giovedì 31 gennaio 2013

PROGRAMMI ELETTORALI

Questa sera Mentana si è lanciato in una perorazione del dibattito, anzi del confronto, tra i leaders degli schieramenti, come di una necessità della politica (e poichè è un fine giornalista ha chiosato... e della televisione). Io non capisco perchè. In un dibattito/confronto si può vedere se un leader è più pronto a fare la battuta, lanciare lo strale, uscire da un impaccio. Ma osservo che l'ultimo presidente del consiglio, che ci ha fermato un attimo prima che precipitassimo nell'abisso del default, parlava dicendo una parola ogni 10 secondi, come se ne cercasse una alla volta, con tanti "ehm" da sembrare un inglese. Huffington post italia oggi diceva che Berlusconi si sta rifacendo l'immagine presentandosi come nonno, fidanzato ecc... Ma io come italiano, in una situazione di scarsa fiducia, vorrei sapere chi ha proposte, e confidenza di realizzare le proposte, per far ripartire questa gigantesca macchina economica, ma anche sociale, ma anche culturale, che da anni è bloccata e gira a vuoto su se stessa. Sui problemi di immagine di Berlusconi, non vedo che attinenza abbia con il futuro dell'Italia. Per il passato, abbiamo già dato, grazie. Sono convinto che, anche se ai media non conviene ammetterlo (perderebbero un po' di share), abbiamo conservato memoria.
Per questo preferisco andare a leggere i programmi. Non mi interessa che vengano "ben teatralizzati". Preferisco confrontarmi con RC, con FiD, con Maroni stesso, con SCcMpI.

Proseguendo con il programma PD, sempre nel capitolo lavoro, si può leggere questo paragrafo

Serve un grande piano per aumentare e migliorare l’occupazione femminile, contrastare la disparità nei redditi e nelle carriere, sradicare i pregiudizi sulla presenza delle donne nel mondo del lavoro e delle professioni. A tale scopo è indispensabile alleggerire la distribuzione del carico di lavoro e di cura nella famiglia, sostenendo una riforma del welfare, politiche di conciliazione e condivisione e varando un programma straordinario per la diffusione degli asili nido. Anche grazie a politiche di questo tipo sarà possibile sostenere concretamente le famiglie e favorire una ripresa della natalità. Insomma sul punto non servono altre parole: bisogna fare del tasso di occupazione femminile e giovanile il misuratore primo dell’efficacia di tutte le nostre strategie.

PROGRAMMI ELETTORALI

Sempre da IL NOSTRO PROGRAMMA del Partito Democratico nella sezione intitolata LAVORO si trova questo significativo paragrafo che estrapolo dall'intero capitolo.
Con tutti i limiti di analfabetismo funzionale sull'argomento, mi sembra di leggere un indirizzo abbastanza chiaro, pregevole e auspicabile in un momento storico nel quale o ci si salva tutti assieme o non si salva nessuno (almeno per il 99%).
Per mi sembra che il discorso rimanga troppo trattenuto, manchi un indirizzo sintetico, chiaro, riconoscibile e immediatamente abbinabile al centro sinistra. Quattro parole forti che non tradiscano la complessità del problema e che però lo richiamino e lo contengano.
LAVORO
La nostra visione assume il lavoro come parametro di tutte le politiche. Cuore del nostro progetto è la dignità del lavoratore da rimettere al centro della democrazia, in Italia e in Europa. Questa è anche la premessa per riconoscere la nuova natura del conflitto sociale. Fulcro di quel conflitto non è più solo l’antagonismo classico tra impresa e operai, ma il mondo complesso dei produttori, cioè delle persone che pensano, lavorano e fanno impresa. E questo perché anche lì, in quella dimensione più ampia, si stanno creando forme nuove di sfruttamento. Il tutto, ancora una volta, per garantire guadagni e lussi alla rendita finanziaria. Bisogna perciò costruire alleanze più vaste. La battaglia per la dignità e l’autonomia del lavoro, infatti, riguarda oggi la lavoratrice precaria come l’operaio sindacalizzato, il piccolo imprenditore o artigiano non meno dell’impiegato pubblico, il giovane professionista sottopagato al pari dell’insegnante o della ricercatrice universitaria.

mercoledì 30 gennaio 2013

PROGRAMMI ELETTORALI

Proseguendo la lettura de IL NOSTRO PROGRAMMA del PARTITO DEMOCRATICO, trovo, nel capitolo DEMOCRAZIA, questa affermazione a mio avviso importante e significativa

DEMOCRAZIA
C’è un nesso strettissimo tra il maschilismo e l’offesa alla dignità delle donne incarnati in questi anni dal berlusconismo e il degrado delle istituzioni democratiche. Il riconoscimento della soggettività femminile e l’attuazione del principio della democrazia paritaria sono oggi condizioni essenziali per la ricostruzione del Paese.

