sabato 14 gennaio 2017

ADESSO BISOGNA FARLO DA SOLI

La morte dell'illustre Tullio De Mauro per Giovanni De Mauro ha significato perdere il padre. Giovanni De Mauro è direttore di INTERNAZIONALE, ogni settimana firma il fondo di pagina 3, interventi sempre brevi, pacati ma importanti e determinati.
Questa settimana ha voluto ricordare il padre senza citarlo, per pudore da vero giornalista, con una lunga citazione firmata Teju Cole, una profonda riflessione sul lutto, che si riferisce alla morte del proprio genitore ma nella quale ciascuno di noi può ritrovarsi

una breve frase tratta dallo scritto
"a delineare il lutto non è solo il vuoto scavato dalla tristezza: è sapere che quel che si faceva in due, qualunque cosa fosse, che avesse un nome o no, che fosse reciproco o no (...) adesso bisogna farlo da soli"
Non è solo quando si è perso qualcuno.
A volte nei brutti sogni anche ad occhi aperti, si pensa al futuro, quando ci capiterà, se saremo chi sopravvive, di vivere questa situazione

http://www.internazionale.it/opinione/giovanni-de-mauro/2017/01/13/privato

venerdì 6 gennaio 2017

EMPATIA

Marco Malvaldi. La battaglia navale

"- Facciamo un test per stabilire il tuo grado di empatia. Pronto?
-Pronto.
-Entri in una ferramenta, vuoi comprare un paio di forbici, ma il commesso è sordo. Che fai?
Ma che domanda è
Massimo mimò con la destra il gesto delle forbici che tagliano
-Benissimo. Entri in un negozio di animali, vuoi comprare un cane, ma il commesso è cieco. Che fai?
-Bau, bau...
Aldo guardò Massimo con severità.
-Massimo, il commesso è cieco, non è scemo"

giovedì 5 gennaio 2017

INFORMAZIONE E LIBERTA'. POTER NON SUBIRE NOTIZIE INUTILI

La vicenda degli insulti di Sgarbi a Boldrini per la volontà di quest'ultima di caratterizzare per genere il nome comune di alcune professioni.
Ovviamente ha ragione Boldrini, ma l'intrattenitore con gli occhiali ha avuto il suo quarto d'ora di celebrità e reso necessario interessarsi alla sua sortita con una correzione. Ha raggiunto il suo scopo. Lui ha vinto. Il sistema dell'informazione che ha sprecato carta e bit ha perso. Noi abbiamo perso ugualmente perchè abbiamo dovuto subire una notizia assolutamente inutile.
Saremo veramente liberi quando di queste fole non se ne curerà nessuno.

mercoledì 4 gennaio 2017

memoria_ IL COLONIALISMO E I SUOI PICCOLI PIACERI 4/4

memoria _IL COLONIALISMO E I SUOI PICCOLI PIACERI

tratto dal libro di HENRIK SVENSEN "STORIA DEI DISASTRI NATURALI"
 quarta  parte di quattro


Malgrado la gente morisse di fame dappertutto in India, l'impero non rimase mai senza le derrate alimentari. Molti morivano di stenti mentre vagoni del treno pieni di grano passavano loro accanto. Vennero istituiti alcuni campi per gli affamati, ma riuscirono solo a peggiorare la situazione. Le razioni di cibo erano state calcolate attentamente dalle autorità britanniche, ma erano troppo piccole per permettere di sopravvivere. Inoltre bisognava guadagnarsele lavorando duramente. Il risultato fu la morte lenta per inedia e per malattia di migliaia di indiani emaciati, nonostante fossero , in teoria, sotto la protezione britannica. (…) Nei tre anni successivi (al 1877) ci furono tra i sei e i dieci milioni di vittime che pesarono tutte sulla coscienza dell'Impero.

martedì 3 gennaio 2017

memoria - IL COLONIALISMO E I SUOI PICCOLI PIACERI 3/4

memoria _IL COLONIALISMO E I SUOI PICCOLI PIACERI

tratto dal libro di HENRIK SVENSEN "STORIA DEI DISASTRI NATURALI"
 terza  parte di quattro

In più, un ciclone aveva causato 150.000 vittime nel Bengala e aveva diffuso una violenta epidemia di colera che colpì praticamente tutti e si trasformò in una pandemia. A Bombay si cercò di impedire alla stampa di venire a conoscenza dell'altissima mortalità. Le rivolte del grano scoppiavano quotidianamente e le prigioni erano piene fino a scoppiare. La classe sociale più colpita della rigida stratificazione indiana fu quella delle caste più umili e degli intoccabili. Le donne e i bambini presi a rubare il cibo dai campi o dai granai rischiavano la tortura, di avere il naso tagliato o di essere uccisi. Gli unici che riuscirono a cavarsela abbastanza bene furono i ricchi. In ottobre la siccità finì, ma le piogge portarono solo zanzare. La malaria causò centinaia di migliaia di vittime. Non c'era fine alle tragedie. Coloro che sopravvissero agli anni di crisi fino al 1879 dovettero anche sopportare le visite dei funzionari armati delle tasse che richiedevano il pagamento di debiti che ormai erano saliti a vette altissime d erano impossibili da onorare.
Nel suo libro LATE VICTORIAN HOLOCAUSTS, lo storico radicale Mike Davis ha descritto l'ideologia da cui Lytton e i britannici hanno tratto il loro atteggiamento verso la terribile carestia, per cui non di doveva dare la priorità agli aiuti per la popolazione indiana. I principi malthusiani riguardo la crescita della popolazione ( la produzione di derrate alimentari non riesce a stare la passo con la crescita della popolazione), mischiati al darwinismo sociale ( i più forti sopravvivono e i più deboli morranno comunque), giustificavano per loro la mancanza di interventi. Erano “la stessa natura” e “i ritmi di riproduzione troppo elevati” degli indiani che portavano alla morte di così tanti di loro. Gli aiuti avrebbero solo rimandato il problema. Questo punto di vista venne ribadito da una commissione d'inchiesta britannica istituita per investigare sulle cause del disastro e fu anche sostenuto dal parlamento britannico.

