sabato 9 aprile 2016

TRE LIBRI, NO ANZI, DUE E MEZZO.

TRE LIBRI, NO ANZI, DUE E MEZZO.
Ho letto tre libri ultimamente, anzi ne ho letti due e uno l'ho chiuso a metà.

In ordine.

FRANCESCO GUCCINI. “NON SO CHE VISO AVESSE. La storia della mia vita”. 
Francesco Guccini è il mio cantante preferito e Cyrano (con la mitica La locomotiva) la mia canzone d'elezione. Ho quindi scoperto con piacere questo libro e l'ho letto volentieri. Guccini racconta un po' di se, più monografie di momenti della vita piuttosto che una autobiografia. Con molte ripetizioni (ma le ripetizioni sono tipiche del Guccini scrittore, l'ho scoperto nella serie sul maresciallo dei Carabinieri... non ricordo il nome). Tutta la seconda parte è un saggio di Alberto Bertoni sulla discografica gucciniana. E' un libro che racconta qualcosa di questo bravo cantante, non credo esaustivo, con un tono che si riconosce proprio del personaggio (un po' disincantato, un po' ironico, senza prendersi particolarmente sul serio, nostalgico di un'epoca che non c'è più). Un buon libro da biblioteca, non avrei investito €18.00 per acquistarlo (ora che l'ho letto, probabilmente mi sarei fatto ingolosire trovandolo in libreria). Averlo trovato in biblioteca, dove il prestito è sostenuto dalla fiscalità generale, mi fa apprezzare ancor di più queste benemerite istituzioni e mi rende ancor più contento di pagare le tasse.


SANTO PIAZZESE: BLUES DI MEZZANOTTE.
 Non so, meglio non ricordo, come ho conosciuto questo scrittore, probabilmente su la Domenica Sole 24 Ore, o Lettura del Corriere. Non ricordo. Anche questo preso in biblioteca. Nulla di straordinario, ma un buon libro. Si legge volentieri e il protagonista è simpatico (quando si superano le prima pagine). Ho letto solo questo, credo che il personaggio sia protagonista di una serie. Un libro delicato, inoltre racconta di un'isola immaginaria nel mare della Sicilia. Da qualche tempo ho un forte desiderio di fare una settimana di vacanza in una piccola isola dove c'è a malapena la corrente elettrica, pochi abitanti, senza rete internet. Una settimana di profumi, di sole e di mare. E di libri. Anche questo mi ha fatto apprezzare il libro.




ALESSANDRO ROBECCHI. QUESTA NON è UNA CANZONE D'AMORE.
Questo è il libro che ho lasciato a metà. Andavo già avanti a fatica, a un punto sono andato a leggere le ultime pagine, ho capito che era come immaginavo e ho chiuso. A mio avviso un libro brutto. Non mi sono piaciuti i personaggi, la trama, il messaggio, la scrittura. Sarà che non ho mai amato, uscito dalla prima adolescenza, i vendicatori della notte, coloro che si fanno giustizia da se. Non mi sono mai identificato nei Rambo o negli agenti del Mossad che vanno in giro per il mondo ad uccidere i nemici. E anche quando i vendicatori sembrano difendere o vendicare gli ultimi, mi hanno sempre lasciato una impressione di fascismo che non scompare anche quando uccidono fascisti, nazisti, speculatori o palazzinari. Non so, forse invecchiando si diventa pavidi, ma ho maturato l'idea che la vita vera sia diversa, che si fanno sempre vittime collaterali innocenti e che quando uno si erge a legge al posto della legge civile, non ne viene fuori nulla di buono. Certo, mi rendo conto che questo appellarsi alla legge è la fortuna e la sicurezza dei veri grandi delinquenti, quelli educati, sorridenti, affascinanti e adulati. Preferiamo concentrare la nostra rabbia, a volte vigliacca, verso gli ultimi, quelli sporchi, con i denti guasti, che non sanno articolare un discorso e vivono palesemente fuori dalla legge (mentre quelli sopra ci fanno danni quanti mille dei derelitti, ma non pagano mai e anzi contribuiscono a fare le leggi), è più facile e ci sentiamo legalitari e sicuri se scacciamo una famiglia da un terreno, e paghiamo, senza capirlo, noi e i nostri discendenti i grandi furti e le grandi porcate dei grandi delinquenti immacolati e riveriti. Però continuo a rimanere legalitario, ingenuamente legalitario, senza accettare e condividere stili di vita fuori dalle regole, e a non credere nei vendicatori. Forse sarà una metafora questo libro di Robecchi? Non lo so. Se lo è non è riuscito a coinvolgermi. Per me è solo un brutto libro. Chiuso.