Questa é a mio avviso una considerazione tanto vera quanto, abitualmente, passata sotto traccia . Non mi riferisco alle vicende degli ultimi due/tre anni. L'utilizzo sessista delle donne nella televisione di Mediaset, immediatamente e poco dignitosamente copiato dai concorrenti risale a ben prima della discesa in campo del loro padrone, e rappresenta per l'ideatore uno dei maggiori successi, avendo prodotto una modificazione culturale che resisterà ben oltre i suoi declinanti successi politici. Quanto scritto nel programma PD é per me verissimo ma tocca un tale nervo scoperto che non può limitarsi ad essere oggetto di solo programma politico, è la sfida per una rivoluzione culturale italiana

PROGRAMMI ELETTORALI

non seguendo per principio e per mancanza di tempo alcun talk show o trasmissione di intervista ai leader politici (e men che meno le trasmissioni clone nelle tv locali), per capire o confermarmi chi votare mi devo affidare alla vecchia abitudine di leggere i programmi.
il web aiuta a ritrovare i siti dei partiti o delle coalizioni in competizione, meno a trovare programmi dettagliati e indicazioni precise.
Ma qualcosa di positivo e che da speranza si trova.
Ho scaricato un po' di materiale e ho iniziato a leggere, e condivido sul mio blog.
Ho iniziato con il file IL NOSTRO PROGRAMMA del Partito Democratico.
Ho tratto alcuni spunti.

Il testo inizia trattando il tema Europa
Europa
Adesso c’è bisogno di correggere la rotta, accelerando l’integrazione politica, economica e fiscale, vera condizione di una difesa dell’Euro e di una riorganizzazione del nostro modello sociale.
Anche per l’Europa, infatti, la prossima sarà una legislatura costituente in cui il piano nazionale e quello continentale saranno intrecciati stabilmente. Una legislatura nella quale l’orizzonte ideale degli Stati Uniti d’Europa dovrà iniziare ad acquistare concretezza in una nuova architettura istituzionale dell’eurozona.

Sono passaggi significativi,anche se avrei voluto leggere che le elezioni per il parlamento europeo si sarebbero svolte su base europea e non nazionale, che i ministri europei saranno eletti dal parlamento su base di maggioranze programmatiche e non slegati da esso.  Non c'è pieno slancio europeista, credo che gli stati uniti d'Europa siano una urgenza che richiede tempi più rapidi e decisioni più drastiche di quanto il realismo riformista del pd preveda. Però la strada è tracciata. In un altro punto si parla di misurata cessione di sovranità a un'Europa che mette il lavoro e il controllo della finanza al centro. Mi sembra interessante

lunedì 21 gennaio 2013

27 GENNAIO 2013. GIORNATA DELLA MEMORIA. A TREZZO

Faccio mio l'invito dell'ANPI di Trezzo.

Giornata della Memoria
Appuntamento a Concesa in via Don Gnocchi a Concesa ore 10.00 al Parco della Memoria
27 GENNAIO 1945 – 27 GENNAIO 2013 
“GIORNO DELLA MEMORIA” L’IMPORTANZA DI NON DIMENTICARE


