martedì 28 giugno 2011

ILPATRIMONIO DI TUTTI, LE IDEE DI ALCUNI



Credo che anche l'idea migliore dell'umanità (che però a volte è la migliore dal "mio" punto di vista) se propagandata facendo un sopruso, piccolo o grande, come usando come strumento un bene comune (e per paradosso potenzialmente proprietà anche di chi la pensa in modo diverso) ne viene in un certo senso svilita dal supruso stesso.

venerdì 24 giugno 2011

ALLA BASE DELLA LOGICA C'è L'ETICA, ALLA BASE DELL'ETICA C'è LA LOGICA

Roberta de Monticelli, La questione morale

Chiediamo a chi parla, qualunque cosa dica - se parla sul serio e non per gioco - che risponda delle sue asserzioni
...
chiediamo a chi parla di giustificare le sue affermazioni, vale a dire di indicare a chi ascolta dove deve guardare per vedere che quello che è stato detto è vero. Dunque presupponiamo una pretesa di verità per ogni affermazione: e un impegno a onorarla, cercando e offrendo evidenza per quello che si afferma. Chi usa senza spiegazione parole che hanno mille significati o nessuno, chi afferma "la verità non esiste" ( e non si accorge di fare un'asserzione che pretende di essere vera), chi fa credere che il linguaggio fisolofico sia fatto, come troppo spesso sembra, di un paio di sortilegi verbali; ma ancora di più chi ascolta e non chiede perchè, manca a questo impegno.

mercoledì 15 giugno 2011

I MANIFESTI DELLA LEGA E L'ARTE DI SENTIRSI SCIVOLARE VIA IL TERRITORIO

Casualmente a Trezzo i tabelloni destinati ai manifesti elettorali per il referendum sono ancora piantati per le vie del paese, casualmente domenica prossima la Lega organizza il raduno a Pontida verso cui si avvia con le ruote un po' sgonfie, casualmente a Trezzo la Lega ha riempito con i suoi manifesti (e con i suoi slogan un po' logori...SIETE AL GOVERNO, PRIMA DI RECLAMARE IL LAVORO PER I RESIDENTI, FATE SCELTE CHE FAVORISCANO LA RIPRESA OCCUPAZIONALE!!!...) che ricordano l'appuntamento a Pontida (senza parole d'ordine, nella confusione mentale del momento non ne è venuta in mente neanche una). Quei tabelloni elettorali non erano il posto deputato per manifesti di partito non inerenti ai quesiti referendari. Ma volete che le avanguardie della rivoluzione si fermino davanti a simili quisquilie? (e poi costa meno che pagare la tassa di affissione). Le regole sono per i banali difensori del vecchio, chi si crede illuminato al massimo le regole chiede che siano gli altri a rispettarle. Non capita solo alla Lega, va detto, vediamo che anche a Sinistra c'è chi purtroppo ha questa idea del rapporto sociale. Ma forse la crisi di legame con il territorio passa anche, parzialmente è vero, da questa arroganza, da questa volontà di marchiare il territorio anche se il territorio non vorrebbe essere marchiato, che più di tutti è proprio delle persone della Lega. Non me la prendo tanto con i passionali e appassionati militanti, quanto con il loro dirigenti che hanno fatto di questo modo di rapportarsi con il resto della popolazione una cifra stilistica. Non so se l'invasione di manifesti della Lega sui tabelloni elettorali sia una violazione di qualche norma (salvo che il buon gusto, la correttezza etica e la convivenza civica), non so se il Sindaco di Trezzo dovrà intervenire per sanzionare gli irregolari (non tema, ho sentito che i Partiti hanno predisposto una legge - con il concorso anche del PD - che stempera gli effetti sanzionatori), ma che sia un evidente segno di difficoltà, un tentativo di afferrare qualcosa che sguscia tra le mani come se fosse unto di grasso, un tentativo di fermare un scivolamento verso il basso come quando ci si trova su un declivio ghiacciato, un tentativo di dire "devo dire qualcosa" per far sentire il suono della propria voce come testimonianza di esistenza lasciando che il rumore sostituisca le parole, appare chiaro e più è grossolana la prevaricazione più stimola all'effetto opposto a quello prefisso.

