venerdì 30 novembre 2012

PRIMARIE C.S. - GRAZIE A DIO E' VENERDì


GRAZIE A DIO E’ VENERDì! Non perché si approssima il week end, bensì perché finalmente si arresterà questa triste deriva di acrimonia e furbizia verso cui gli apparati stanno deviando quella bella festa di popolo che sono state le primarie del centro sinistra.
Nel momento in cui potevamo assistere con umana partecipazione al disfacimento di quel “brutto figuro” che conosciamo, siamo stati distratti da chi confonde arroganza con franchezza, sincerità con sospetto, signorilità con debolezza.

Ma io vorrei dare la mia delega e fiducia a dei Signori, non a “lor signori”.

Nel festival del peggio però spicca la pagina di “domenica voto io”, così patetica nell’invitare al voto generico con i colori renzaniani, da ricordare la favola della gioventù della Coca Cola che inseriva nei film le pubblicità subliminali con le arachidi per far venire sete agli spettatori.

Probabilmente tutto ciò sta un millimetro a sinistra e un millimetro a destra perfettamente nelle regole, ma appare essere così ontologicamente democristiana che a me che per anni mi sono ripromesso di non morire democristiano risulta indigesto.

Alla Tv hanno mostrato che in mezzora hanno prodotto e registrato il sito e comprato le pagine sui giornali. Che decisionismo! Ma se il decisionismo lo si spende per queste operazioni spregiudicate, beh, non posso far altro che ricordare il decisionismo craxiano. Ne stiamo pagando ancora le conseguenze. Anche quello vorrei averlo messo alle spalle.

Da una festa di popolo le primarie sono diventate viagra per giornalisti che non  possono nascondere il luccichio negli occhi e il filo di bava alla bocca forse un po’ stupiti di poter avere vittime sacrificali che si sono offerte al loro banchetto (e offerto motivo perché possano tenerli per i cosiddetti nei prossimi anni)

A me Renzi piace molto e apprezzo molto del suo programma ma le ultime genialate del suo entourage mi hanno fatto definitivamente decidere per Bersani.

Solo che volevo decidere per addizione di valore e invece mi trovo a decidere per minore sottrazione. E questo non lo scorderò.

giovedì 29 novembre 2012

PRIMARIE DI CENTRO SINISTRA. BERSANI O RENZI


Chiunque dei due vinca, può un cittadino di sinistra, che vota centro sinistra per realismo, sperare che: 
1) ci sia contaminazione con quanto di buono a livello di idee è sorto in queste primarie (depurando da sospetti e insulti) nella preparazione di un programma rigoroso da sottoporre all’elettorato attivo? 
2) si faranno le primarie, molto più sciolte, a livello di circoscrizione per fare le liste  con o senza –a maggior ragione con – il porcellum? 3) la partecipazione importante, nei numeri,  di cittadini stopperà le fregole autoreferenziali di tanti medi “dirigenti” che, nell’auspicato caso di vittoria, cercheranno visibilità e coltivazione del proprio orticello, e farà riconoscere al (doppio) vincitore l’autorevolezza e l’autorità di guidare la colazione (pur sviluppando il lavoro di squadra? 
O ancora una volta, Tafazzi di (centro) sinistra manderemo a balengo tutto?
 Ultima domanda: verso sinistra c’è un muro come tra Israele o Palestina o abbiamo speranze?

martedì 27 novembre 2012

WARREN BUFFET

due frasi interessanti di Warren Buffet estrapolate dall'articolo pubblicato oggi su Repubblica.

frase 1:
Ed è rivoltante che una casella postale alle Cayman possa contribuire ai raggiri fiscali di individui e aziende ricchi.

