martedì 30 giugno 2015

IL NOSTRO CORPO è UNA PAGINA BIANCA

IL NOSTRO CORPO è UNA PAGINA BIANCA
(con una mia considerazione sul corpo delle donne)
Ho estratto a caso, dalla pigna (da una delle pigne) sulla quale accatasto i giornali da leggere quando sarà possibile, un numero di TUTTI LIBRI de la STAMPA del 2011 e ho trovato un articolo interessante di MARCO AIME sul Corpo Umano.
Il titolo è: IL NOSTRO CORPO è UNA PAGINA BIANCA.
Copio uno stralcio dell'articolo:
" Perché il corpo è come una pagina bianca su cui ogni comunità, ogni società, ogni cultura scrive, disegna, incide il proprio marchio. E' uno dei principali strumenti attraverso cui i gruppi umani esprimono il loro senso di appartenenza. La prova è che non esiste società umana che lasci il corpo così come madre natura ce lo fornisce: si tingono , si acconciano e si accorciano i capelli, ci si rado, o no, si pitturano visi e corpi, li si modella. Dalle pratiche tribali alla chirurgia estetica, sembra che gli esseri umani vogliano strappare il corpo dalla sua condizione originale, "naturale", per renderlo sempre più "culturale"
(...)
sembra che il corpo, fornitoci dalla natura, non soddisfi le esigenze degli individui, che quell'insieme di muscoli, nervi, ossa, tessuti sia troppo "naturale" per essere vissuto come umano. 
(...)
Il corpo viene disegnato, inciso, scolpito, amputato, modellato. Quasi l'uomo volesse sancire con queste operazioni il suo distacco dalla natura, marcarne la differenza, per spostarlo sul terreno della cultura.
(...)
il corpo nella sua versione naturale appare pertanto come una pagina bianca, su cui poter scrivere; il corpo "culturale", elaborato, dipinto, segnato, diventa allora un testo, scritto in una lingua particolare, che la rispettiva cultura è in grado di decifrare."

E, annoto io, da sempre gli uomini "scrivono " sul corpo delle donne, e usano il corpo delle donne, per sancire, definire, limitare o espandere il loro potere. 
Il corpo delle donne è l'alfa e l'omega della nostra vicenda umana.

lunedì 29 giugno 2015

NON LE PICCOLE VIRTù MA LE GRANDI

NON LE  PICCOLE VIRTù MA LE GRANDI
Leggo sulla Domenica del Sole24Ore il Breviario che scrive Gianfranco Ravasi.

"per quanto riguarda l'educazione dei figli, penso che si debbano insegnar loro non le piccole virtù ma le grandi"
Era il 1962 quando Natalia Ginzburg pubblicava un saggio intitolato appunto Le piccole virtù. sarebbe un testo da rispolverare in questi tempi in cui ci si adatta sempre al minimo, a partire dalla scuola, correndo così il rischio di cadere nel vuoto e nel nulla. Persino nella filosofia si è  optato per il pensiero debole e l'etica si è fatta anch'essa esangue e minimale.
Ma che cosa sono le "grandi virtù"? ce lo spiega la stessa Ginzburg: " Non il risparmio, ma la generosità e l'indifferenza verso il denaro; non la prudenza, ma il coraggio e lo sprezzo del pericolo; non l'astuzia, ma la schiettezza e l'amore alla verità; non la diplomazia, ma l'amore per il prossimo e l'abnegazione; non il desiderio del successo, ma il desiderio di essere e di sapere".
Gesù in questo era stato estremista: " Siate perfetti, come perfetto è il Padre vostro celeste"(Matteo 6,48).

Due considerazioni. Per insegnare le Grandi Virtù occorrerebbe anche metterle in pratica, altrimenti si rischia di apparire oltre che seguaci di piccole meschinità anche incoerenti.
Seconda considerazione: su questa idea di "creare l'uomo nuovo" non ha fallito solo il Cristianesimo.


giovedì 25 giugno 2015

PLATONE. LE LEGGI. CIASCUNO DI NOI E' IN GUERRA CON SE STESSO

Chiedo scusa ai filosofi se faccio questa estrapolazione che rischia di porre fuori contesto la frase che cito, però la trovo estremamente significativa.
L'ho colta nelle prime pagine de LE LEGGI di Platone, che ho appena iniziato a leggere.
CLINIA: Anche in quell'occasione il vincere se stessi è la principale e la più nobile vittoria, mentre l'essere vinto da se stessi è la peggiore e più turpe sconfitta. Questo è dunque un segno che ciascuno di noi è in guerra con se stesso

LUCA SIMONETTI. CONTRO LA DECRESCITA. QUALCHE DOMANDA

LUCA SIMONETTI. CONTRO LA DECRESCITA. QUALCHE DOMANDA
Luca Simonetti
Contro la decrescita
Nel capitolo che tratta della felicita. Simonetti cita
Tutto molto condivisibile, mi rimane il dubbio che parta da un presupposto a priori che deve essere dato perché il ragionamento si regga nel passaggio dalla teoria alla pratica, ovvero che siamo liberi. Mi chiedo, siamo liberi?

