domenica 22 giugno 2014

GRATTANDO IL GHIACCIO AD ISTANBUL. MARMARAY... ERDOGANSAN?

L'unico bus che abbiamo preso ad Istanbul è stato l'HAVATAS da e per l'aeroporto (del quale abbiamo già descritto le procedure di carico). Scelta obbligata. Bus comodo. Unica debolezza, nel suo percorso si deve immergere nel caotico e congestionato traffico della grande Istanbul, città che sembra estendersi all'infinito. Il traffico di entrata e uscita da Istanbul è ancor minore del traffico "in" Istanbul.


 Per questo motivo accompagnato da una migliore comprensibilità dei tragitti e delle destinazioni, in città abbiamo utilizzato mezzi di trasporto che godessero di percorsi protetti: tram, funicolari, metropolitane.

Non abbiamo mancato di utilizzare i bus d'acqua, i traghetti, sia per raggiungere la costa asiatica, sia per rientrare ad EMINONU dai quartieri occidentali.




Per rientrare in Europa da Uskudar abbiamo utilizzato la nuovissima MARMARAY che corre sotto il mare attraversando il Bosforo.
Erdogan ha voluto fare il giapponese. Sulla banchina di attesa ha fatto indicare per terra il punto dove le porte dei treni si sarebbero aperte.
LE INDICAZIONI "ALLA GIAPPONESE" SULLA BANCHINA DELLA MARMARAY

 Non ci credevamo e invece l'indicazione era precisa.
Peccato che contrariamente ai giapponesi, i turchi che devono salire non attendo in fila che i passeggeri in discesa abbiamo evacuato il treno, ma si ammassano disordinatamente sull'ingresso, per cui lo scambio salita/discesa diventa ogni volta un piccolo match.


Per usare tram, funicolari, metro, traghetti, si compera un "jeton" prima di salire che costa sempre la stessa cifra, 4 lire turche (circa 1,4 euro), oppure si striscia una tessera magnetica. Non c'è interscambio tra tutti i mezzi di trasporto che hanno fermata comune.

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