frase 2:
Ma la necessità di riformare questi complessi meccanismi non deve indurci a rimandare la correzione di iniquità semplici e costose. Non possiamo permettere a coloro che vogliono proteggere i privilegiati sostengano impunemente che non si possa fare niente fino a quando non saremo in grado di fare tutto
(chiosa: purtroppo anche chi vuole proteggere gli svantaggiati spesso non accetta di fare niente finché non si sia in grado di fare tutto, e si rimane al palo)

domenica 25 novembre 2012

GRAZIE

GRAZIE

ai volontari che hanno organizzato le Primarie del Centro Sinistra e oggi sono stati tutto il giorno ai seggi,
IN PARTICOLARE AI VOLONTARI DI TREZZO E CONCESA.

perchè le buone idee e le cose positive hanno bisogno delle gambe degli uomini per camminare

ho potuto scegliere tra cinque cittadini italiani che apprezzo per la loro  personaLITà e le loro idee (cinque belle facce)  quello che reputo migliore, un voto in positivo e non contro qualcuno
spero che non si sprechi nulla del patrimonio di idee e di partecipazione 

spero che non si dimentichi un popolo alla sinistra del "centro sinistra", portatore di idee, valori e sentimenti che non meritano di essere esclusi dal dibattito pubblico e politico e che arricchirebbero l'Italia.


I NUOVI ANALFABETI


articolo su LA LETTURA del Corriere di Paolo di Stefano intitolato I nuovi Analfabeti. 
Cito: 
Nel libro intervista con Francesco Erbani La cultura degli italiani, Tullio de Mauro evoca una una indagine del CEDE, che valuta il sistema nazionale dell'istruzione, per chiarire una serie di cifre assolute " più di due milioni di adulti sono analfabeti completi, quasi 15 milioni sono semianalfabeti, altri 15 milioni sono a rischio di ripiombare in tale condizione, e comunque sono ai margini inferiori delle capacità di comprensione e di calcolo necessarie in una società complessa e che voglia non solo dirsi ma essere democratica" In definitiva il 70% degli italiani non possiede le competenze " per orientarsi e risolvere, attraverso l'uso appropriato della lingua italiana, situazioni complesse e problemi della vita sociale quotidiana". Sono numeri che, in una situazione economica ordinaria (e in un Paese consapevole), farebbero scattare subito l'emergenza sociale.

CONTRO LA PREPOTENZA DEI CICLISTI DELLA DOMENICA

Gli Armstrong, i Contador e i Pantani che, in spregio alle regole di circolazione e di buon senso, sfrecciano per la nostra città (soprattutto alla domenica mattina) hanno stancato fino ogni limite immaginabile.
E' necessario porre rimedio a questa prepotenza che prende in ostaggio le vie del paese.
All'incrocio delle "5 vie" (via Quarto, Marconi, XI febbraio, Galli, dei Mille) una volta c'era il semaforo. I ciclisti non si fermavano al rosso, quando mai!, ma almeno rallentavano. Ora con la nuova rotonda transitano a 60 km/h anche se in sequenza ci sono due passaggi pedonali.
L'idea che potrebbero esserci pedoni che devono attraversare non sfiora i loro cervelli (colpa dei caschi protettivi troppo robusti o di che altro?).
L'autorità preposta a verificare il rispetto delle regole (che proteggono il più debole) è assente.
Sappiano questi invasati che se devo attraversare, mi avvalerò del mio diritto di precedenza. Se in conseguenza di questo faranno una macedonia di forcelle, clavicole, tibie e raggi... non dicano che non sono stati avvertiti.
La civile convivenza passa anche dal rispetto da parte di tutti delle regole.

lunedì 19 novembre 2012

GIAPPONE. KYOTO. KIYOMIZU-DERA


Questo antico tempio fu edificato per la prima volta nel 798, ma gli edifici attuali sono ricostruzioni del 1633.
L'edificio principale è contornato da un vasto portico, sostenuto da centinaia di colonne, che si affaccia sulla collina.
Poco più in basso, scorre la cascata OTOWA-NO-TAKI: i visitatori bevono le sue acque cui sono attribuite proprietà terapeutiche.