Il 27 gennaio 1945 le truppe sovietiche dell'Armata Rossa, nel corso dell'offensiva in direzione di Berlino, arrivarono presso la città polacca di Oswiecim (nota a tutti noi con il suo nome tedesco di Auschwitz), scoprendo il suo tristemente famoso campo di sterminio e liberandone i pochi superstiti. La scoperta di Auschwitz e le testimonianze dei sopravvissuti rivelarono per la prima volta al mondo l'orrore del genocidio degli ebrei attuato dalla follia nazista.
Per ricordare le vittime della barbarie nazista, nel luglio del 2000, l’allora Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, istituì il Giorno della Memoria fissandone la data al 27 gennaio di ogni anno.
In tale giornata in ogni paese vengono ricordate quelle vittime e quegli orrori con corone di fiori, discorsi e fasce tricolori; ma non è solo una commemorazione rituale.
I periodi non sono paragonabili, la Germania nazista e l’Europa unita nata dalla disgrazia della seconda guerra mondiale, ma anche oggi, in questo momento di forte crisi, si notano avvenimenti che suonano come campanelli d’allarme.
Negli ultimi anni sono rifioriti movimenti e partiti, a volte anche al governo di stati europei dell’est e dell’ovest, che fanno, della ricerca del capro espiatorio, parte fondante delle loro politiche per risolvere la crisi oggi imperante.
Nulla potrà essere come nel 1945 perché coloro, che vissero quei momenti, diedero vita all’Unione Europea che ci consente di essere, da allora, in pace; ma non possiamo dare nulla per acquisito, scontato dobbiamo continuare a ricordare e vigilare perché nulla di ciò che accadde possa tornare anche in forme più blande.
E’ per questo motivo che il Direttivo della sezione dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, A.N.P.I., di Trezzo sull’Adda invita, i propri concittadini, a partecipare alla commemorazione del Giorno della Memoria di domenica 27 gennaio 2013 nelle iniziative organizzate nella nostra cittadina ricordando, in particolare, quella tradizionale al Monumento del Deportato di via don Gnocchi a Concesa.
Trezzo sull’Adda, 12 gennaio 2013

martedì 15 gennaio 2013

PARLARE CHIARAMENTE

Leggo da Repubblica di oggi, pag. 13, articolo di Rampini questa citazione di Obama, virgolettata, quindi parole sue:
"Ridurre responsabilmente il deficit pubblico va bene, ma io non taglio i fondi alla scuola e ai pensionati".

Mi sembra una affermazione chiara, comprensibile, identitaria.
Domanda (ovviamente al Centro Sinistra)
LA CONDIVIDIAMO?
LA IMPLEMENTIAMO?
LA AFFERMIAMO A CHIARE LETTERE? (per esempio nel settore scuola io trovo scavando nel sito Bersani 2013 questa affermazione di Bachelet nel libro  ‘Idee ricostruttive per la scuola’: "sostenere e rilanciare un settore cruciale per il futuro Paese". Quindi il concetto è presente, perchè non esprimerlo in modo semplice e  anche accattivante, visto che è sinceramente pensato e voluto e non un escamotage per cercare voti?)

