venerdì 25 dicembre 2020

IL LIBRO E' QUELLA COSA

 Nicola Gardini _ il libro è quella cosa

Un libro si legge in due modi: aperto o chiuso.

Il primo vuole che gli occhi scorrano le parole e la mente scenda in fondo al senso di ciascuna e delle combinazioni che riempiono il foglio.

Per il secondo, che non è per nulla secondario, basta avere il libro in casa, da qualche parte.



lunedì 26 ottobre 2020

TERMOVALORIZZATORI E NUOVE TECNOLOGIE QUALE FUTURO?_ evento online organizzato da OBIETTIVO COMUNE

 TERMOVALORIZZATORI E NUOVE TECNOLOGIE QUALE FUTURO?

evento online organizzato da 

OBIETTIVO COMUNE

Questo il link per vedere la diretta sulla pagina FB di Obiettivo Comune

https://fb.me/e/48KOihlp1

GIOVEDI' 29 OTTOBRE 2020 ORE 21.00




sabato 15 agosto 2020

AMNESTY INTERNATIONAL

 https://www.amnesty.it/prigionieri-continuano-a-restare-in-carcere-in-condizioni-sempre-piu-pericolose/


Nasrin Sotoudeh, avvocata dell’Iran arrestata il 13 giugno 2018, è stata condannata a 38 anni e sei mesi di carcere e a 148 frustate al termine di due processi gravemente irregolari. Attraverso il cumulo di condanne, il periodo effettivo di carcere da scontare è di 17 anni.

Per il suo attivismo contro la pena di morte e soprattutto per essersi opposta alle leggi che obbligano a indossare il velo in pubblico, Sotoudeh è stata giudicata colpevole di “incitamento alla corruzione e alla prostituzione” e di “commissione volontaria di un atto peccaminoso” consistente nell’apparire in pubblico senza il velo.

Tra le prove a suo carico, figurano attività del tutto legittime: essersi tolta il velo durante le visite alle sue clienti detenute, aver rilasciato interviste sulle violenze subite dalle donne che protestavano contro l’obbligo del velo, durante gli arresti e nella loro successiva detenzione, e l’appartenenza a gruppi per i diritti umani come la Campagna per la progressiva abolizione della pena di morte.


Aggiornato il 28/07/2020  Patrick George Zaki, attivista e ricercatore egiziano, si trova dal 7 febbraio 2020 in detenzione preventiva fino a data da destinarsi.

Dopo estenuanti rinvii, le prime due udienze del processo si sono tenute solo a luglio. Nella seconda, risalente al 26 luglio, Patrick Zaki ha potuto vedere per la prima volta i suoi avvocati dal 7 marzo. Patrick sta bene, ma è apparso visibilmente dimagrito. Nonostante gli avvocati di Patrick abbiano potuto presentare le ragioni per cui chiedono la scarcerazione, il giudice ha deciso per prolungare la detenzione preventiva di ulteriori 45 giorni.

Patrick George Zaki rischia fino a 25 anni di carcere per dieci post di un account Facebook, che la sua difesa considera ‘falso’, ma che ha consentito alla magistratura egiziana di formulare pesanti accuse di “incitamento alla protesta” e “istigazione a crimini terroristici”.

Nel suo paese avrebbe dovuto trascorrere solo una vacanza in compagnia dei suoi cari in una breve pausa accademica.

A causa della diffusione del Covid-19 anche in Egitto per Patrick, così come per altre decine di migliaia di detenuti egiziani, le preoccupazioni legate all’emergenza sanitaria sono fortissime.

Riteniamo che Patrick George Zaki sia un prigioniero di coscienza detenuto esclusivamente per il suo lavoro in favore dei diritti umani e per le opinioni politiche espresse sui social media.


https://www.amnesty.it/appelli/yasaman/

https://youtu.be/Y127dtgjYS8



martedì 23 giugno 2020

NIENTE E' GRANDE QUANTO LORO

VIAGGIO IN PORTOGALLO  _ J.Saramago

Da queste parti tutto è grande. Grande è la città, e bellissima, grandi sono i pilastri che sostengono il ponte, grandi i cavi che lo tengono sospeso. E grandi sono anche i comignoli lungo la riva che si stende da Almada ad Alcochete, con i loro aerei torrenti di fumo bianco, giallo e ocra, o grigio, o nero. Con il vento, le lunghe nubi ricoprono i campi stendendosi verso sud e verso ponente. E' una zona di cantieri e fabbriche, Alfeite, Seixal, Barreiro, Moita, Montijo, terra convulsa dove il metallo stride, ruggisce e picchia, dove sibilano gas e vapori, dove infinite tubature orientano il flusso dei carburanti. TUTTO E' PIù GRANDE DEGLI UOMINI, NIENTE E' GRANDE QUANTO LORO.

giovedì 11 giugno 2020

SCUOLA: NON USARE I PLESSI SCOLASTICI PER LE ELEZIONI

SCUOLA: NON USARE I PLESSI SCOLASTICI PER LE ELEZIONI
Oggi ho trovato su Avvenire questa lettera.
La copio integralmente perchè l'autrice scrive una cosa sensata, quindi rara nel dibattito pubblico. Anticipo solo la richiesta:
Perché mai dobbiamo continuare a usare i plessi scolastici per fare le elezioni? Vogliamo che l'Italia riparta diversa (possibilmente migliore) dopo l'esperienza della pandemia. Ecco un gesto importante. Trovare altri luoghi da usare come seggi elettorali. Difficile? Forse ma non impossibile. Pensiamo che ci attendano solo scelte facili o proclami per l'immagine di chiunque abbia un microfono a portata?