martedì 14 giugno 2011

CIVILTà FONDATA IN RAGIONE

Roberta De Monticelli "La questione morale"

Una civiltà "fondata in ragione" è una civiltà in cui tutte le norme che regolano la vita personale e sociale sono, come i comportamenti che regolano, soggette al vaglio delle coscienze che chiedono ragione. In cui tutte le norme, letteralmente, sono soggette alla giurisdizione della ragione. Una civiltà fondata in ragione è quella in cui, in particolare, gli ordinamenti giuridici di una comunità nazionale prima, internazionale e cosmopolita poi, sono potenzialmente (e nelle forme previste) soggetti a questa richiesta di giustificazione da parte di chiunque di noi voglia avanzarla

lunedì 13 giugno 2011

L'ACQUA. NON COMINCIAMO A DIMENTICARLA DA DOMANI

Spero che ora, dopo che abbiamo come italiani definito a larghissima maggioranza che la gestione del servizio idrico deve rimanere “pubblico”, nessuno di noi, comunque ci si sia espressi nel referendum, si dimentichi dell’acqua. Anzi, più che mai dopo la vittoria, i comitati “per l’acqua pubblica” non dovrebbero sciogliersi, ma divenire comitati permanenti di vigilanza affinchè gli acquedotti pubblici divengano esempi di gestione oculata delle risorse, mantenimento degli impianti in piena efficienza, trasparenza nella procedure di nomine e di assunzioni, risparmio che si scarica nel minor costo per il cittadino a fronte di una maggiore efficacia del sistema ed efficienza del servizio, riduzione progressiva fino al limite fisiologico dello spreco e della perdita di acqua pubblica. La bolletta, persa la remuneratività, dovrà essere sempre più trasparente, e noi cittadini dovremo essere felici, a fronte di un servizio pubblico efficiente, di pagare le tasse perché gli enti pubblici che governeranno la distribuzione delle risorse idriche siano in grado di tenere gli impianti costantemente ben manutenuti (perché il messaggio di questo voto è anche che il cittadino italiano è felice, come diceva il buon Padoa Schioppa di pagare le tasse e afferma, con il suo voto, di volerle pagare tutte, senza evadere un euro).
Compito dei Comitati per l’acqua pubblica dovrebbe essere quello di seguire con costanza e attenzione il lavoro del Comitato Nazionale di Vigilanza sulle risorse idriche e di diffondere (riportando, organizzando periodiche assemble che racocntino lo stato dell’arte, divulgando con parole semplici rapporti che posso immaginare complessi) la conoscenza dei progressi nel miglioramento del servizio e nella riduzione delle perdite.
ABBIAMO DETTO CHE L’ACQUA è UN BENE PUBBLICO E CHE E’ LO STATO, CIOè NOI, A ORGANIZZARE LA DISTRIBUZIONE TRA LA CITTADINANZA, SENZA CHE QUALCUNO POSSA SPECULARCI.
L’ACQUA, NON COMINCIAMO A DIMENTICARLA DA DOMANI

domenica 12 giugno 2011

 
 
 
 
 
 
 
 
La mia idea è che occorra cercare di evitare che i visitatori di Trezzo ( soprattutto Castello, Centrale, Adda) intasino le vie del centro con difficoltà per loro nel muoversi e trovare parcheggio e un fastidio, per gli abitanti o per i pedoni. Probabilmente rimarrà sempre necessario un intervento preventivo/repressivo delle forze dell'ordine, ma si può pensare a un palliativo (non una soluzione definitiva che dubito esista) lavorando sulla informazione di indirizzo, indicando per esempio dove sono i parcheggi e quanti posti hanno e informando i turisti di quanto lontano sono dal punto di interesse (dando l'idea di quanto VICINO sono) segnalando i minuti a piedi necessari per raggiungere un posto e posizionando mappe chiare per dare l'idea della posizione e del percorso da fare
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sabato 11 giugno 2011

