafo finale del bel libro
LA BUSSOLA DELL'ANTROPOLOGO
ORIENTARSI IN UN MARE DI CULTURE
 di Adriano Favole

"Ancora una volta, come ai tempi di Copernico e di Darwin, si ha la sensazione che l'idea della singolarità e centralità dell'essere umano vacilli: il carattere meticcio dell'uomo non è più soltanto il prodotto di relazioni e scambi tra culture, ma di ibridismi con il mondo animale (si pensi agli esotrapianti di cuore di maiale) e chimico-minerale.
Forse è proprio questo ibridismo che affascina e spaventa al tempo stesso, in modo particolare una società come quella occidentale che si è a lungo affidata (e lo fa tuttora per molti versi) alla tranquillizzante opposizione tra natura e cultura".

sabato 18 giugno 2016

LO STOLTO LETTORE: SE NON CREDETE IN NIENTE, MEGLIO COSì, MUOIONO MEGLIO GLI ATEI

SE NON CREDETE IN NIENTE, MEGLIO COSì, MUOIONO MEGLIO GLI ATEI

CESARINA VIGHY

L'ULTIMA ESTATE

L'antefatto.

L'antefatto sta nella passione che mi è venuta per i cimiteri da cui deriva la ricerca e la lettura di libri che parlano dei cimiteri, in particolar modo quelli monumentali. Uno dei libri che sto leggendo è di Valeria Pelliccia: “PASSEGGIATE NEI TRATTI DELL'ETERNITÀ”. Pelliccia visita diversi cimiteri. Visitando il cimitero di Venezia SAN MICHELE IN ISOLA conosce una signora, anch'ella sul traghetto che le fa approdare sull'isola.

Voglio trascrivere il dialogo per inquadrare chi sia questa signora.
-Scusi, è questo il vaporetto per l'isola San Michele?
--Si, ci vado anch'io. Se vuole possiamo farci compagnia
-Va a visitare qualcuno?
--Ogni volta che torno a Venezia faccio una visita ai miei genitori e controllo se c'è posto anche per me
-Sa già che verrà sepolta lì, a San Michele?
--Sì, lo desidero molto. Ho dato disposizioni severissime a mio marito in proposito. Di lui mi fido e abbiamo già fatto insieme anche il giro di prova.
-Il giro di prova?
--Vorrei che i miei cari, dopo avermi accompagnata, andassero a mangiare in un bel posto, in laguna. Avevo pensato alle Vignole, un a piccola isola romantica tutta orti, due trattorie rustiche con il pergolato. Sarebbero andate bene ma poi abbiamo scoperto che sono aperte solo nella bella stagione.
-Allora può morire soltanto d'estate?
--No, ho cambiato giro. Li manderò a Torcello, dove c'è una magnifica locanda che funziona tutto l'anno. E' un po' casa ma si mangia benissimo. Si muore una volta sola, no?


Questo dialogo continua, ma non voglio stancare, e poi se si è curiosi si può cercare il libro nel nostro meraviglioso sistema bibliotecario, tra qualche giorno io lo riconsegno.

Abbiamo cominciato a farci un'idea della signora che dice che dopo che la avranno sepolta, manderà (!) i suoi famigliari alla locanda al Torcello!

Scopriremo dopo qualche pagina che la signora è Cesarina Vighy, bibliotecaria appassionata di cimiteri. Ci informa l'autrice che a questa signora, un anno dopo, verrà diagnosticata una rara malattia neurologica degenrativa. E, poco dopo, a 73 anni, ha scritto il suo primo romanzo, L'ULTIMA ESTATE, diario estremo e potente inno alla vita. La sua sfida a ciò che ne sottraeva respiro, movimento, futuro si è nutrita anche del suo speciale culto dei morti e di passeggiate nei cimiteri. Continua Pelliccia: prima di scendere tra gli extraterreni è riuscita a pubblicare un altro libro, in cui ha dimostrato come si possa riuscire a vincere il morire (la morte è invincibile) , con dignità e schiena dritta, grazie allo humour, nero e spiazzante.

Cosa mi restava da fare, dopo aver letto queste righe? Solamente inserire i libri di Cesarina Vighy nella Wishing list di Amazon (nota non casuale per i lettori, se il vostro grande cuore vuole farmi un regalo e non sapete cosa, andate sulla wishing list e troverete abbondanti suggerimenti!) e cercarli in biblioteca. Fortunatamente unendo il sistema bibliotecario del vimercatese e la rete delle biblioteche del bergamasco si ha accesso a un'infinità di libri, così ho facilmente trovato anche i libri di Cesarina Vighy. Sto leggendo il primo libro (in realtà l'ho già finito) significativamente intitolato L'ULTIMA ESTATE.

Questo è libro dal tono duro a volte spietato, netto e mai edulcorato nei giudizi senza indulgenza neppure per i più vicini o per se stessa. Penso di poter usare a proposito le parole di Marino Sinibaldi nella fascette di presentazione: “scrive con una lingua nitida, a tratti feroce, mai retorica, attraversata da una vena di sarcasmo che non concede nulla alla pietàs, l'autrice affronta il più evitato dagli argomenti: la sofferenza.”