martedì 2 giugno 2020

LA RESILIENZA DEL PIU' FRAGILE _UNA RIFLESSIONE PER LA SCUOLA

LA RESILIENZA DEL PIU' FRAGILE _UNA RIFLESSIONE PER LA SCUOLA
Ho iniziato a leggere VULNERABILI: COME LA PANDEMIA CAMBIERA' IL MONDO di un autore che di solito apprezzo molto, Vittorio Emanuele Parsi.
Sono alle prime pagine, quelle dove di solito viene presentato il piano ideale dell'opera.
Ho trovato una frase che mi sembra significativa per la riflessione sulla ripresa della Scuola a Settembre (in che modo, con che principi). Non ho elementi di giudizio, ma la sensazione è negativa. Temo che le scelte non saranno illuminate. Spero di sbagliarmi.
Scrive Parsi:
"Ci siamo dimenticati che era  la ridondanza delle strutture che ci circondano, a consentirci di vivere meno insicuri, limitando il peso della nostra vulnerabilità. Ci siamo scordati di una cosa che abbiamo sempre saputo e che applichiamo da sempre in tanti settori della nostra vita, anche se non in tutti: un sistema è sicuro solo quando la sua componente più vulnerabile è sicura.
Il livello di resilienza dell'elemento più fragile "detta" il livello di resilienza dell'intera struttura. In questo senso, la protezione del più debole, quella che tra umani chiameremmo la solidarietà, non è un lusso o un elemento sul quale spendere (ma dovremmo piuttosto dire investire) solo quando ce lo possiamo permettere: è semplicemente l'unico principio di precauzione sul quale si può costruire"

Adesso dipende anche da noi

Intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione del “Concerto dedicato alle vittime del coronavirus” nel 74° anniversario della Festa Nazionale della Repubblica