In ogni caso, quella che il reddito non dia la felicità è solo una leggenda. Tutti gli studi effettuati finora dimostrano il contrario: più la gente é ricca e più si considera felice. (...) il reddito influisce positivamente sulla felicità. Inoltre é importante ricordare che sulla felicità influiscono in misura rilevante (e, per lo più , non decrescente) altri fattori, come la stabilità del regime politico, la misura in cui un sistema politico é democratico, la tutela dei diritti umani, lo stato di salute. Tutti questi fattori tendono anch'essi a crescere con l'aumento del reddito
( anche in questo caso il discorso non sembra fare una piega, ma stimola due domande: é questo un sistema potenzialmente win-win, che potrebbe essere comune a tutta la popolazione del globo, oppure la sua esistenza in un luogo prevede che necessariamente in un altro luogo non possa svilupparsi, insomma che il conto degli uni sia pagato, in toto o in buona parte da altri?; e se questa ipotesi fosse fondata, la consapevolezza di essa dovrebbe minare la mia felicità o dovrei disinteressarmi  che altri paga il mio conto?)

GLI ATEI INVISIBILI DEL MONDO ARABO. IL FUTURO DEL MONDO ARABO E' LAICO

Oggi ho potuto leggere un interessante articolo apparso sul numero numero 22 di INTERNAZIONALE uscito il 19 Giugno (do queste indicazioni perché nelle biblioteche del nostro sistema si trova - alla biblioteca di Trezzo per esempio l'abbonamento è stato regalato dalla associazione SOLDELLADDA) intitolato "GLI ATEI INVISIBILI DEL MONDO ARABO. DAL MAROCCO ALL'ARABIA SAUDITA, CRESCE IL NUMERO DEGLI ARABI CHE SI DICHIARANO NON CREDENTI. ANCHE SE SPESSO RISCHIANO PUNIZIONI SEVERE" di Ahmed Benchemsi, The New Republic.

L'articolo è parecchio stimolante, ma lungo e non posso riprodurlo tutto come vorrei, trascrivo solo la parte finale che, spero senza troppe illusioni, una ambiziosa speranza.

" Nonostante i rischi e le sfide sociali e politiche da affrontare, gli attivisti atei sono ottimisti: il futuro del mondo arabo è laico. Secondo Willoughby in Medio Oriente "l'ateismo si sta diffondendo come un incendio incontrollato". Brian Whitaker lo considera il "sintomo di qualcosa di più grande, cioè della battaglia contro l'oppressione". La scena musicale underground araba, in piena esplosione, è un altro esempio dell'irresistibile spinta al cambiamento che sta trasformando il Medio Oriente e il Nordafrica. Ci vorrà probabilmente del tempo perchè si compia una piena rivoluzione culturale. "Penso che  il laicismo sia una certezza, non solo una possibilità, per il futuro dell'Egitto", spiega Abdel Samad. " Resta da chiarire quale sarà il prezzo da pagare per arrivarci. La sotria fa pensare che il prezzo sarà il sangue".
Waleed al Husseini è  "pessimista per quanto riguarda i prossimi vent'anni, ma ottimista per quello che verrà dopo". Se lo può permettere: ha appena 26 anni"

Ci vuole ottimismo, oltre forse a una conoscenza della realtà che i normali nostri mezzi di informazione, pigri quando va bene, ma più spesso mossi da intenzioni strumentali, non ci consentono, per avere questa visione del futuro. Ma la strada è, per quanto stretta, una sola, è anche nostro interesse  fare la nostra parte affinché venga imboccata.

mercoledì 24 giugno 2015

UNA SINGOLARE COMUNANZA DI VEDUTE

Non è una riflessione sulla "LAUDATO SI'", che risulterebbe perlomeno frettolosa e azzardata, essendo arrivato solo a pagina 45, ma la condivisione di un mezzo sorriso, una increspatura dell'angolo sinistro delle labbra, che è stimolato da questo passaggio
" E' cresciuta la sensibilità ecologica delle popolazioni, anche se non basta a modificare le abitudini nocive di consumo, che non sembrano recedere, bensì estendersi e svilupparsi. E' quello che succede, per fare un semplice esempio, con il CRESCENTE AUMENTO DELL'USO E DELL'INTENSITA' DEI CONDIZIONATORI D'ARIA: i mercati, cercando un profitto immediato, stimolano ancora di più la domanda"
collegato alla mia scelta, che mi ha fatto subire forti contestazioni, di acquistare l'auto, la mia Logan, deliberatamente  SENZA ARIA CONDIZIONATA.
Come dire, una simpatica e inaspettata comunanza di idee con Francesco, il costruttore di ponti.