CREDONO DI " MARCHIARE" IL TERRITORIO MA IL TERRITORIO SFUGGE DA SOTTO LE LORO POLTRONE




"La legalità", che bella parola, "le regole" poi..sopraffina, il rispetto... beh, è un'altra cosa, non per gli illuminati, quelli "avanti"...

card. SCOLA: PESANTE IPOTECA MORALISTICA

da LA QUESTIONE MORALE di ROBERTA DE MONTICELLI
" e sono in conclusione due parole divenute insulti, tendenzialmente del resto accoppiati, che esprimono da sinistra a destra (si fa per dire) il rifiuto di onorare la solitudine della coscienza personale e la responsabilità ultima che ciascuno porta di se stesso. Un rifiuto del peso della libertà, insomma, che dovrebbe invece essere il mistero più profondo di ogni individuo umano e del suo destino sub specie aeterni, cielo o inferno che scelga a se stesso...
...
(Citazione della lectio magistralis "desiderare Dio. Chiesa e postmodernità" tenuta il 27 agosto 20120, al meeting di Comunione e Liberazione di Rimini, dal Cardinale Angelo Scola, Patriarca di Venezia (ndr. futuro arcivescono di Milano?) - DIVENTA ALLORA NECESSARIO LIBERARE LA CATEGORIA DELLA TESTIMONIANZA DALLA PESANTE IPOTECA MORALISTA CHE LA OPPRIME, RIDUCENDOLA, PER LO PIù, ALA COERENZA DI UN SOGGETTO ULTIMAMENTE AUTOREFERENZIALE - La voce attaccata, e accusata di moralismo e autoreferenzialità, è quella del settimanale cattolico Famiglia Cristiana, diretto da don Antonio Sciortino, che aveva denunciato come ormai intollerabile il tasso di illegalità e amoralità che inquinava la gestione del potere politico)... Il Cardinale è passato a tessere pubblicamente l'elogio di un oscuro personaggio, oscuro in tuttii sensi: "Sono pochi i giornalisti bravi come lui"... l'"agente Betulla", (Renato Farina), radiato dall'Ordine dei giornalisti per tradimento della funzione giornalistica, dopo che l'aveva per anni - investe di vicedirettore di un quotidiano e in cambio di lauti vantaggi personali, prostituita al servizio di operazioni inconfessabili di polizia politica
(ndr. Farina diviene "Onorevole" nel 2008 nelle liste di un partito che lascio alla immaginazione di ciascuno)

martedì 7 giugno 2011

IN RICORDO DI PADOA SCHIOPPA

ROBERTA DE MONTICELLI- LA QUESTIONE MORALE

<... nell'odierno interesse "particulare" abbiamo letto una diffusa volontà di partecipazione al privilegio, al favoritismo, e una diffusa disponibilità all'impiego di pubbliche risorse in funzione di interessi privati. "Prendere al popolo per dare a se stessi" non è solo lo slogan del nuovo Robin Hood, è il motto del medio evasore fiscale. E un governo che si attribuisce il merito di "non aver messo le mani nelle tasche degli italiani" esprime con queste nobili parole, cariche di civismo, addirittura l'idea che uno Stato, in quanto procura le risorse necessarie a tutti i pubblici servizi, è ladro >

lunedì 6 giugno 2011

LE PREOCCUPAZIONI E LE PROSPETTIVE

Leopardi, “discorso sopra lo stato presente dei costumi degl’Italiani”, citato da Roberta de Monticelli in “la Questione Morale” e Matteo (Vangelo) 6. 25-34