 Giardini del Quirinale, 01/06/2020
Il 2 giugno, domani, si celebra l’anniversario della nascita della nostra Repubblica. Lo faremo in una atmosfera in cui proviamo nello stesso tempo sentimenti di incertezza e motivi di speranza. Stretti tra il dolore per la tragedia che improvvisamente ci è toccato vivere e la volontà di un nuovo inizio. Di una stagione nuova, nella quale sia possibile uscire al più presto da questa sorta di incubo globale.
Tanti fra di noi avvertono il ricordo struggente delle persone scomparse a causa del coronavirus: familiari, amici, colleghi. Sovente senza l’ultimo saluto.
A tutte le vittime, a chi è morto solo, al ricordo dei tanti affetti spezzati è dedicato questo concerto, con il maestro Daniele Gatti e l’orchestra del Teatro dell’Opera di Roma, che ringrazio molto per la loro partecipazione.
Accanto al dolore per le perdite e per le sofferenze patite avvertiamo, giorno per giorno, una crescente volontà di ripresa e di rinascita, civile ed economica.
La nascita della Repubblica, nel 1946, segnava anch’essa un nuovo inizio. Superando divisioni che avevano lacerato il Paese, per fare della Repubblica la casa di tutti, sulla base dei valori di libertà, pace e democrazia.
Forze politiche, che erano divise, distanti e contrapposte su molti punti, trovavano il modo di collaborare nella redazione della nostra Costituzione, convergendo nella condivisione di valori e principi su cui fondare la nostra democrazia.
Quello spirito costituente rappresentò il principale motore della rinascita dell’Italia. Seppe unire gli italiani, al di là delle appartenenze, nella convinzione che soltanto insieme si sarebbe potuta affrontare la condizione di estrema difficoltà nella quale il Paese era precipitato.
Questa sostanziale unità morale è stata il vero cemento che ha fatto nascere e ha tenuto insieme la Repubblica. E’ quel che ci fa riconoscere, ancora oggi, legati da un comune destino.
Allora si reagiva ai lutti, alle sofferenze e alle distruzioni della guerra. Oggi dobbiamo contrastare un nemico invisibile, per molti aspetti sconosciuto, imprevedibile, che ha sconvolto le nostre esistenze e abitudini consolidate. Ha costretto a interrompere relazioni sociali, a chiudere le scuole. Ha messo a rischio tanti progetti di vita e di lavoro. Ha posto a durissima prova la struttura produttiva del nostro Paese.
Possiamo assumere questa giornata come emblematica per l’inizio della nostra ripartenza.
Ho ricevuto e letto, in questi tre mesi, centinaia di messaggi di preoccupazione ma anche di vicinanza, di fiducia, di speranza.
Dobbiamo avere piena consapevolezza delle difficoltà che abbiamo di fronte. La risalita non sarà veloce, la ricostruzione sarà impegnativa, per qualche aspetto sofferta. Serviranno coraggio e prudenza. Il coraggio di guardare oltre i limiti dell’emergenza, pensando al futuro e a quel che deve cambiare. E la prudenza per tenere sotto controllo un possibile ritorno del virus, imparando a conviverci in sicurezza per il tempo che sarà necessario alla scienza per sconfiggerlo definitivamente.
Serviranno tempestività e lungimiranza. Per offrire sostegno e risposte a chi è stato colpito più duramente. E per pianificare investimenti e interventi di medio e lungo periodo, che permettano di dare prospettive solide alla ripresa del Paese.
Abbiamo detto tante volte che noi italiani abbiamo le qualità e la forza d’animo per riuscire a superare anche questa prova. Così come abbiamo ricostruito il Paese settant’anni fa.
Lo abbiamo visto nelle settimane che abbiamo alle spalle.
Abbiamo toccato con mano la solidarietà, la generosità, la professionalità, la pazienza, il rispetto delle regole. Abbiamo riscoperto, in tante occasioni, giorno per giorno, doti che, a taluno, sembravano nascoste o appannate, come il senso dello Stato e l’altruismo.
Abbiamo ritrovato, nel momento più difficile, il vero volto della Repubblica.
Ora sarebbe inaccettabile e imperdonabile disperdere questo patrimonio, fatto del sacrificio, del dolore, della speranza e del bisogno di fiducia che c’è nella nostra gente. Ce lo chiede, anzitutto, il ricordo dei medici, degli infermieri, degli operatori caduti vittime del virus nelle settimane passate.
Siamo orgogliosi di quanto hanno fatto tutti gli operatori della sanità e dei servizi essenziali, che – spesso rischiando la propria salute – hanno consentito all’intera nostra comunità nazionale di respirare mentre la gran parte delle attività era ferma. Siamo grati ai docenti per la didattica a distanza, agli imprenditori che hanno riconvertito in pochi giorni la produzione per fornire i beni che mancavano per la sicurezza sanitaria, alle donne e agli uomini delle Forze dell’Ordine, nazionali e locali, alla Protezione Civile, ai tanti volontari, che hanno garantito la sicurezza e il sostegno nell’emergenza.
Sono consapevole che a questi comportamenti se ne sono, talvolta, contrapposti altri ad opera di chi ha cercato e cerca di sfruttare l’emergenza. Comportamenti simili vanno accertati con rigore e repressi con severità ma sono, per fortuna, di una minoranza molto piccola della nostra società.
Questo 2 giugno ci invita a riflettere tutti su cosa è, su cosa vuole essere la Repubblica oggi.
Questo giorno interpella tutti coloro che hanno una responsabilità istituzionale - a partire da me naturalmente - circa il dovere di essere all’altezza di quel dolore, di quella speranza, di quel bisogno di fiducia.
Non si tratta di immaginare di sospendere o annullare la normale dialettica politica. La democrazia vive e si alimenta di confronto fra posizioni diverse.
Ma c’è qualcosa che viene prima della politica e che segna il suo limite.
Qualcosa che non è disponibile per nessuna maggioranza e per nessuna opposizione: l’unità morale, la condivisione di un unico destino, il sentirsi responsabili l’uno dell’altro. Una generazione con l’altra. Un territorio con l’altro. Un ambiente sociale con l’altro. Tutti parte di una stessa storia. Di uno stesso popolo.
Mi permetto di invitare, ancora una volta, a trovare le tante ragioni di uno sforzo comune, che non attenua le differenze di posizione politica né la diversità dei ruoli istituzionali.
Siamo tutti chiamati a un impegno comune contro un gravissimo pericolo che ha investito la nostra Italia sul piano della salute, economico e sociale.
Le sofferenze provocate dalla malattia non vanno brandite gli uni contro gli altri.
            Questo sentimento profondo, che avverto nei nostri concittadini, esige rispetto, serietà, rigore, senso della misura e attaccamento alle istituzioni. E lo richiede a tutti, tanto più a chi ha maggiori responsabilità. Non soltanto a livello politico.
Siamo chiamati a scelte impegnative.
Non siamo soli. L’Italia non è sola in questa difficile risalita. L’Europa manifesta di aver ritrovato l’autentico spirito della sua integrazione. Si va affermando, sempre più forte, la consapevolezza che la solidarietà tra i Paesi dell’Unione non è una scelta tra le tante ma la sola via possibile per affrontare con successo la crisi più grave che le nostre generazioni abbiano vissuto. Nessun Paese avrà un futuro accettabile senza l’Unione Europea. Neppure il più forte. Neppure il meno colpito dal virus.
Adesso dipende anche da noi: dalla nostra intelligenza, dalla nostra coesione, dalla capacità che avremo di decisioni efficaci.
Sono convinto che insieme ce la faremo. Che il legame che ci tiene uniti sarà più forte delle tensioni e delle difficoltà.
Ma so anche che la condizione perché questo avvenga sarà legata al fatto che ciascuno, partecipando alla ricostruzione che ci attende, ricerchi, come unico scopo, il perseguimento del bene della Repubblica come bene di tutti. Nessuno escluso.
Domani mi recherò a Codogno, luogo simbolo dell’inizio di questo drammatico periodo, per rendere omaggio a tutte le vittime e per attestare il coraggio di tutte le italiane e tutti gli italiani, che hanno affrontato in prima linea, spesso in condizioni estreme, con coraggio e abnegazione, la lotta contro il coronavirus.
Desidero ringraziarli tutti e ciascuno. L’Italia – in questa emergenza – ha mostrato il suo volto migliore.
Sono fiero del mio Paese.

venerdì 29 maggio 2020

CRONOCENTRISMO

CRONOCENTRISMO
"Il Cronocentrismo è la convinzione che i propri tempi siano di primaria importanza e che gli altri periodi impallidiscano a confronto. E' la fede nell'importanza storica del presente. E, come tale, suggerisce un disprezzo del passato e del futuro" (citazione di Jib Fowles fatta da Giovanni de Mauro nell'editoriale di Internazionale uscito oggi).
Non conoscevo la definizione.
Faccio una postilla: a mio avviso tutti coloro che idealizzano e vagheggiano una mitica "età dell'Oro" che potrebbe risalire a secoli or sono o semplicemente a quando erano giovani e andavano in auto senza cinture di sicurezza, sono ugualmente Cronocentrici, semplicemente disprezzano il presente e idealizzano il passato, un'altra faccia della stessa incapacità di visione.