lunedì 2 gennaio 2017

memoria -IL COLONIALISMO E I SUOI PICCOLI PIACERI 2/4

memoria _IL COLONIALISMO E I SUOI PICCOLI PIACERI

tratto dal libro di HENRIK SVENSEN "STORIA DEI DISASTRI NATURALI"
 seconda  parte di quattro


Nel corso dell'anno le condizioni peggiorarono drasticamente: la scarsità di cibo si diffuse da Madras nel nord-ovest a Bombay. Migliaia di persone iniziarono ad ammassarsi intorno alle città, ma furono bloccate e si impedì loro di entrare. La gente moriva fuori dai granai. Si sarebbe potuto evitare di arrivare a una simile situazione se il rappresentante dell'Impero britannico in India, lord Lytton, non si fosse rifiutato di interferire nel libero mercato che controllava il prezzo del grano. Continuò a vivere circondato dal lusso a Delhi e iniziò a preparare il ricevimento più costoso e più grande del mondo in occasione della proclamazione a imperatrice dell'India della regine d'Inghilterra. Quasi 68.000 invitati poterono gustare deliziosi piatti per un'intera settimana, mentre nel sud del paese 100.000 persone morivano di fame. Lytton viene ricordato in India come il “Nerone britannico”. Durante il 1877 le sofferenze dei poveri aumentarono. Gli inglesi rifiutavano ancora di intervenire sul prezzo del grano e, addirittura, le esportazioni verso l'Inghilterra raddoppiarono rispetto al 1876. In alcune parti del paese scoppiarono delle rivolte e ci furono molte disperate proteste contro i prezzi alti. I vecchi raccolti degli anni precedenti il 1876 erano stati esportati, inoltre l'agricoltura in alcune parti dell'India si era concentrata sulla coltivazione del cotone invece che su quella del grano. Nella provincia del Deccan la gente cominciò ad avvertire le conseguenze del mercato globale. In alcune zone la gente era così disperata che iniziò a vendere i propri figli anche per poco cibo in cambio. Ci furono anche molti casi di cannibalismo.

L'estate del 1877 fu molto torrida e i raccolti di riso di Burma e del Bengala furono ottimi, ma il riso venne esportato, sebbene l'India avesse ora, ufficialmente, 36 milioni di persone che soffrivano la fame.

domenica 1 gennaio 2017

memoria IL COLONIALISMO E I SUOI PICCOLI PIACERI 1/4

memoria _IL COLONIALISMO E I SUOI PICCOLI PIACERI

tratto dal libro di HENRIK SVENSEN "STORIA DEI DISASTRI NATURALI"
 prima parte di quattro

Nell'ottobre del 1876 sia il potere colonialista britannico che la maggioranza dei milioni di abitanti dell'India speravano che le piogge monsoniche avrebbero salvato i raccolti annuali di riso e frumento. Gli anni precedenti erano stati buoni, il surplus era stato esportato in Inghilterra, e nelle strade di Londra la gente mangiava pane preparato con il grano indiano. Solo che i monsoni non arrivarono e non venne neanche la preziosa pioggia. Il risultato fu una serie di eventi che verso la fine dell'anno causarono grossi problemi. I contadini cominciarono ad abbandonare la terra in cui negli ultimi tempi si erano cibati di ratti per sopravvivere fino all'arrivo della pioggia e del raccolto. Nello stesso momento i granai cittadini erano pieni, appartenevano ad investitori britannici e cacciatori di fortuna che avevano scommesso tutto quello che possedevano sull'acquisto di grano nella speranza di fare fortuna. Il trasporto del cibo nelle aree colpito non avrebbe dovuto essere difficile. Somme considerevoli di denaro erano state spese per costruire le ferrovie in India per rendere possibile, almeno ufficialmente, proprio il trasporto del cibo verso le campagne in caso di carestia. Invece le ferrovie vennero utilizzate per trasportare il grano lontano dalle zone che più ne avevano bisogno. Con l'uso del telegrafo fu possibile tenere altro in tutto il paese sia il prezzo del grano che quello del riso. I prezzi salirono così tanto che chi veramente ne aveva bisogno, i poveri e li affamati, non poteva permettersi di pagarli.

NON SONO AFFEZIONATO ALLA CARCASSA

Erri De Luca. "la doppia vita dei numeri"

Non so se voglio bene a delle parti del mio corpo. Nell'insieme no, non sono affezionato alla carcassa. Ci sto dentro, tutto qua.