domenica 19 novembre 2017

LE TABELLE SINOTTICHE DEL CENTRO SINISTRA E SINISTRA AMPIA

Potrebbe essere giunto il momento delle tabelle sinottiche del centro sinistra e della sinistra ampia? Il momento in cui, questa infinita e assurda proliferazione di “soggetti politici” (nuovi o usati) della Sinistra si siede attorno a un tavolo e applica queste poche regole: si “parla delle cose”, si dimenticano rancori personali, si tacciono dichiarazioni ad effetto, si cerca ciò che unisce e lo si condivide, si media su ciò che è motivo di dubbio o contrasto, si guarda al futuro con fiducia verso nell'Italia e nell'Europa e reciprocamente gli uni con gli altri, si scrive un incipit sentito come proprio e comune per tutti, misura per il resto dei punti di discussione? Per esempio
“ ciascuno fa al meglio il proprio dovere, non si lascia nessuno indietro, si calibra la “velocità” della società in modo che sia adeguata a rispettare il principio precedente”

Potrebbe essere giunto il momento in cui ci si “impegna per” e non di fanno promesse, in cui la programmazione futura è realistica, non stuzzicante o seducente, bensì strettamente connessa alle possibilità reali concesse in un mondo sempre più interconnesso e interdipendente e nel quale la prima cosa da fare è scardinare rendite di posizione e privilegi inamissibili?

Potrebbe essere giunto il momento in cui non si promette o non si auspica il migliore dei mondi (irrealizzabile), ma (se proprio il meno peggio dei mondi possibilile perché sarebbe deprimente) si assicura l'impegno concreto, lungimirante, pragmatico, laico, del miglioramento continuo del mondo in cui viviamo, in senso di giustizia sociale, di funzionamento dello stato, di redistribuzione del reddito, di cultura di cittadinanza, di senso del dovere?

Potrebbe essere giunto il momento in cui i vari (piuttosto usurati) leaders si pongano il dubbio: ma dietro di me il deserto? E si interroghino se parlano (e si parlano addosso) autorefernzialmente, e i cittadini si voltano da un'altra parte e smettono di ascoltare?


Potrebbe essere giunto il momento?

LA SCUOLA DEVE INSEGNARE ANCHE IL SENSO DEL DOVERE

http://www.corriere.it/opinioni/17_novembre_19/scuola-deve-insegnare-anche-senso-dovere-8200a010-cc8f-11e7-b192-e3062d909ba1.shtml

DAL RISPETTO DA PARTE DI CIASCUNO DEL PROPRIO DOVERE DISCENDE IL RISPETTO E LA TUTELA DEI DIRITTI DI TUTTI (R.S.)

Concordo in pieno con l'articolo di Giovanni Belardelli sul Corriere di oggi
"Se è possibile abolire il voto di condotta, per di più nel disinteresse pressoché totale dell'opinione pubblica, è anche perchè tutto ciò che ha a che fare con la disciplina, il rigore, la serietà è da tempo considerato in modo sospetto"
"... cultura di sinistra e in generale progressista. Una cultura che, soprattutto nella sua declinazione comunista, aveva al lungo alimentato, invece, l'idea che a scuola contassero autodisciplina, sforzo individuale, capacità di superare gli ostacoli e le difficoltà. Si trattava di una cultura che aveva eletto a proprio modello Antonio Gramsci che, privato della libertà e in condizioni difficilissime, si era applicato agli studi e alle riflessioni consegnate ai Quaderni del carcere"
E' una narrazione falsa e utile a chi vuole chiudere a ogni prospettiva di cambiamento in senso di maggiore uguaglianza e giustizia la società italiana ed europea, ma occorre che con l'esempio pratico e la evidenza della adesione all'etica del senso del dovere e del senso dello Stato sia smentita. Fare il proprio dovere al meglio, mettere in campo strumenti di rigore e di disciplina, avere e rispettare regole ferree che servono alla fine per tutelare i più deboli da violenza e prevaricazioni sono strumenti utili per non lasciare nessuno indietro e adeguare la velocità di crescita della società in modo che questa prescrizione sia rispettata. 

venerdì 17 novembre 2017

ALMENO UN ASPETTO POSITIVO ESISTE

ALMENO UN ASPETTO POSITIVO ESISTE

In questi tempi bui (nello specifico: buio politico, grigio/nero) aspetti positivi possono essere trovati, cercandoli, anzi uno mi sembra evidente, si appalesa nitidamente:
possono già iniziare, con largo anticipo, le meditate, pungenti, sentite, accurate, analitiche, sapienti e sapute, saccenti e seccanti, analisi sui motivi della clamorosa sconfitta della Sinistra ampia (dal Centro-Sinistra alla Sinistra-Sinistra) nelle prossime elezioni.
Si pensi ai benefici di iniziare subito: non si accavallano voci, non si rischia di perdere nessuna delle imperdibili analisi così precise, si può parlare uno alla volta, anche prenotando il giorno e l'ora (considerate tutte le sfaccettature in cui la suddetta si divide - meglio, viene divisa da chi ad essa si richiama, nell'arte riuscita di complicare un principio semplice: ciascuno fa il suo dovere al meglio che può, nessuno viene lasciato indietro, si procede a quella velocità che consente al requisito precedente di essere soddisfatto- occorre prevedere circa 3 mesi di tempo). I media riusciranno a rendere intrigante la noia pur di vendere spazi pubblicitari prima e dopo, saranno soddisfatti e ringrazieranno. Gli italiani, un po' meno, anche se lo capiranno dopo qualche tempo

mercoledì 8 novembre 2017

NON DOVREMMO AVERNE PIU' CURA?