domenica 14 giugno 2015

LA CROCE E IL POTERE. I CRISTIANI DA MARTIRI A PERSECUTORI La istituzionalizzazione del pregiudizio contro gli ebrei

GIOVANNI FILORAMO
LA CROCE E IL POTERE. I CRISTIANI DA MARTIRI A PERSECUTORI

La istituzionalizzazione del pregiudizio contro gli ebrei

“L'antagonismo nei confronti dei giudei presente nei testi del nuovo testamento diventa, a partire dal II secolo, un elemento caratteristico della teologia, della pietà e della liturgia cristiana, sia in Oriente che in Occidente. D'altro canto, per i polemisti cristiani autori di vari trattai adversus Jedaeos, (Contro i giudei), si trattava prevalentemente di una polemica ideologica, su base esegetica, più che contro i giudei coevi, contro il giudaismo dell'antico patto e, soprattutto, contro i giudei responsabili della morte del messia: una polemica, di conseguenza, contro un
(…)

Con la svolta costantiniana e il formarsi dell'Impero cristiano, questo quadro ideologico e teologico conobbe un utilizzo nuovo e gravido di conseguenze. Accusare i giudei di deicidio poteva avere ora ricadute pericolose. Una avvisaglia del mutare del clima si ha già con Costantino. Infatti, i pronunciamenti statali del primo imperatore cristiano si rivelarono più profondamente ostili nei confronti del giudaismo di quelli dei suoi predecessori pagani. In una lettera rivolta a tutte le chiese subito dopo il concilio di Nicea il 19 giugno del 325 a un certo punto l'imperatore osserva, a proposito delle controversi sulla data della Pasqua che continuavano a caratterizzare certe comunità cristiane, alcune delle quali si ostinavano a rimanere legate al modo di comuto della festività tipo del giudaismo:

L'eredità di Walter Scott coinvolge anche Trezzo

Trovato oggi leggendo  "LA CULTURA DEGLI EUROPEI DAL 1800 AD OGGI" di Donald Sassoon

"Anche in Italia la diffusione delle opere di Scott fu determinante nello sviluppo del romanzo storico: Manzoni lesse molti testi dello scrittore scozzese mentre scriveva la prima stesura dei Promessi Sposi, ma molti altri romanzi italiani erano ispirati a Scott: Il castello di Trezzo di Giovan Battista Bazzoni, La battaglia di Benevento di Domenico Guerrazzi, Cabrino Fondulo di Vincenzo Lancetti, Sibilla Odaleta di Carlo Varese ( tutti usciti nel 1827 )..."


martedì 2 giugno 2015

“LA CROCE E IL POTERE. I CRISTIANI DA MARTIRI A PERSECUTORI”

GIOVANNI FILORAMO
“LA CROCE E IL POTERE. I CRISTIANI DA MARTIRI A PERSECUTORI”

dopo Costantino, le presa del potere

“il ricorso alla tortura era abituale nei processi in cui vi era un capo d'accusa come la stregoneria, che poteva servire a scopi politici. Dopo la morte di Giuliano (l'imperatore che tentò di restaurare il paganesimo) vi erano stati sotto Valente non pochi processi contro pagani delle classi alte accusati di magia, in cui si era fatto ricorso in modo sistematico alla tortura e che erano terminati con la condanna a morte degli accusati.
(…)
l'accusa di eresia era, così, diventata un pericolo mortale. In un impero cristiano, che tendeva inevitabilmente ad uniformare la religione dei propri sudditi, il dissenso religioso metteva ormai in pericolo non solo i propri beni, ma anche la propria vita, a meno di non rientrare nei ranghi della Chiesa ufficiale. La ricerca del consenso e dell'unità diventava una necessità non solo religiosa, ma anche politica. Ma come era possibile conciliare il vangelo dell'amore con la persecuzione degli erranti ( prima che dell'errore), la diffusione dell'annuncio cristiano con l'eliminazione (anche fisica) di chiunque lo minacciasse. Questi i drammatici interrogativi che si trovò di fronte il più grande teologo del crsitianesimo occidentale, Agostino (...)

lunedì 1 giugno 2015

LA COSTRUZIONE DEL CONSUMO

Trovo ancora un altro paragrafo interessante e significativo nel libro di Maria Cristina Perilli: "GIOCATI DALL'AZZARDO".
si tratta della citazione di una citazione, però vale la pensa di trascriverla, perchè il ragionamento esposto mi sembra veritiero e sta al centro sia dell'intento del libro, sia della volontà di ragionare all'interno della nostra comunità.