 








 





 







GRATTANDO IL GHIACCIO PER SCOPRIRE TERRENO FERTILE

GIAPPONE: UFFICIO POSTALE
Sono venuti dall'Africa, dall'India, dalla Cina a sbirciare cosa ci sia dentro questo modesto ufficio di pochi metri quadrati. all'ingresso, un bancomat, poco più in là un piccolo corridoio. Sul bancone una pila di fogli, un contenitore con diverse paia di occhiali, nel caso il cliente li abbia dimenticati a casa. E tante penne. Sono oltre 24mila gli uffici come questi in Giappone...

...Nella vita quotidiana del cittadino l'ufficio postale è una certezza. niente file perchè le operazioni vengono evase in un attimo.
Le raccomandate sono una rarità. Le ricevute sono tutte compilate a mano, semplicemente perchè sono una rarità. Perchè mai un giapponese dovrebbe spedire una Raccomandata? Non c'è alcun motivo La posta viene
sempre recapitata entro il giorno successivo. Una lettera, una cartolina o una stampa aperta non viene mai smarrita. E nessuno si sognerebbe mai di insinuarlo.

Bisogna spedire un foglio ma non si ha la busta? Niente paura, la si trova all'ufficio postale. Il pacco da spedire si è rotto? L'ufficio postale vende scatole di tutti i formati. Non c'è neppure la soddisfazione di vedere un francobollo. Sono gli impiegati allo sportello ad appicicarlo. E sono sempre loro a impostare la vostra lettera...

,,, Alcuni cittadini cambiano casa senza notificare l'ufficio postale.
Niente paura. I giornali elencano periodicamente i nomi dei destinatari cui non è stato possibile far giungere la posta, e accanto un numero telefonico cui rivolgersi per farla recapitare. E se non si è a casa durante la consegna di un pacco per il quale è necessaria una firma, un avviso ricorda al cittadino che basta telefonare al numero indicato per notificare il giorno e l'orario in cui si è in casa perchè il pacco possa essere consegnato.

da Agostino Mauriello: "il Giappone dalla A allo Zen"

domenica 18 novembre 2012

VISITA IN SINAGOGA

Oggi siamo stati a Milano a Book City.
Tra le altre iniziative abbiamo partecipato a quella tenuta  in Sinagoga Centrale a Milano.
Come in Sinagoga, mentre Israele sta bombardando Gaza?
Sì, proprio in Sinagoga, e ho messo la Kippah.
Non sono Oriano, sicuramente sono "fallace", ma ho le mie convinzioni.
Quando gli eserciti di chi dice "in God we trust", e di chi dice "God save the queen" ( tra gli altri) -e chiaramente, anche se non esclusivamente, si riferiscono al Dio cristiano-  hanno invaso l'IRAQ costruendo false motivazioni per giustificarsi e provocando più di un milione di morti iracheni, non per questo  ho disprezzato i Cristiani;
come non disprezzo i Musulmani per le fazioni che hanno dichiarato guerra all'Occidente e ai valori propri delle nazioni occidentali;
così non disprezzo gli Ebrei a seguito della mia condanna di Israele, non tanto per la feroce reazione ai missili di quei criminali di Hamas (per me quelli disprezzano il loro popolo sottoponendolo coscientemente alla punizione collettiva che Israele infligge), quanto per la politica di oppressione continua che ha sicuramente anche motivazioni economiche e razziste.
Anche se le pietre angolari del mio pensiero sono i diritti universali e inalienabili delle donne e degli uomini, i diritti dei bambini, il principio democratico una testa un voto, e la laicità delle istituzioni pubbliche, guardo con simpatia le religioni a cui molti uomini si richiamano per giustificare lo sconosciuto o l'incomprensibile, e valuto sulla base dei principi predetti le tradizioni dei popoli, senza sconti.
Per questo oggi mentre condanno Israele per la sua politica oppressiva verso i palestinesi, sono andato in Sinagoga. Come idealmente andrei in Moschea pur sperando in una Palestina libera, laica e democratica che si liberi di Hamas.

sabato 17 novembre 2012

BERGAMO E IL RESTO DEL MONDO


L'Eco di Bergamo é un "signor" giornale, seguito con partecipata,ancorché disincantata, attenzione da parte di tutti i bergamaschi.