SCUOLA: COMITATO TECNICO SCIENTIFICO _ DOCUMENTO TECNICO

SCUOLA: COMITATO TECNICO SCIENTIFICO _ DOCUMENTO TECNICO

Sul sito web del MIUR si trova questo documento. Nei suoi limiti mi sembra interessante.
A pag. 2 si legge:
" Tuttavia la stessa aggregazione (precedentemente considerata fattore di rischio) rappresenta la forza e l’energia propulsiva del sistema educativo; la sospensione delle attività scolastiche e il successivo isolamento hanno determinato una significativa alterazione della vita sociale e relazionale dei bambini e ragazzi determinando al contempo una interruzione dei processi di crescita in autonomia, di acquisizione di competenze e conoscenze, con conseguenze educative, psicologiche e di salute che non possono essere sottovalutate. La scuola inoltre è il contesto in cui ad ogni bambino viene data la possibilità di crescere e svilupparsi in modo ottimale; ancora oggi nel nostro Paese si registrano disuguaglianze che coinvolgono i bambini in particolare nelle aree gravate da disagio, degrado, povertà e difficoltà sociali. In Italia dei 9.700.000 soggetti in età compresa tra 0 e 18 anni, 1.600.000 sono in condizioni di povertà. Inoltre circa 1.000.000 di soggetti in età evolutiva hanno necessità assistenziali complesse, tra questi il 20% circa con problemi neuropsichiatrici. La scuola è un contesto fondamentale dove queste difficoltà possono essere accompagnate e quanto possibili colmate. Pertanto la necessaria ripresa delle attività scolastiche deve essere effettuata in un complesso equilibrio tra sicurezza, in termini di contenimento del rischio di contagio, benessere socio emotivo di studenti e lavoratori della scuola, qualità dei contesti e dei processi di apprendimento e rispetto dei diritti costituzionali all’istruzione e alla salute."
Mi chiedo quanto (io spero molto) queste considerazioni possano rappresentare la vera PIETRA ANGOLARE per la costruzione del progetto di ripresa dell'anno scolastico. Il discrimine reale attorno a cui far girare le altre componenti ( economica, sindacale, strutturale). Per me questo dovrebbe essere l'obiettivo, il resto degli strumenti per raggiungerlo.

Tra le altre cose importanti, non poche e quindi con l'invito ad andarselo a leggere, cito questa altra frase a pag. 15
"Il distanziamento fisico richiederà inevitabilmente l’adozione di misure organizzative che potranno impattare sul “modo di fare scuola” e che pertanto dovranno essere pensate e proporzionate all’età degli studenti. Sarà necessaria un’analisi attenta e capillare degli spazi disponibili e delle possibili collaborazioni con il territorio sulla base di specifici accordi, al fine di aumentare gli spazi didattici complessivi. Altresì sarà necessaria un’analisi attenta della dotazione organica finalizzata alla definizione di eventuali carenze che dovranno trovare risposte nelle misure di sistema. "

https://www.miur.gov.it/web/guest/-/scuola-dal-distanziamento-alle-modalita-di-ingresso-ecco-le-indicazioni-del-comitato-tecnico-scientifico-per-settembre

venerdì 15 maggio 2020

COVID_19 ALCUNI DATI DA OUR WORLD IN DATA

COVID_19  ALCUNI DATI DA OUR WORLD IN DATA

Alcuni dati su Stati che non sono frequentemente all'attenzione del nostri media  tratti dal sito Our World in Data aggiornati ad oggi:
VIET NAM  312 contagi e 0 morti
LAOS 19 contagi e 0 morti
CAMBOGIA 172 contagi e 0 morti
INDONESIA 16.066 contagi e 1.042 morti
NEPAL 258 contagi e 0 morti
BUTHAN 20 contagi e 0 morti
THAILANDIA 3018 contagi e 56 morti
MYANMAR 181 contagi e 6 morti.
MONGOLIA 61 contagi e 0 morti
Stati limitrofi o confinanti con la Cina e generalmente non trattati

giovedì 14 maggio 2020

COMMENTO DI LINA PALMERINI

COMMENTO DI LINA PALMERINI _ DL. RILANCIO
Letto sul SOLE24ORE di oggi. Mi sembra interessante, potrei sbagliarmi ma punta l'attenzione su un problema reale (in un momento nel quale più che tattica partitica avremmo bisogno di lungimiranza politica)
due stralci:
"Per usare una'espressione diventata comune in questa Fase2, le forze politiche del patto giallo-rosso (PD, 5stelle, Renzi e Leu) si comportano come affetti non stabili, pronti a mollarsi alla prima occasione elettorale o se la crisi dovesse sfuggire di mano. E' questo che crea ili cortocircuito delle liti e dei ritardi: la necessità di imporre ai media distinzioni e differenze dei grillini dal PD o da Renzi PIU' CHE CONCENTRARSI SU TRAGUARDI COMUNI scelti in una logica di alleanza. E non c'è nessun leader o esponente che metta la questione politica sul tavolo perché si preferisce restare nell'ambiguità o nell'illusione di POTER SCARICARE L'UNO SULL'ALTRO UN EVENTUALE FALLIMENTO DELLE FASI 2 E 3 (mia nota: a noi cittadini forse interessa di più che non fallisca piuttosto che trovare il colpevole, anche se leggendo certi post su FB forse neanche questo è vero)"
Secondo stralcio:
" In sostanza, se i partiti non si pongono - in fretta -  il problema di strutturare l'alleanza, sarà difficile reggere l'urto dei conti sociali ed economici. E non è detto che basti promettere sussidi per tenere il consenso perché i soldi pubblici non sono illimitati (e aggiungo io non si può sperare neppure che intervenga sempre il Presidente della Repubblica a rimettere in carreggiata i partiti o contare sulla assoluta inconsistenza della opposizione di destra che saprà cambiare leader spompati e acquisire autorevolezza)

venerdì 24 aprile 2020

LA CINA, LA PANDEMIA E LA SUA IMMAGINE GLOBALE_e gli altri?

LA CINA, LA PANDEMIA E LA SUA IMMAGINE GLOBALE_e gli altri?