Si legge molto volentieri questo libro. Lo si legge con un senso di rispetto per la figura di questa donna e ci si chiede se questa scrittura, questo stile, sia dovuto alla malattia o una caratteristica intrinseca della signora.

Voglio citare due brani che possono rendere parzialmente consci del rigore di questa donna e di come ho l'impressione non facesse sconti a nessuno. Ricordo che la signora era bibliotecario.

A pagina 19 scrive “i più vanitosi vanno a rompere le tasche a bibliotecari e archivisti, nella ricerca inutile di nobili antenati. Ho lavorato per anni in biblioteca, amavo i lettori e facevo per loro le ricerche più raffinate finché indietreggiarono spaventati (troppa grazia, sant'Antonio) ma quella categoria di genealofili la detestavo, scarsa com'era di ogni cognizione e ricca soltanto di un'infinità di tempo da perdere. Ma non lo sanno, risalendo di ramo in ramo, si scopre che siamo tutti figli di puttana?"

Poco più avanti, dopo averci raccontato come si poneva in contrasto con le mode, compresa la moda di voler apparire antisistema ed essere invece perfettamente conformisti, scrive

“Dicono che si nasca incendiari e si muoia pompieri. A me è successo il contrario: brucerei tutto, adesso”
Infine un aforisma, che lei enumera nel capitolo “I consigli di Madame de la Palisse”, libera anche di andare oltre il decimo:

Mi piace il quarto: SE NON CREDETE IN NIENTE, MEGLIO COSì. UN PENSIERO IN MENO. MOLTI OSSERVATORI PROFESSIONALI RIFERISCONO CHE MUOIONO MEGLIO GLI ATEI

LO STOLTO LETTORE: QUAL E' IL PREZZO, IN TERMINI AMBIENTALI E SOCIALE, DEL MODELLO PRODUTTIVO OCCIDENTALE?

LO STOLTO LETTORE: QUAL E' IL PREZZO, IN TERMINI AMBIENTALI E SOCIALE, DEL MODELLO PRODUTTIVO OCCIDENTALE?

Adriano Favole
La bussola dell'antropologo
orientarsi in un mare di cultura 

Adriano Favole, con il capitolo da cui traggo due stralci, intitolato
"sospensioni ed crescite native"
introduce il concetto di TAPU, da cui il nostrò TABU', con il significato di sospensione e con valore anche "ecologico", ovvero di imporre l'accesso a una coltivazione, a una raccolta di frutti,a una foresta per decreto religioso ma con l'intenzione di preservare le risorse.

Ecco i due stralci che sono posti all'inizio e alla fine del capitoletto
1. " Francesco Remotti li definisce col termine greco epoché, vale a dire "sospensioni ". Si tratta di luoghi e di periodi in cui, programmaticamente e in modo consapevole, una società sospende le proprie attività produttive."
(...)
2. La grande diffusione in altre culture del passato o contemporanee di atteggiamenti improntati alla logica dell'epoché dovrebbe farci riflettere: qual è il prezzo, in termini ambientali e sociali, del modello produttivo occidentale? Quali effetti distruttivi producono gli " spiriti " del capitalismo? Davvero non esistono alternative oppure, come ha scritto David Graeber, la negazione delle alternative è una strategia ideologica che andrebbe smascherata? Di questi tempi i casi etnografici che abbiamo citato costituiscono un invito piuttosto pressante a praticare una salutare " sospensione ", ad aprire un lungo periodo sabbatico in cui riflettere sulle caratteristiche e sulla violenza dell'attuale sistema produttivo e a guardare, una volta tanto con un po' di umiltà, alle scelte che altri hanno compiuto, in altre parti di mondo o in altre epoche.

giovedì 16 giugno 2016

LO STOLTO LETTORE: PERCHè L'OCCIDENTE NON VA A SINISTRA

Raffaele Simone
IL MOSTRO MITE
perché l'Occidente non va a sinistra

edizione Garzanti

Ho terminato la prima parte del libro di questo autore verso cui sono stato indirizzato da un articolo letto sulla DOMENICA DEL SOLE 24 ORE.

Non sono, per ora, particolarmente soddisfatto.

La prima parte è dedicata, con due macro capitoli intitolati DECLINANDO e SCOLORIRSI PRIMA DI FONDERSI-dal significato abbastanza evidente, ad enumerare una serie di critiche alla Sinistra. Ha bisogno di una settantina di pagine senza quasi tirare il fiato, e devo dire, ne sono consapevole essendo un uomo di Sinistra, che sono appena sufficienti.