L'identità culturale bergamasca, bel concetto non sporcato al fine dai deliri leghisti, porta il giornale a leggere gli avvenimenti del mondo in relazione al grado di bergamaschità degli stessi.

A volte con effetti divertenti e involontariamente umoristici.

Venerdì 16 novembre a pag. 10 dell'Eco si legge il titolo
"Io, bergamasco, così addestro l'aviazione afghana"
Articolo serissimo e, trattandosi di scenari di guerra, difficile.

Ma fermandosi al titolo, non si può fare a meno di immaginare il pilota di jet afghano, nella nostra fantasia con lunga barba, pugnale e turbante anche ai comandi dell'aereo, centrare, dopo una azzardata picchiata, un convoglio di talebani e gridare alla radio: 
"pota! l'ho preso" 
(purtroppo non so come si dica "l'ho preso" in pashtu)

SINCERITA' E COERENZA

Election day. Un articolo di Gian Antonio Stella. Corriere della sera di Sabato 16 novembre 2012.
"Maroni strilla:"Non si possono buttare 50milioni". Ma nel 2009 spenderne 172 non gli faceva effetto.
QUANDO A SINISTRA LO INVOCAVANO E SILVIO TUONAVA "E' MARX CONDICIO"

...
Lo dicano: "Vogliamo l'election day perchè ci conviene" oppure "rifiutiamo l'election day perchè non ci conviene". SAREBBE UN DISCORSO ONESTO. Ma sentire certe pappardelle penose da una parte e dall'altra sul bene pubblicoi e i diritti degli elettori e le procedure e bla bla bla è INSIEME PENOSO E RIDICOLO. Lo dimostrano gli archivi: sono in troppi a sostenere oggi l'opposto di quanto sostenevano ieri.
...
... Non ce n'è uno, di quanto teorizzano l'oggi l'obbligo morale di accoppiare amministrative e politiche che non sostenesse l'opposto.

venerdì 16 novembre 2012

GRATTANDO IL GHIACCIO PER CERCARE TERRENO FERTILE


GIAPPONE: INDIRIZZI

Tratto da IL GIAPPONE DALLA A ALLO ZEN di Agostino Mauriello

… Nessuno in Giappone si sogna di dare l’indirizzo preciso, via e numero civico, semplicemente perché nessuno li conosce. I tassisti guardano smarriti quando un cliente si azzarda a indicare numero e via. “ Tre strade dopo il distributore di benzina… a sinistra, all’altezza della lavanderia… a destra, due isolati dopo la stazione di polizia… di nuovo a destra…” Eco come si fa se non si vuole girare a vuoto.
Il Giappone non ha vie, non ha numeri affidabili, e men che meno un sistema che consenta di trovare senza disperare un indirizzo. Poche strade hanno un nome. … In alcune zone le case non sono numerate consecutivamente ma nell’ordine in cui sono state costruite.
… quando si invita qualcuno a casa, è necessario inviare la piantina del quartiere.
Un metodo è quelli di rivolgersi al “koban”, le minuscole stazioni di polizia presenti ovunque.
… Facciamo un esempio. Ambasciata d’Italia a Tokyo… l’indirizzo è 2-5-4-Mita, Minato-ku –Tokyo 108.
108 è i lcodiec epostale
Minato è il ku, cioè il quartiere, una sorta di città nella città
Mita è la zona
2 sta per Isolato di case numero 2
5 sta per blocco numero 5
4 Edificio numero 4
Facile a dirlo, impossibile a trovarlo
 
Quando siamo sbarcati a Tokyo uscendo dalla metropolitana, Antonella ed io abbiamo impiegato un’ora a trovare l’hotel Chiyoda inn che è a 2 minuti dalla metropolitana (uscendo dall’uscita giusta). Abbiamo chiesto a tanti e poiché pioveva uno ci ha regalato l’ombrello. 
Poi siamo andati anche noi in un Koban e abbiamo cominciato a capire. 
 