Trovo sempre molto interessante il confronto con le analisi di https://www.ispionline.it/  per aggiornarmi sulle vicende geopolitiche. Nel bailamme di opinioni e nell'eccesso di informazioni su ogni tematica condizionata dalla pandemia, una persona semplice e di media cultura rischia di sentirsi disorientata e di smarrirsi oppure più facilmente di ascoltare solo chi conferma quanto piace sentirsi confermare.
Cercando di ascoltare o leggere con spirito critico, nel limite molto limitante delle proprie capacità, trovo le analisi di https://www.ispionline.it/ piuttosto ben articolate e fondate. Potrei ovviamente sbagliarmi.
Interessante per esempio questo intervento
https://www.ispionline.it/it/pubblicazione/covid-19-la-pandemia-mette-rischio-le-ambizioni-globali-della-cina-25829
Due sono le problematiche del breve saggio:
"il primo è limitare il più possibile e il prima possibile i danni all’immagine globale della Cina causati dal virus; il secondo è di far ripartire l’economia cinese"
La parte di maggior interesse è la prima problematica ( ora se ne parla di meno, ma ci ricordiamo gli aerei di aiuto in arrivo dalla Cina e l'offensiva mediatica sui social da parte dei siti della ambasciata cinese e siti vicini alla Cina). Io sono convinto che la Cina debba essere un nostro partner economico e culturale forte. Guardo con curiosa attenzione alla BRI (o OBOR) Ma in un rapporto vissuto all'interno della Unione Europea.
"Arriviamo dunque al momento in cui l’epidemia diventa una pandemia e coinvolge il mondo intero. Per evitare di essere incolpato di un disastro di portata globale, e soprattutto in seguito alle prime accuse di mala gestione da parte del partito, il PCC decide di imbarcarsi in un’intensa campagna mediatica che vede al proprio centro l’invio di aiuti sanitari ai vari paesi colpiti. In Occidente, il primo paese a sperimentare la rinnovata solidarietà cinese è l’Italia"
..."La domanda che però rimane è se la strategia cinese abbia effettivamente funzionato. La risposta sembrerebbe essere: non troppo"
Però questa valutazione fa sorgere una seconda riflessione, una seconda domanda: quale altra "leadership", autocrate o democratica, nell'approccio di confronto con la pandemia, esce con un credito di autorevolezza e manifesta capacità e lungimiranza?

giovedì 23 aprile 2020

#antifascistapercostituzione

#antifascistapercostituzione
25 APRILE 2020
IL CORAGGIO DI CHI HA LIBERAMENTE SCELTO DI RISCHIARE TUTTO PER PIANTARE L'ALBERO DELLA DEMOCRAZIA SAPENDO CHE AVREBBE POTUTO NON SEDERSI ALLA SUA OMBRA













sabato 18 aprile 2020

IL SOGGETTO "SOCIETA" NON ESISTE _ M.T.

IL SOGGETTO "SOCIETA" NON ESISTE _ M.T.
Spesso ci si è richiamati in questi giorni a una frase che rimarrà scolpita nella Storia: "Whatever it takes... and believe me, il will be enough" (Mario Draghi, presidente BCE).
A me però è tornata in mente anche un'altra frase che grazie ad Harari (nel suo "21 lezioni per il XXi secolo" che leggo e rileggo) posso riportate con precisione.
Si tratta di una frase che ricordo entusiasma molto, saggi e commentatori sui giorni si sperticavano in lodi. Aver tempo e risorse sarebbe bello conoscere e comprendere la fortuna di quella frase.
La frase è questa:
"il soggetto "società" non esiste. Ci sono individui, uomini e donne, e ci sono le famiglie. (...) E' nostro dovere badare a noi stessi e poi occuparci anche del nostro prossimo"
Non so se ho trovato la fonte originale di Harari, la traduzione suona un po' diversa e composita, ma il senso (pur con l'accenno ai DOVERI che a me piace sempre) - e la storia della Thatcher -  non mi sembra tradito.
https://www.margaretthatcher.org/document/106689
"Ma la società in quanto tale non esiste se non come concetto. La società è fatta di persone. Sono le persone che hanno doveri, credenze e determinazione. Sono le persone a fare le cose. Preferisce pensare in termini di atti di individui e famiglie come dei veri tendini della società piuttosto che della società come concetto astratto."
"But society as such does not exist except as a concept. Society is made up of people. It is people who have duties and beliefs and resolve. It is people who get things done. She prefers to think in terms of the acts of individuals and families as the real sinews of society rather than of society as an abstract concept."
Mi chiedo se questa reminiscenza storica oggi sia fuori contesto.

giovedì 16 aprile 2020

TUTTI GLI UOMINI DESIDERANO PER LORO NATURA CONOSCERE

TUTTI GLI UOMINI DESIDERANO PER LORO NATURA CONOSCERE
FILOSOFIA  (L.Floridi - Pensare l'infosfera)
Un modo di intendere l'incipit della Metafisica di Aristotele, per cui "tutti gli uomini desiderano per loro natura conoscere", consiste nel comprendere che tutti noi desideriamo che le domande aperte ricevano risposta. L'umanità non può sopportare un tale vuoto semantico. Per questo, il rischio grave è quello che, se la filosofia non affronta tali domande aperte, qualcun altro lo farà al posto suo. Coloro che si oppongono alla filosofia rischiano di consegnare a un cattivo trattamento filosofico tutte le domande aperte e ultime, le cui risposte sono una guida per la maggior parte delle nostre vite. Dovrebbero comprendere che improbabili guru, fondamentalisti religiosi, intellettualoidi, impostori e ciarlatani di ogni genere occuperanno il terreno che appartiene alla filosofia. La battaglia contro la filosofia è una battaglia a favore dell'oscurantismo.

QUESITO _ LA RIPRESA DELLE SCUOLE

QUESITO _ LA RIPRESA DELLE SCUOLE. verso un orario di apertura prolungato?

