domenica 29 agosto 2010

BERLINGUER SEMPRE ATTUALE

EDITORIALE DI EUGENIO SCALFARI SU “LA REPUBBLICA” DEL 29 AGOSTO 2010
(stralcio)
L’ETICA DI BERLINGUER (RIFLESSIONE SULL’AUSTERITA’, LA POLITICA ECONOMICA E I COSTI DELLA GLOBALIZZAZIONE)
Nel corso del Meeting di Rimini (ndr. Organizzato da CL), l’intervento di Tremonti (…) ha parlato di austerità ricordando che in anni ormai lontani quel concetto fu patrocinato da Enrico Berlinguer ( ndr: segretario del Partito Comunista Italiano) che propose di farne il cardine di una nuova politica economica. E’ vero, Berlinguer vide con trent’anni di anticipo il grande riassetto sociale che stava arrivando , ne colse alcune implicazioni che riguardavano la politica e le istituzioni, decise di orientare in modo nuovo la politica del suo partito affinchè si ponesse alla guida di quel riassetto..
Non fu soltanto Berlinguer a imboccare quella strada (…) insomma la Sinistra di governo e la Sinistra di opposizione.
Il richiamo di Tremonti è stato quindi molto opportuno: la Sinistra, quella Sinistra, aveva capito in anticipo i tempi e le crisi che si addensavano e ne vide le conseguenze sulla società italiana.
Tremonti però non ha reso esplicito il significato di quella posizione. Berlinguer voleva che fosse la sinistra a guidare il riassetto sociale incombente, per garantire che non fossero solo i ceti più deboli a pagarne il costo.Questo aspetto del problema è stato oscurato dal nostro ministro dell’Economia ed è invece l’aspetto fondamentale.
Se si deve attuare una vasta modernizzazione istituzionale e un trasferimento di benessere sociale dalle economie opulente verso quelle emergenti; se un così gigantesco riassetto non può essere disgiunto da un riassetto analogo all’interno delle aree opulente; è evidente che i più deboli devono partecipare in primissima fila a questa operazione. I ceti medi e medio-bassi non possono essere oggetto del riassetto sociale senza esserne al tempo stesso il principale soggetto. Questo è il punto che manca all’analisi di Tremonti (…) Marchionne () Marcegaglia.
L’intero Meeting di Rimini su questo punto ha taciuto: omissione tanto più vistosa in quanto avvenuta in una occasione promossa da una delle principali Comunità cattoliche, con tanto di benedizione papale e presenza cardinalizie.
Ne è accettabile che una così plateale omissione sia giustificata con l’argomento che l’aspetto politico non riguarda gli operatori economici e gli imprenditori.
Grave errore: l’economia politica ha come tema centrale proprio quello dell’etica, cioè dei diritti e dei doveri, della felicità e dell’infelicità, della giustizia e del privilegio.
Una Comunità cattolica dovrebbe mettere al centro delle sue riflessioni questo tema e porlo ai suoi ospiti. Se non lo fa, diventa una lobby come in effetti CL da tempo è diventata.

martedì 24 agosto 2010

UN PROPOSTA DI RIFLESSIONE PER I LAICI

Giancarlo Bosetti
“Il fallimento dei laici furiosi. Come stanno perdendo la scommessa contro Dio”
Pag. 178
Dirigenti politici xenofobi non si limitano a negare l’evidenza “multietnica” della composizione degli abitanti delle nostre città e campagne ma tendono a esorcizzare la realtà con proposte come… la proibizione dei giardini pubblici agli extraeuropei. A simili amenità – che hanno evidentemente un certo rendimento elettorale e che sono peraltro irrealizzabili - non è sufficiente rispondere con accuse di razzismo. E’ bene sviluppare una linea di proposte alternative che si propongano di rendere visibili le differenze come fattori di vitalità e ricchezza della convivenza… La trincea dei laici che si limitano a difendere la sovranità dello Stato dalle ingerenze della Chiesa è un luogo cieco e sordo a tutto questo. E’ il momento di arrendersi all’evidenza di questa povertà, inerzia, inconcludenza di un laicità, fondamentalmente monoculturale, che ignora le ragioni del pluralismo.

domenica 22 agosto 2010

GERARCHIA E DEMOCRAZIA.

Da Slavoj Zizek “In difesa delle cause perse, materiali per la rivoluzione globale”
Citazione da Shakespeare: “ Troilo e Clessidra”
“E’ caduto ogni senso di disciplina; guardate . quante tende di greci vedete aprirsi giù per la pianura, altrettante porte aperte alle fazioni. (…) Oh, quando è scossa la gerarchia, che è scala per ogni compimento, l’intrapresa si ammala. Come possono conservare la loro naturale posizione comunità gradi nelle scuole, confraternite nelle città, traffici tranquilli nelle separate sponde, primogeniture e privilegi di nascita, prerogative di anzianità, corone, scettri e allori, se non seguendo un ordine gerarchico? Provate ad eliminare la gerarchia, mettete fuor di tono quella corda unica e sentirete che stonatura ne seguirà; tutto sarà solo e sempre in conflitto; le acque, contenute, vorranno tanto gonfiarsi da superare gli argini e far di questo nostro solido globo tutta una zuppa; la forza tornerà a imporsi da padrona alla debolezza e il figlio disumano potrà stendere morto il padre suo; la forza si farà diritto o per dir meglio i diritto e il torto sui cui conflitto consiste la giustizia, perderanno il loro nome e perderà il suo la giustizia medesima. Allora tutto si risolve in potere…"

sabato 21 agosto 2010

OBIETTIVI VERI E FALSI

da Giancarlo Bosetti
“Il fallimento dei laici furiosi. Come stanno perdendo la scommessa contro Dio”
Pag. 130 “Non possiamo più concepire un mondo intero dentro un orizzonte cristiano o giudaico-cristiano. E’ un esercizio risibile da lasciare a Pera e alle retoriche degli atei devoti. Non lo possiamo fare neppure portando come attenuante quella che molti inflessibili laici non si decidono a fare: il salto dentro il paesaggio del pluralismo, dove il conflitto con la Chiesa non è più la pietra di paragone della libertà. Se c’è del provincialismo parrocchiale tra i laici questo è solo la conferma che l’etnocentrismo è in agguato per tutti. E tutti se ne dovranno liberare. Dobbiamo lasciare a epoche passate la percezione di un mondo omogeneo tutto cristiano, non meno di quanto i musulmani debbano spogliarsi di un paradigma di veritù esclusiva che fa capo alla shari’a. Nel mondo di oggi troviamo conviventi negli stessi Stati molteplici credenze e culture, compresi i non credenti o gli atei associati. Nuove pietre di paragone urgono per definire il nostro orizzonte di libertà, pluralismo, tolleranza”