Infine abbiamo trovato una signora che ci ha letteralmente preso per mano e portato all’hotel. 
Però, non per vantarci, 3 giorni dopo siamo stati in grado di trovare ciò che cercavamo, fossero Onsen o Templi,  basandoci sul sistema giapponese di fornire l’indirizzo!

giovedì 15 novembre 2012

GIAPPONE: JIZO

tratto da Giappone: dizionari della Civiltà. Electa editore

Appartenente alla schiera delle divinità buddhiste, il bodhisattva Jizo ( in sanscrito, Ksitigarbha), a partire dal periodo Heian, con i Fujiwara, e in particolare con la diffusione del culto di Amida, è divenuto parte del culto popolare, superando i recinti dei templi.
La sua figura, infatti, simile a quella di un monaco conla testa rasata e una lunga veste e riconoscibile perchè tiene in mano un gioiello e nell'altra un bastone, è presente in ogni angolo di tempio, santuario, strada o bosco.
Avendo egli fatto voto di assistere e aiutare tutti gli esseri sofferenti, è venerato dai giapponesi come protettore in particolare dei neonati e dei non nati.
E' per questo che in alcuni templi e santuari le statuine a lui dedicate, diogni materiale e dimensione, si vedono a decine o addirittura a centinaia, portate dalle madri per affidargli i figli mai nati o morti appena nati.
Ed è per questo che si usa vestirle e coprirle con grembiuli o cappucci rossi e offrire loro fiori o frutti.

Tuttavia, si può incontrare Jizo anche per strada, solitamente in forma di piccola scultura di pietra, poichè e anche ritenuto protettore dei viandanti, ruolo simboleggiato dall'alto bastone.

martedì 13 novembre 2012

GIAPPONE: PREVEDERE E IGNORARE


Agostino Mauriello
IL GIAPPONE DALLA A ALLO ZEN
prima edizione 1996.
pag. 106: Nucleare

" Alcuni recenti incidenti a centrali nucleari in Giappone hanno messo sotto accusa i sistemi di sicurezza dei reattori della nuova generazione. Il Paese potrebbe ora essere costretto a rallentare la sua corsa verso il nucleare. Per non parlare delle imprevedibili conseguenze in caso di catastrofico terremoto nei pressi di una centrale atomica". 
Ha solo sbagliato la causa scatenante: lo tsunami, che forse nel 1996 in Italia era un fenomeno meno conosciuto.

venerdì 9 novembre 2012

SUKIYAKI

Murakami Haruki
Norwegian wood. pag. 366


-         Sukiyaki. - disse, - Sai quanti  anni sono che non lo mangio? Lì non avevamo l’attrezzatura per farlo. Me lo sogno  perfino la notte. Con carne, porri, vermicelli di konnayaku, tofu e foglie di crisantemo che bollono, gorgogliando…
-         Magari, ma c’è un problema. Non ho la  pentola per il sukiyaki.
-         -Lascia fare a me. Me la farò prestare dai padroni di casa.
Reiko andò senza indugio e tornò con una magnifica pentola per sukiyaki, fornellino a gas e tubo di gomma.
In una stradina commerciale nei paraggi comprammo la carne, le uova, le verdure e il tofu, e in negozietto di alcolici un discreto vino bianco
Tornati a casa per prima cosa Reiko lavò e mise a cuocere il riso mentre io disponevo sulla veranda il tubo di gomma e tutto l’armamentario per il sukiyaki.
Poco dopo il riso era pronto così io misi l’olio sul fondo della pentola prima di mettere i vari ingredienti del sukiyaki.
-Non starò sognando, vero?- disse Reiko annusando l’odore che cominciava a diffondersi.
-Ti assicuro che è un sukiyaki reale a cento per cento. Fidati, - dissi.
Poi senza quasi più parlare continuammo a mettere gli ingredienti nella pentola sopra la birra. Colomba arrivò richiamata dall'odore e le demmo qualche pezzetto di carne. Quando fummo pieni ci appoggiammo ai pilastri della veranda a guardare la luna.
-         Sei soddisfatta? – chiesi
-         Molto. Non ho nessun reclamo, - disse Reiko, e mimando una smorfia di sofferenza aggiunse: - Anzi, non ho mai mangiato tanto in vita mia.
-         Adesso cosa vuoi  fare?
-         Riposarmi un attimo e poi andare al bagno pubblico. Devo assolutamente lavarmi i capelli.