Non so se è una domanda che abbia senso, ma, in attesa che arrivi il vaccino, la questione del distanziamento sociale dovrebbe proseguire. Pensavo alla riapertura delle scuole sotto due aspetti: il trasporto degli studenti e l'affollamento delle aule. Sono due aspetti nei quali allo stato attuale il distanziamento sociale non credo possa essere rispettato. Ma neppure credo si possano costruire nuovi istituti scolastici o che Stato e Regione forniscano le aziende TPL del doppio o triplo del bus in dotazione (e conseguenti autisti).
Allora si penserà a una differenziazione di orario di inizio/fine delle lezioni, spalmando la giornata scolastica su 14 ore piuttosto che su 6, con scaglionamento delle entrate e uscite e classi dimezzate o più?

lunedì 13 aprile 2020

PIU' POVERO DI COSE E DI DENARO

"Lasciamo alla generazione che verrà un mondo, se necessario, più povero di cose e di denaro, ma più ricco di umanità"
Questa è una citazione tratta dalla omelia di padre Cantalamessa nel corso di una messa in s.Pietro di fronte al Papa celebrata venerdì 10 Aprile che ho letto in un articolo online di Famiglia Cristiana scritto da Annachiara Valle.
Ora io non so chi sia padre Cantalamessa, ma se fa una omelia di fronte al Papa non credo che esprima pensieri o concetti in contrasto con il ..."suo Capo".
E se guardiamo la costruzione dell'articolo dove molti concetti, che mi non mi coinvolgono, sono in grassetto o in grassetto-corsivo, questo che ha colpito me non è posto in rilievo. Eppure a me è sembrato abbastanza dirompente. Ma probabilmente estraneo alle cose religiose non ho capito bene cosa esprime e magari è una di quelle frasi che si mettono sempre sapendo che tanto nessuno le coglie.
Ero in dubbio se sottolinearla, ma per togliermi il dubbio magari postandola posso dare l'opportunità a qualcuno di chiarirmi (e io Illuminista sui generis sono sempre alla ricerca di illuminazioni varie..😁)
Mi ha colpito forse perché sto leggendo un libro "Prosperità senza crescita" di Tim Jackson che nelle prime pagine scrive " Uno dei messaggi chiave di questo libro è che non stiamo riuscendo a fare il nostro dovere in questo senso. Le nostre tecnologie, la nostra economia e le nostre aspirazioni sociali sono tutte male allineate rispetto a qualsiasi manifestazione significativa di prosperità. Siamo guidati da una visione di progresso sociale - basata sull'espansione continua delle esigenze materiali - fondamentalmente indifendibile" e poco dopo "un aumento di prosperità non è palesemente la stessa cosa della crescita economica. DI PIU' non significa sempre MEGLIO".
Può darsi che questa sia una assonanza solo nella mia testa. Però la frase di Cantalamessa (ba si dovrebbe chiedere a lui) mi suona più come una scelta attiva e positiva piuttosto che come una rassegnazione a una maggiore povertà dovuta alla crisi economica conseguente la pandemia. Ma potrei sbagliarmi.

domenica 29 marzo 2020

CONDIVIDERE L'INSIPIENZA _da La quarta Rivoluzione di Luciano Floridi

CONDIVIDERE L'INSIPIENZA _da La quarta Rivoluzione di Luciano Floridi

CONDIVIDERE L'INSIPIENZA PUÒ' RIDURRE L'IGNORANZA

"L'istruzione dovrebbe renderci edotti dei limiti della nostra conoscenza, farci comprendere di che genere d'informazioni manchiamo ma dovremmo voler acquisire, e quindi instillare in noi il gusto per la giusta tipologia di domande che dovremmo porci. Tutti noi siamo insipienti: è il modo in cui gestiamo in nostro grado di insipienza che fa la differenza. (...)
L'istruzione dovrebbe insegnarci ad essere attenti a ciò che pensiamo di sapere e, quindi, l'arte di dubitare e l'essere critici nei confronti di ciò che appare certo.Tutti noi siamo fallibili: è il modo in cui gestiamo il nostro grado di fallibilità che fa la differenza.
(...)
Condividere l'insipienza (intesa come incertezza, consapevolezza dei limiti della nostra conoscenza) può aiutarci a ridurre i limiti della nostra ignoranza (non sapere di non sapere)"

E SE NON FOSSE STATA FORTUNA?

E SE NON FOSSE STATA FORTUNA?

Mi hanno colpito le ultime righe di questo trafiletto su INTERNAZIONALE.
"E poi c'è stato anche un colpo di fortuna: a dicembre l'intero sistema era stato collaudato con una simulazione"
Ho pensato: e se non fosse stata fortuna?


sabato 28 marzo 2020

VALORI AUTENTICI _ ADAGIA Erasmo da Rotterdam

VALORI AUTENTICI _ ADAGIA  Erasmo da Rotterdam
"questa è una proprietà dei valori autentici: nascondere gelosamente nell'intimo la propria eccellenza, ostentare e mettere in evidenza la faccia meno pregevole, occultare il tesoro sotto una corteccia da due soldi e tenerlo lontano dagli sguardi sacrileghi"

Erasmo sta evidenziando l'esempio di Socrate
Trovato in "Realtà e Pensiero" a cura di Ludovico Geyomat (testo di Filosofia per Scuole Superiori)

mercoledì 25 marzo 2020

IMPORTANZA DELLA PRIVACY _ LA QUARTA RIVOLUZIONE_ Luciano Floridi

IMPORTANZA DELLA PRIVACY _ LA QUARTA RIVOLUZIONE_ Luciano Floridi

Uno dei motivi analizzati da Floridi a motivazione della importanza della difesa della privacy nell'infosfera.