"il dottor Maurizio Fiasco, sociologo che da anni si occupa degli aspetti socio economici correlati al gioco d'azzardo, ne parla in questi termini: <(...) l'aumento spaventoso del consumo del gioco d'azzardo non è la soddisfazione di un bisogno presente in natura, ma la costruzione del consumo. Chi offre gioco d'azzardo non si limita, come accadeva sino ai primi anni novanta, di aprire il botteghino in strada e ricevitorie per il totocalcio il venerdì e sabato, ma promuove attivamente il consumo con un marketing aggressivo, non definito secondo un codice etico, ma utilizzando a piene mani conoscenze psicologiche e cognitive per guadagnare sempre nuovi segmenti di mercato: giovani, vecchi, donne, famiglie. Il gioco d'azzardo oggi si è trasformato in un modello di business per attrarre investitori"

1:131 1:263

1:131  1:263
Il 22 maggio, a cura della Lista Civica TUTTI PER TREZZO è stato presentato il libro "GIOCATI DALL'AZZARDO" con la partecipazione dell'autrice MARIA CRISTINA PERILLI  con Alfio Lucchini

Ho comprato il libro e ho iniziato a leggerlo.
Riassumere il primo capito, tanto è denso di dati, sull'evoluzione del gioco d'azzardo dal 1990 ad oggi, è praticamente impossibile.
Voglio solo riportare questo piccolo stralcio.

"nelle nostre città nascono come funghi sale bingo, agenzie di scommesse, sale con apparecchi da intrattenimento ( i cosiddetti casinò di quartiere) e punti vendita di concorsi a pronostici, lotto e lotterie. Secondo i dati ufficiali resi pubblici nel 2014 dai Monopoli di Stato, la rete vendita di prodotti di gioco in Italia comprende 161.252 esercizi tra sale gioco, punti vendita, ricevitorie, agenzie e negozi.
A ciò si aggiunge la distribuzione di slot e vlt (nota mia: macchine più evolute con maggiore possibilità di gioco) divenuta con un'evidenza innegabile ormai massiccia e capillare. I Monopoli di Stato dichiarano che sono presenti sul territorio nazionale 410.688 new slot distribuite in 96. 245 esercizi e 50.662 vlt distribuite in 4.588 sale dedicate.
Dividendo il numero degli italiani (lattanti compresi) per il numero complessivo di slot e vlt, otteniamo un risultato che fa davvero riflettere: abbiamo un apparecchio per giocare d'azzardo ogni 131 abitanti. l 1 gennaio 2012 i posti letto nelle strutture sanitarie pubbliche e privare erano 230.000 (il  22% in meno dal 2000).; se ne deduce che abbiamo un posto letto ogni 263 abitanti."

CI SONO LE DONNE...

Deliberatamente non sfoglio il calendario 2015 di Mariposa /Linea d'ascolto per scoprire ogni mese la poesia che mi regalano.
Le trovo tutte belle, alcune strepitose. Sono tutte novità per me (non depone questo a favore della mia cultura, ma pazienza, ignorante sono e così, un granello in meno da oggi, rimarrò.
Quella del mese di giugno, a mio avviso è in cima alla categoria "strepitosa".
Immagino che il calendario sia in molte case, la copio nel mio blog per condividerla con chi non avesse il calendario o non la conoscesse
Grazie alle splendide ragazze che hanno fatto questo calendario

ALDA MERINI
Ci sono le donne...

E poi ci sono le donne donne
E quelle non devi provare a capirle, sarebbe una battaglia persa in partenza.
Le devi prendere e basta.
Devi prenderle e baciarle, e non dare loro il tempo di pensare.
Devi spazzare via, con un abbraccio che toglie il fiato, quelle paure che ti
sapranno confidare una
volta soltanto, a bassa bassissima voce.
Perché si vergognano delle proprie debolezze e, dopo avertele raccontate, 
si tormenteranno in una
agonia lenta e silenziosa - al pensiero che scoprendo il fianco e
mostrandosi umani e fragili e
bisognose di un piccolo fottutissimo attimo, vedranno le tue spalle voltarsi
ed i tuoi passi
allontanarsi.
Perciò prendile e amale.
Amale vestite, che a spogliarsi sono brave tutte.
Amale indifese e senza trucco, perché non sai quanto gli occhi
di una donna possano trovare scudo dietro un velo di mascara.
Amale addormentate, un po' ammaccate quando il sonno le stropiccia.
Amale sapendo che  non ne hanno bisogno, sanno bastare a se stesse.
Ma appunto per questo, sapranno amare te come nessuna prima di loro.