Sukiyaki: pietanza che si cucina in tavola, alla maniera della fondue, in una pentola in cui, su un fornello a gas, cuociono diversi ingredienti ( carne tagliata a fettine, crostacei, verdure) che si mangiano dopo averli intinti in uovo crudo
Konnayaku: radice delle Colocasie dalla cui farina, mista a una gelatina, si ricavano i vermicelli trasparenti utilizzati nel sukiyaki





 





mercoledì 7 novembre 2012

SAPPIAMO DI NON ESSERLO

"Norwegian wood" di Murakami Haruki
pag.194

- Si potrebbero quasi invertire i ruoli, tra personale e pazienti - dissi io impressionato, 
- Assolutamente, - disse Reiko agitando la forchetta nel parlare.- Vedo che cominci già a capire come vanno le cose nel mondo. 
- Sto imparando, - risposi- 
Mah, in una cosa sicuramente noi altri siamo normali, - disse Reiko.- Nel fatto che almeno noi sappiamo di non esserlo.

SEMAFORO ROSSO

SEMAFORO VERDE

lunedì 5 novembre 2012

LA COSA PIU' IMPORTANTE PER UN ESSERE UMANO


Murakami Haruki
Kafka sulla spiaggia

Pag 449

Del resto, quando mai il significato di una vita appariva chiaro e facile da decifrare? La cosa più importante per un essere umano, pensò Hoshino, la cosa che ha maggior peso, è proprio la morte. Gli sembra che il modo di morire di una persona avesse molto più significato del modo in cui era vissuta. O meglio, è il modo in cui si è vissuti a decidere il modo di morire.


 

domenica 4 novembre 2012

AMOUR film di Michael Haneke

"Amour", film di Michael Haneke con Emmanuella Riva e Jean-Louis Trintignant.
Abbiamo visto il film al cinema Conca Verde di Bergamo, venerdì scorso. Era l'unico cinema che lo proiettava nel week end nelle vicinanze di Trezzo.