"...la privacy riguarda anche la costruzione della propria identità. Il diritto a essere lasciato indisturbato è anche il diritto ad avere la possibilità di fare esperimenti con la propria vita, a ricominciare daccapo, senza restare ancorato a dati che mummificano per sempre la nostra identità personale e ci sottraggono il potere di formare e modellare chi siamo o potremmo essere. Ogni giorno una persona può voler costruire un differente, potenzialmente migliore, "io". Non cessiamo mai di diventare noi stessi, cosicché proteggere la privacy di una persona significa anche accordare a tale persona la libertà di costruire e modificare se stessa, profondamente. Il diritto alla privacy è anche il diritto a rinnovare la propria identità".

martedì 24 marzo 2020

SIRIA IDLIB SFOLLATI_ da Internazionale

SIRIA IDLIB SFOLLATI_ da Internazionale 
Articolo di Le Monde

Bisogna immaginare una grande marea umana. Un'ondata di centinaia di migliaia di uomini, donne e bambini che si abbatte su un territorio stretto e sovrappopolato. Inonda i campi, ricopre le colline, invade le città. Penetra nelle scuole e nelle botteghe, s'infiltra negli edifici in rovina, nei recessi più angusti, al primo piano di una moschea, nel seminterrato di uno stadio di calcio. E così da tre mesi nella provincia di Idlib (...) un flusso di persone sradicate, cacciate dai bombardamenti del regime siriano e del suo alleato russo, ha sommerso il paesaggio. Secondo i calcoli delle Nazioni Unite sono un milione. Si riconoscono a molti chilometri, dal telo di plastica blu che spesso gli fa da tetto, piccola macchia di colore in un universo di cemento, pietra e polvere.
(...)un'anziana dal viso color rame sbuccia le patate. La chiamano Hajjia Fatma. Vive in una tenda di quindici metri quadrati con sette nipoti.(...) "La notte, quando le temperature precipitano non abbiamo più nulla da bruciare, avvolgiamo i piccoli nelle coperte e ci stringiamo al oro, perché restino al caldo" racconta Hajja Fatma, che sa dei molti bambini morti di freddo nelle ultime settimane.

Il resto dell'articolo su Internazionale n° 1350

lunedì 23 marzo 2020

I "GEREMIA" _ da LA QUARTA RIVOLUZIONE di Luciano Floridi

I "GEREMIA" _ da LA QUARTA RIVOLUZIONE di Luciano Floridi
(Geremia: Persona che d'abitudine si lagna preconizzando danni e sciagure.-  Profeta Biblico. Libro delle Lamentazioni)

Qualche moderno Geremia si lamenta che la generazione iperconsapevole di sé su FB (...) abbia perso contatto con la realtà (...) viva in una sorta di bolla virtuale (...)che non sia capace d'impegnarsi in alcunché di naturale e autentico. (...)
Vi può essere qualcosa di vero (...)
Comunque sia non siamo persuasi (...)
In primo luogo, perché anche la presunta naturalezza e autenticità sono prodotti culturali in larga misura costruiti. Ciò che consideriamo naturale è spesso il risultato di una manipolazione umana soltanto meno visibile, come un giardino ben curato. Abbiamo avuto un tale impatto sul nostro pianeta che i geologi parlano oggi di era dell' "antropocene" (...) Natura è spesso il modo in cui la cultura concettualizza e comprende ciò che la circonda.
In secondo luogo perché i social media rappresentano anche una'opportunità senza precedenti di essere responsabili dei propri sé sociali, di scegliere in modo più flessibile chi siano le persone i cui pensieri e interazioni creano la nostra personalità sociale (...) e quindi, indirettamente, di determinare la nostra identità personale. (...)
i Geremia (...) possono a ragione lamentarsi del fatto che stiamo sprecando una grande opportunità poiché ciò che scriviamo non merita di essere letto (...) Tuttavia (...) pantofolai hanno guardato foto e chiacchierato di gatti  e delle ultime vacanze, davanti al muro della caverna di Platone o di fronte alla televisione, ben prima che FB rendesse imbarazzantemente  chiaro come la maggior parte della gente ami trascorrere il proprio tempo libero che pure ha così duramente guadagnato.


domenica 22 marzo 2020

INFOSFERA _ da LA QUARTA RIVOLUZIONE_ Luciano Floridi

INFOSFERA _ da LA QUARTA RIVOLUZIONE_ Luciano Floridi

La IC stanno mutando la natura vera e propria, e in tal senso il significato stesso, della realtà, trasformandola in un'infosfera.


Interagiamo sempre di più con il mondo e con le nostre tecnologie tramite le ICT, e queste sono le tecnologie che possono e tendono a interagire con se stesse in modo invisibile. Non sorprende neppure che la tecnologia dominante del nostro tempo abbia, come nel passato, un duplice effetto. Da un lato, dando forma e influenzando le nostre interazioni con il mondo, le ITC di primo e secondo ordine ci invitano a interpretare il mondo stesso in termini che siano conformi alle ICT, vale a dire in termini informazionali. Dall'altro, creando ambienti del tutto nuovi che prendiamo ad abitare (l'esperienza fuori dal loop, invisibile by design dal punto di vista funzionale), le ICT di terzo ordine ci invitano a considerare la natura proprio di porzioni sempre più considerevoli del nostro mondo come intrinsecamente informazionali. In breve, le ICT ci fanno pensare al mondo in termini informazionali e rendono informazionale il mondo di cui facciamo esperienza. Da queste due tendenze ne discende che le ICT, stanno inducendo la nostra cultura a concepire la realtà intera e le nostre vite al suo interno in termini conformi alle ICT, vale a dire in termini informazionali
(...)
La IC stanno mutando la natura vera e propria, e in tal senso il significato stesso, della realtà, trasformandola in un'infosfera.
(...)
A un livello minimo, l'infosfera indica l'intero ambiente informazionale costituito da tutti gli enti informazionali, le loro proprietà, interazioni, processi e reciproche relazioni.
(...)
A un livello massimo l'infosfera è un concetto che può essere utilizzato anche come sinonimo di realtà, laddove interpretiamo quest'ultima in termini informazionali. In tal caso, l'idea è che ciò che è reale è informazionale e ciò che è informazionale è reale. E in questa equivalenza che hanno orgine alcune delle più profonde trasformazioni e delle sfide più rilevanti di cui faremo esperienza nel prossimo futuro riguardo alla tecnologia.

