mercoledì 16 settembre 2009

NON POSSIAMO TACERE

El Katawi Dafani ha ucciso la figlia Sanaa perchè non poteva accettare le sue scelte in tema di sessualità, stile di vita, scelta di tipo di famiglia, legame multiculturale e multireligioso. In poche parole CONVIVEVA CON UN ITALIANO CATTOLICO.
Noi che siamo laici, che lottiamo per i diritti delle persone a scegliersi il tipo di famiglia che desiderano, che difendiamo la libertà di scelta e persino il corpo delle donne dagli abusi fisici e mediatici, che osteggiamo quel cattolicesimo che non vuole concedere alle persone la libertà di decidere del proprio corpo fino alla scelta di fine vita, non possiamo tacere di fronte a questo scandalo. Scandalo maggiorato dal fatto che leggiamo sui giornali che il signor El Ketawi è descritto come un cittadino ligio al dovere, gran lavoratore e integrato con i compagni di lavoro. QUESTO NON BASTA. Non ci può rendere indifferenti al suo credersi padrone della vita di un'altra persona, dio in terra che da e toglie la vita, in nome di una religione, o meglio del fatto che i dettati di una religione siano più importanti della scelta di una persona di seguirli o meno.
Ma questo scandalo interroga, deve interrogare, la comunità musulmana ( e senza voler aprire la domanda al mondo o all'Italia, io la rivolgo agli amici della mia città, Trezzo). Non potrei accettare il loro silenzio. Questo scandalo credo, auspico, imponga una parola chiara e forte se il signor El Katawi è rappresentativo o un pazzo isolato e se Sanaa, come Hina, è morta per nulla o quel sangue potrà almeno nutrire la terra dove crescano diritti uguali per tutti gli uomini e le donne.

venerdì 11 settembre 2009

SALTELLANDO TRA LE MOZIONI AL CONGRESSO PD 2

Mi chiedo cosa intenda Franceschini quando, prendendo spunto dalla “velocità del cambiamento (del mondo) ci invita a pensare “ IN TERMINI NUOVI”. Che significato hanno queste parole? Franceschini ci dice che il mondo “riscopre una identità”nomade”, le nostre certezze vengono travolte, sembriamo “condannati a vivere nel presente, incapaci di guardare lontano, (ma)… guardando la terra che si calpesta anziché tenendo lo sguardo sull’orizzonte…”.
E’ una riflessione interessante, ma c’è quell’inizio, TERMINI NUOVI che mi lascia perplesso. Troppe volte (direi dal 1989 almeno) NUOVO ha assunto un significato improprio, positivo, che non gli appartiene. Dopo anni di “nuovismo” che si insinua dappertutto, finalmente quest’anno abbiamo potuto leggere un leader che ci ha detto che se i problemi che ci troviamo davanti sono o ci sembrano nuovi, ma i valori che ci consentono di affrontarli e superarli sono vecchi (cito Le sfide che dobbiamo affrontare forse sono sfide nuove. Gli strumenti con cui le affrontiamo forse sono nuovi. Ma quei valori da cui dipende il nostro successo, il duro lavoro e l'onestà, il coraggio e la gentilezza, la tolleranza e la curiosità, la lealtà e il patriottismo, queste cose sono antiche. Dal discorso di insediamento del Presidente USA B. Obama). Anche alla luce di queste parole, ciò che scrive Franceschini risulta vago e impreciso, e soprattutto non libera dai dubbi.

giovedì 10 settembre 2009

SALTELLANDO TRA LE MOZIONI AL CONGRESSO PD

Bersani nella sua Mozione a un certo punto, nel capitolo LEGALITA' e DEMOCRAZIA, scrive: "E quale credibilità può avere il governo delle leggi ad personam per chiedere ai dipendenti pubblici di essere irreprensibili?" Se la credibilità etica di buona parte del nostro governo può essere messa in discussione, questo è irrilevante, a mio avviso, rispetto alla necessità, indisponibile a qualsiasi giustificazione, che il dipendente pubblico sia irreprensibile nel suo operare come dipendente dello stato o delle amministrazioni diverse e locali. La irreprensibiltà del dipendente pubblico deve essere, come dire, "di default", un apriori che non può essere messo in discussione, pena il collasso dell'amministrazione pubblica e quindi dello stato (forse il nostro scenario?), anche in presenza del peggior governo possibile. La riforma auspicata e prevista da Bersani della amministrazione diventa un esercizio sterile se non si prevede una riforma morale che deve coinvolgere tutta la nazione e che può essere una "Mission" per un partito che vuole essere il partito del secolo.