Il film é molto famoso, ha vinto la palma d'oro a Cannes.
Per quanto conosciuto riassumo velocemente la trama. Una anziana coppia di francesi, colti, professori di musica, probabilmente benestanti, vivono una vita la loro senile vita matrimoniale con affetto e interessi comuni. Lei é colpita da ripetuti ictus che la riducono a una progressivamente aggravata invalidità, lui la assiste a casa avendo le promesso di non farla ricoverare in ospedale. L'esito é scontato e viene subito spiegato nella prima scena.
Scrivo per consigliare la visione, prima che scompaia dalla programmazione
Non sono un cinefilo, probabilmente capisco poco di cinema, ma con Antonella pensiamo di poter dire che per noi é un capolavoro.
Come si può immaginare, del resto del film se ne é parlato molto, la storia raccontata é drammatica, ma alcune considerazioni.
Il film é di un asciutto spaventoso, non c'è un momento nel quale viene cercata la commozione dello spettatore, ma si esce prosciugati. Si impiega un po' a riprendersi.
Per quanto la tematica sfiori  l'argomento, non é il fine vita, l'eutanasia, l'accanimento terapeutico il tema del film
La mia impressione é che il centro del film sia la solitudine dell'uomo nella tragedia della vita, una solitudine che é lenita dall'amore per il proprio compagno o la propria compagna.
A mio avviso il regista non cerca alcun colpo ad effetto per dimostrare la sua bravura, salvo quello che a mio avviso é un colpo di genio e che si attua alla fine del film - e che non racconto
Interessa troppo ad Haneke mettere in primo piano la storia, come gli attori straordinari, al servizio del racconto
Penso che un film americano avrebbe colto a piene mani i momenti strappalacrime che si sarebbero potuto creare per alzare il tasso di umidità della sala. Haneke é di un rigore assoluto. Credo che sia un piccolo indicatore di cosa sia l'Europa e la cultura europea, e perché questo continente, che tutti si ostinano a ritenere ormai marginale, rimane ancora un canone per tutti e possa rinascere se non rinnega la sua cultura e civiltà
Trintignant e Riva sono straordinari, reggono un film girato completamente in un ambiente chiuso, quasi teatrale, e concentrato sulle loro figure, con moltissimi primi piani.

venerdì 2 novembre 2012

ISRAELE E IL GIARDINIERE TUNISINO

La Repubblica di oggi venerdì 2 novembre. A pagina 14 un articolo di Fabio Scuto riprende la vicenda dell'assassinio di Khali al-Wazir (nome di battaglia Abu Jihad) - al tempo numero 2 dell'OLP - avvenuto nel 1988 a Tunisi da parte di una pattuglia di soldati Israeliani in missione segreta. Un fatto conosciutissimo, che sollevò molte polemiche ma che dimostrava, palesemente, una cosa: l'audacia e la spietata efficienza degli israeliani contrapposta alla logorroica inettitudine degli arabi. Nulla di nuovo, salvo che alla fine i Palestinesi ottennero, con l'Intifada -la prima, precedente agli attentati - più risultati che con ogni altro velleitario uso della forza.
La ricostruzione non dice nulla di nuovo rispetto all'articolo del 1988 sempre di Repubblica (quello dava al-Wazir sveglio nello studio, questo lo vede a letto... cambia poco).
C'è una riga che però per me dice molto:
" Viene ucciso un secondo bodyguard palestinese E UN IGNARO GIARDINIERE TUNISINO CHE DORMIVA NELLA BARACCA IN GIARDINO".
(Non so se questo sia veritiero - abbiamo imparato a diffidare della precisione dei giornalisti che amano infiorire gli articoli con "notizie di colore" - ma E' VEROSIMILE).
Ecco, questo giardiniere tunisino, il suo assassinio - al-Wazir era in guerra con Israele, abbiamo scritto "assassinio" ma la parola giusta dovrebbe essere "uccisione" - a mio avviso dice molto del rapporto tra Israele - e forse non solo il governo, darei un significato più globale - e il resto del mondo, gli altri cittadini del mondo. Come la pacifista americana schiacciata dal buldozer, come i soldati ugandesi, anche questo innocente giardiniere tunisino non è che un pezzo da eliminare se crea un intoppo nel girare del motore israeliano. Credo che sia un ostacolo nel naturale svilupparsi di un sentimento di affetto e amicizia per quel popolo, e di preoccupazione. Chi salva un uomo salva l'umanità, chi uccide un uomo innocente? E' un prezzo che può permettersi di pagare l'unica democrazia del medio oriente? E perchè noi accettiamo questo, anzi non ce ne accorgiamo neanche del giardiniere tunisino?

giovedì 1 novembre 2012

STREGATO DA UNA VOLPE


MURAKAMI  HARUKI
KAFKA SULLA SPIAGGIA

  Pag 295
  “mah, questo è vero, però… aspettare una ragazza di notte seduto su una panchina davanti a un luogo sacro mette un po’ in ansia. Ho la sensazione che finirò stregato da una volpe.