sabato 21 marzo 2020

CHIUSI DENTRO _ da Comandante ad Auschwitz di R. Hoess

CHIUSI DENTRO _ da Comandante ad Auschwitz di R. Hoess

In questi giorni di clausura in casa (la mia casa, con le sue comodità e tanti libri a disposizione e la tecnologia che ci consente di vedere e parlare con gli amici) mi è tornato in mente un brano della autobiografia del criminale nazista Hoess su una forma di punizione verso i prigionieri ebrei.
La avevo letto una ventina di anni fa ma fortunatamente questa sera ho ritrovato il libro e ritrovato la pagina. Trascrivo il capoverso. In questi giorni mi sembra attuale, per fare il senso della misura.

"Eicke escogitò per gli ebrei una particolare punizione collettiva: in seguito a una nuova campagna di stampa in tutto il mondo contro gli orrori dei campi di concentramento, gli ebrei furono costretti a rimanere sdraiati a letto per un mese o addirittura per tre mesi; potevano alzarsi e uscire dal blocco soltanto per i pasti e per gli appelli. Le camerate non potevano essere arieggiate, perché le finestre erano state sbarrate. Fu una dura punizione, soprattutto dal punto di vista morale. L'essere costretti a stare così sdraiati li rendeva così nervosi, così irritabili, che non potevano più vedersi né tollerarsi l'un  l'altro. Avvennero tra loro liti furiose"

LA QUARTA RIVOLUZIONE _ Luciano Floridi

LA QUARTA RIVOLUZIONE _ Luciano Floridi
Memoria
"Il primo mito concerne la qualità della memoria digitale. Le ICT posseggono un genere di memoria che dimentica
(...)
Questo paradosso della "preistoria digitale" - le ICT non stanno conservando il passato per metterlo a disposizione del futuro dal momento che ci fanno vivere in un eterno presente -  diventerà sempre più pressante nel tempo a venire. La memoria non è soltanto una questione d'immagazzinamento e di gestione efficiente , è anche una questione di attenta cura per le differenze significative e, quindi, di stabile sedimentazione di una serie ordinata di cambiamenti.
(...)
Il rischio è che le differenze siano cancellate, le alternative amalgamate, il passato costantemente riscritto e la storia ridotta a un perenne qui ed ora."

giovedì 19 marzo 2020

COLONIZZARE IL FUTURO

COLONIZZARE IL FUTURO

"Cambiamento climatico" di Marcello Di Paola

Laddove i grandi imperi del passato colonizzavano ampie aree del pianeta, l'impero democratico del presente, cambiando il clima, ne colonizza il futuro

CERTEZZA SCIENTIFICA _ SIMILITUDINI

CERTEZZA SCIENTIFICA _ SIMILITUDINI

Uno stralcio da CAMBIAMENTO CLIMATICO  di Marcello Di Paola
(parla di clima, ma io leggo similitudini attuali)
"La politica, quando si tratta di prendere decisioni, normalmente non applica criteri di certezza scientifica ma piuttosto di costi/benefici e, appunto, di rischio.
Che un attacco terroristico non sia certo al 100% non significa che, oltre a una certa soglia di rischio e dati i costi potenziali del subirlo, non si agirà per prevenirlo. Gli Stati spendono milioni di miliardi per la difesa e la sicurezza sulla base di considerazioni di costi/benefici e di rischio: questo perché ruolo fondante della politica di governo è, nei sistemi democratici quantomeno, quello di proteggere e promuovere il benessere dei governati. Per far ciò non c'è bisogno di certezza scientifica - anzi l'attendere quest'ultima prima di prendere decisioni nel pubblico interesse sarebbe in moltissimi casi aspramente criticato dai governanti stessi"
Quindi non portiamo acqua e shampoo in aereo e sopportiamo restrizioni e obblighi perché, anche se non ci ha mai colpiti direttamente abbiamo la prova provata che il terrorismo esiste. Diverso il caso, prima che la gente morisse attorno a noi, se ci avessero chiesto di chiuderci in casa senza che avessimo una "certezza scientifica" sulla base di considerazioni di rischio. Sarebbe stato accettato?

domenica 8 marzo 2020

MENTE E ALGORITMI

Yuval Noah Harari
21 LEZIONI PER IL XXI SECOLO
pag. 416
"...potrebbe valere la pena di impegnarsi con serietà per comprendere le nostre menti. E potremmo comprendere meglio le nostre menti prima che siano gli algoritmi a prendere decisioni per noi
(...)
Saranno gli algoritmi a decidere per noi chi siamo e che cosa dovremmo sapere di noi stessi
Ancora per pochi anni o decenni, avremo facoltà di scegliere. Se ci impegniamo, potremo ancora indagare chi siamo davvero. (..)"

LIBERA VOLONTA'

Yuval Noah Harari
21 LEZIONI PER IL XXI SECOLO

pag. 391.
Gli uomini ovviamente possiedono una volontà, hanno desideri e talvolta sono liberi di realizzarli. Se per "libera volontà" intendete la libertà di fare quello che desiderate - allora sì, gli umani hanno libera volontà. Ma se con libera volontà intendete la libertà di scegliere cosa desiderate - allora no, gli uomini non ce l'hanno.