Perchè allora sono un po' deluso. Mah!, non mi è chiarissimo. Certo, sparare sulla Sinistra è come sparare sulla Croce Rossa, è diventato il mantra del “politicamente corretto” dell'ampio spettro del conformismo pseudo popolare e intellettualistico. Sono in fondo critiche e concetti che esprimo io che non sono particolarmente brillante e in fondo sono solo un incazzoso invecchiato.

E allora.

Beh, direi che trovo in tutto un po' di luoghi comuni, di mancanza di slancio, di un tono un po' asfittico.Alla fine, come per un sguardo prospettico, si riduce all'esame della situazione italiana. A mio avviso un errore per un ideale che ha nell'universalismo e nell'apertura trasversale alle nazioni e agli stati un suo fondamento. Ecco, ho l'immagine di un James Stewart che con il binocolo guarda nelle finestre del condominio di fronte, ma senza passione, senza sofferenze, pur ascrivendosi allo stesso ambito ideale.

Aspetto con interesse di iniziare a leggere la seconda parte.

In fondo la parte più interessante è l'elenco di “cose di sinistra non riuscite” (per incapacità, per non avere avuto l'opportunità, per reazione riuscita di chi si oppone alle cose di sinistra?) Questo elenco, per paradosso, è la migliore descrizione di cosa è essere di sinistra e a cosa si aspira. A cosa non aspirano, per sillogismo, quelli che si posizionano in altre aree ideali e politiche (lecite, dignitose ma altre). Almeno una certezza mi rimane!!!

"Non si è prodotto l'innalzamento stabile del livello meglio dell'istruzione e della cultura, non lo sviluppo pieno della scienza e della ricerca, non la valorizzazione delle energie creative di intellettuali e artisti, non la diffusione generalizzata di una mentalità minimamente razionale e light, non la creazione di una coscienza civica solidale e di uno spirito di pace collettivo; (e ancora) non la riconciliazione dei contrasti sociali, non la piena parità tra uomo e donna, non la tendenza ad aiutare i più deboli con misure di solidarietà e di redistribuzione delle ricchezze, non nell'atteggiamento di rispetto dell'ambiente e della natura, non la creazione di nuovi modi di produrre e la riduzione dell'urto sull'ambiente dei processi produttivi;(...)"

LO STOLTO LETTORE: INCOMPRENSIBILI AL NOSTRO SGUARDO, ALLORA STUDIARE PER COMPRENDERE


INCOMPRENSIBILI AL NOSTRO SGUARDO, ALLORA STUDIARE PER COMPRENDERE

Vincenzo Matera
Antropologia culturale e linguistica.
Lo studio del linguaggio nel contesto antropologico



(…)l'antropologia, infatti, si propone di raggiungere una comprensione (che può assumere varie forme e dispiegarsi a molteplici livelli, a seconda che si fornisca una spiegazione o un'interpretazione, una traduzione o una rappresentazione dell'oggetto studiato) di fatti (usanze, costumi, credenze, modi di vita, sistemi di valori, visioni del mondo eccetera) che appaiono strani, bizzarri, assurdi, incomprensibile al nostro sguardo, perché, sostanzialmente, sono diversi rispetto quelli che ci sono familiari e che ci appaiono, dunque, naturali. (…)

sabato 11 giugno 2016

LO STOLTO LETTORE: LE CULTURE FORNISCONO UNA BUSSOLA AL NOSTRO ESSERE-NEL-MONDO

LO STOLTO LETTORE: LE CULTURE FORNISCONO UNA BUSSOLA AL NOSTRO ESSERE-NEL-MONDO

Adriano Favole:
La bussola dell'antropologo
orientarsi in un mare di culture


“come direbbe l'antropologo indiano Arjun Appadurai (…) gli esseri umani continuano a produrre località (vivere, amare, lavorare localmente), a dar vita a società locali, anche se quel locale è il prodotto di un continuo confronto, relazione e spesso scontro con le dinamiche globali. Nuove culture vengono continuamente prodotte e riprodotte, in uno sforzo creativo che unisce dinamiche del qui ( il mercato sulla piazza di una piccola cittadina di provincia in cui tutti si conoscono ) e flussi globali dell'altrove (gli oggetti, le persone, le immagini che giungono da altri luoghi e sono anch'esse parte integrante del mercato). “



Preso in biblioteca su stimolo della Domenica del Sole24ore. La premessa introduttiva è interessante. Speriamo di riuscire a leggerlo bene e comprenderlo.

lunedì 6 giugno 2016

ESISTE UN POSTO...?

ESISTE UN POSTO...?

La infinita sequela di valutazioni, ricostruzioni, motivazioni, mistificazioni, rivendicazioni diventa un rumore di fondo indistinto che mi rende (lo ammetto, colpevolmente) difficile l'attenzione.
Mi chiedo, e la risposta mi è magari sfuggita, se da qualche parte in Italia il centrosinistra (il Partito Democratico) e la galassia (non suona bene, ma temo sia la realtà)  di sinistra abbia partecipato unita alle elezioni, e se dove questo raro evento si sia verificato, abbia ottenuto risultati positivi o negativi.