mercoledì 2 gennaio 2013

DISCUSSIONE SU REGISTRO ELETTRONICO - IL MIO PARERE


MARIAPIA VELADIANO
PERCHE’ IL REGISTRO ELETTRONICO è UN’ILLUSIONE EDUCATIVA
Nono sono affatto d’accordo con l’articolo della signora Veladiano apparso oggi su Repubblica.
Il disaccordo parte dal titolo, e non è un fatto secondario perché crea un discrimine quando la giornalista illustra invece, nel proseguo dell’articolo,  concetti critici condivisibilissimi, solo che li imputa a un mezzo al quale invece io attribuisco potenzialità positive, ritenendo personalmente  i punti di crisi elencati estranei ad esso, esistenti anche in sua assenza, e figli di un approccio culturale più riconducibile a sensibilità di natura, in senso ampio, politica (nell’accezione di intereresse e cura della polis all’interno della quale il percorso scolastico dei nostri figli cittadini “quì ed ora” e “in fieri” nel contempo è parte fondamentale).
Concetti come la partecipazione dei genitori alla vita della scuola, oltre che nel rapporto precipuo con gli insegnanti dei nostri figli, la fiducia nei ragazzi, messa a volte a dura prova ma sempre da ricostruire con fatica e volontà  da parte di entrambi, le crisi, il cui superamento è iniziazione alla vita adulta.
Tutti concetti condivisi ai quali a mio avviso non si contrappone il registro elettronico. Il registro elettronico a mio avviso non placa l’ansia neglettendo la fiducia (come potete trovare scritto nell’articolo).
Il registro elettronico è uno strumento utile che anzi penso possa aiutare il collegamento e il colloquio tra docenti/scuola e famiglia
Dove c’è il registro elettronico, argomenta Veladiano, capita che i genitori non si facciano più vedere ai colloqui.
E’ un’affermazione apodittica che può avere riscontri positivi o negativi.
Ho il riscontro che in assenza di registro elettronico famiglie pur sollecitate a confrontarsi  con la scuola ignorino le richieste di incontro, o al contrario in presenza di registro elettronico ci sono famiglie costantemente a colloquio con i docenti per trovare assieme una strada per far superare le difficoltà ai figli.
Su queste e su altre affermazioni della giornalista si può assentire, ma non nel metodo che imputa al registro elettronico la causa delle difficoltà e delle negatività.
Non credo neppure che il registro elettronico possa ampliare e stressare la carenza di partecipazione da parte delle famiglie.
Anzi, io aumenterei l’utilizzo della tecnologia nel rapporto diretto tra scuola e famiglia. In due settori.
Primo settore: la trasmissione alle famiglie delle verifiche fatte dai figli alle famiglie. Sappiamo che moltissimi Istituti sono alquanto restii a consegnare ai ragazzi, soprattutto delle superiori, le verifiche in quanto documenti ufficiali. Eppure sarebbero uno strumento utilissimo per i genitori per conoscere non il nudo voto ma dove si annida la carenza del proprio figlio o figlia. Utile a cercare una strada per risolverla. Tutto quello che il nudo voto non concede (e difficilmente lo esaurisce il colloquio con il docente che anzi potrebbe presupporre come conosciuto il problema e potrebbe concentrarsi sulla strada per la soluzione).
Allora perché non utilizzare la tecnologia per  consegnare alle famiglie una scansione della verifica, salvando il documento ufficiale e ampliando la conoscenza delle famiglie?
Si pensa che questo strumento sarebbe utilizzato, come già la giornalista imputa al registro elettronico, dalle famiglie per aprire contenzioni con i docenti per un mezzo punto in più o mezzo punto in meno? Purtroppo questo problema già esiste (al netto di casi giustificati, è un andazzo tristemente comune a tutte le scuole, frutto di anni di svilimento della autorevolezza dei docenti e di un costume nazionale teso all’autogiustificazione a  priori – ma non è il caso ora di aprire questo fronte di riflessione).
Secondo settore. La giornalista lamenta la scarsa propensione delle famiglie a colloquiare  con i docenti. Ma non ha pensato, Veladiano, che forse esiste anche una difficoltà delle famiglie perché gli orari dei colloqui non sono amichevoli? O si fanno colloqui mattutini, in orario, per chi l’ha, di lavoro, o si fanno colloqui di massa pomeridiani che, salvo rari e bene auguranti casi, sono piuttosto veloci e affollati?
Quale alternativa? Esiste Skype. Perché non pensare a sessioni di colloqui organizzati via Skype, dove famiglia e docenti si possono guardare negli occhi, parlare a tu per  tu ma con la possibilità di farlo senza essere fisicamente davanti ( senza che fisicamente ci si debba spostare a volte anche in luoghi non vicini al proprio lavoro o alla propria abitazione)?
Mi rendo conto che il mio discorso è monco. Partecipare alla scuola vuol dire anche uscire una fredda sera d’inverno per partecipare alla riunione del Comitato Genitori, magari in una città non proprio vicina a casa, vuol dire essere disponibili a fare i rappresentanti, i genitori nel CdI. Per i ragazzi vuol dire non scappare da scuola al suono della campanella, ma vivere la scuola lungo tutto il giorno con attività e studio comune (ma apriamo il triste capitolo dei trasporti,  che mettono in disagio anche solo quando c’è un corso di recupero), vuol dire che Amministrazione Comunale e Genitori e Docenti partecipano assieme a mantenere il plesso in regime di scarsità di risorse (come ci racconta l’esperienza di Gallarate). Ma sto divagando.


martedì 1 gennaio 2013

-27

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RANDO KIM ED ELSA FORNERO

Rando Kim: " Dipende da te". pag. 222
Ultimo paragrafo, riassuntivo dell'insegnamento contenuto nel capitolo "prendi il primo treno".

< Miei cari giovani, non tiratevi indietro. Fate la vostra umile entrata nella società, anche se il risultato non dovesse essere all'altezza delle vostre aspettative. Se per caso arriva un treno di terza classe, prendetelo lo stesso. Piano piano, passerete a un convoglio migliore. Sarà più facile che cercare di salire subito su un treno di prima classe che viaggia a tutta velocità. >

Se Rando Kim si fosse chiamato Elsa Fornero, dicendo queste cose, (consigli che probabilmente ciascun genitore da ai propri figli)  sarebbe stato sicuramente coperto di insulti feroci e vittima dell'ironia pelosa e del distorcimento artefatto dei concetti espressi da parte dei mezzi di informazione