NON DOVREMMO AVERNE PIU' CURA?

Si sorride amaramente leggendo il libro IN TERRA D'AFRICA- GLI ITALIANI CHE COLONIZZARONO L'IMPERO di Emanuele Ertola.
Si sorride nel ritrovare nelle vicende del colonialismo feroce e straccione dello Stato Fascista tutte le miserie ( corruzione, pressapochismo, familismo, informazione falsa, sfruttamento dello Stato per fini personali, Amministrazione pubblica e burocrazia sempre ben disposte a "farsi oliare") che non riusciamo a eliminare dallo Stato del XXI secolo.
Si sorride amaramente perchè se quello era lo Stato Fascista, una dittatura da cui non ci si poteva aspettare di meglio e che diede solo il peggio (e che stimolò la popolazione ad esprimere anch'essa il proprio peggio), ora siamo cittadini di uno Stato democratico, non dovremmo essere sudditi. Allora di questo Stato Democratico non dovremmo averne più cura?

giovedì 2 novembre 2017

"UNA NAZIONE PUO' SOPPORTARE...QUANDO..."ENRICO BERLINGUER

Lo stralcio che pubblico è tratto da un intervento in Comitato Centrale  del PCI (che termini antiquati, che ricordi di gioventù) del 1974 ( 43 anni or sono). Dire P.Farina, curatore del libro da cui traggo il testo "CASA PER CASA, STRADA PER STRADA" che è conseguente due fatti importanti, la vittoria del NO al referendum sul divorzio ( ebbene sì, una volta i referendum in Italia erano indetti per scelte epocali, non erano iniziative farlocche messe insieme per scopi diversi da quelli manifesti) e la legge Piccoli sul finanziamento pubblico ai partiti.
Ancora una volta, come spessissimo mi capita leggendo questo libro, mi stupisco a pensare che sta parlando dell'oggi (con una tempra morale che chi oggi parla se la sogna). I nostri problemi non nascono ieri, in compenso ieri avevamo figure di riferimento che potevano avere ruoli di leadership e di statisti - per parte mia credo sia evidente che penso proprio ad Enrico Berlinguer. Ormai sembra diventato un "classico", una figura di pensatore di un passato vicino e lontano a cui fare riferimento per i problemi odierni.
Ecco il breve testo
Una nazione può anche sopportare un periodo di difficoltà e di durezze quando se ne fa una ragione; ma non può vivere, conservare una sua unità morale e andare avanti senza avere dinanzi a sé una prospettiva e delle mete da raggiungere. Ecco la ragione più profonda del malessere che serpeggia e si diffonde nei più vari strati della società e che dà luogo a fenomeni di avvilimento, o di esasperazione, o di scatenamento di particolarismi. Anche nell’attività di certi settori dell’amministrazione pubblica, così come della scuola, si constata un affievolimento di impegno, che non giustifica la svogliatezza dei singoli, ma la cui causa principale sta nel fatto che la direzione politica del paese niente fa per rendere consapevoli i cittadini delle ragioni sociali e personali di un severo impegno nel lavoro e nello studio, non sa infondere in tutta la collettività il senso dello Stato perché essa stessa non lo ha, non sa insomma indicare una nuova prospettiva di sviluppo a tutta la nazione

mercoledì 1 novembre 2017

ALZIAMO LO SGUARDO

ALZIAMO LO SGUARDO

Ragionando sulla vicenda Russiagate, oggi su "la Repubblica", il giornalista Rampini si interroga: "in che stato è la democrazia Americana?"
"ottimo e terribile a seconda di come si guardi questa vicenda"
Ottima perchè il bilanciamento dei poteri tiene e il potere del Presidente non è in grado di "fermare" l'autonomia dei giudici e il procedere delle indagini .
Pessima per come la politica utilizza e ha utilizzato ogni arma per infangare l'avversario e ingannare i cittadini, indirizzando scelte non razionali. E anche per come chi dall'esterno aveva interessi abbia potuto superare qualsiasi barriera di sicurezza per espandere la propria influenza.

Sarebbe bene forse applicare questa domanda e questa riflessione all'Italia.
Ci sono molti motivi di allarme. Alla luce della facile previsione di chi governerà prossimamente il nostro Paese, lo spettacolo di come è stata condotta la campagna per il Referendum recente in Lombardia (non mi riferisco è ovvio al quesito che si poteva non condividere ma che era, come ogni domanda, in democrazia legittimo - ancorché inficiato dalla sua inutilità e dallo scopo recondito ma conosciuto per cui era stato posto) dovrebbe farci sentire suonare un campanello di allarme, obbligarci ad alzare lo sguardo dal contingente (e dalle miserie del contingente - rancori reciproci e tristissime faide comprese) e suscitare un motivato allarme.