Roberta del Monticelli: la Questione Morale
Quel senso di soffocante mancanza di prospettive, quel consumo delal vita giorno per giorno e senza “sostanze di cose sperate”, che già avevamo notato approvati dal Guicciardini, li ritorviamo ben descritti da Leopardi
< Or la vita degl’italiani è appunto tale, senza prospettiva di miglior sorte futura, senza occupazioni, senza scopo, e ristretta al solo presente>
Le preoccupazioni (Vangelo. Matteo 6, 24-24)
25 «Perciò vi dico: non siate in ansia per la vostra vita, di che cosa mangerete o di che cosa berrete; né per il vostro corpo, di che vi vestirete. Non è la vita più del nutrimento, e il corpo più del vestito? 26 Guardate gli uccelli del cielo: non seminano, non mietono, non raccolgono in granai, e il Padre vostro celeste li nutre. Non valete voi molto più di loro? 27 E chi di voi può con la sua preoccupazione aggiungere un'ora sola alla durata della sua vita? 28 E perché siete così ansiosi per il vestire? Osservate come crescono i gigli della campagna: essi non faticano e non filano; 29 eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, fu vestito come uno di loro. 30 Ora se Dio veste in questa maniera l'erba dei campi che oggi è, e domani è gettata nel forno, non farà molto di più per voi, o gente di poca fede? 31 Non siate dunque in ansia, dicendo: "Che mangeremo? Che berremo? Di che ci vestiremo?" 32 Perché sono i pagani che ricercano tutte queste cose; ma il Padre vostro celeste sa che avete bisogno di tutte queste cose. 33 Cercate prima il regno e la giustizia di Dio, e tutte queste cose vi saranno date in più. 34 Non siate dunque in ansia per il domani, perché il domani si preoccuperà di se stesso. Basta a ciascun giorno il suo affanno.

DRAGHI: LA CONCORRENZA- CONSIDERAZIONI FINALI

La concorrenza, radicata in molta parte dell'industria, stenta a propagarsi al settore dei servizi, specialmente quelli di pubblica utilità. Non si auspicano privatizzazioni senza controllo, ma un sistema di concorrenza regolata, in cui il cliente, il cittadino sia più protetto. La sfida della crescita non può essere affrontata solo dalle imprese e dai lavoratori direttamente esposti alla competizione internazionale, mentre rendite e vantaggi monopolistici in altri settori deprimono l'occupazione e minano la competitività complessiva del Paese.

domenica 5 giugno 2011

CONSIDERAZIONI FINALI BANCA D'ITALIA - PARAGRAFO SU FEDERALISMO FINALE

Mario Draghi:
" Il federalismo fiscale può aiutare, responsabilizzando tutti i livelli di governo, imponendo rigidi vincoli di bilancio, avvicinando i cittadini alla gestione degli affari pubblici. (ndr: in quel "può" si scardina la demagogia fideistica alla quale vorrebbe egemonizzare il pensiero la Lega)
Due condizioni sono cruciali: che i nuovi tributi locali siano compensati da tagli di quelli decisi centralmente e non vi si sommino; CHE SI PREVEDA UN SERRATO CONTROLLO DI LEGALITà SUGLI ENTI A CUI IL DECENTRAMENTO AFFIDA AMPIE RESPONSABILITà DI SPESA " Il maiuscolo è mio, se penso a un ente enorme per la cui elezione a presidente si falsificano le firme di presentazione di lista, credo che si parta male. Mi chiedo anche come si combini questo rigore richiesto con il folclore di chi mette i centralini dei comuni in dialetto credendo di fare con questo il federalismo...

sabato 4 giugno 2011

LA QUESTIONE MORALE - due

"Insomma, scrive R. de Monticelli, o ci salviamo con il mondo come appare - non solo con i suoi colori e i suoi sapori, ma anche con le sue qualità di valore e disvalore, con le cose preziose che contiene e devono essere protette, e quelle che gridano vendetta e devono essere cambiate - o di noi non si salva niente, neanche nel ricordo: neppure la differenza tra un uomo nobile e un vigliacco, fra una vittima e un carnefice. Chiedersi se ci sia, se possa esserci una fondazione razionale del pensiero pratico non significa dunque affatto abbracciare un "razionalismo" o un intellettualismo che ignori le passioni di cui è fatta la nostra esperienza morale e civile: al contrario, è cercare il contenuto di verità e di falsità di queste passioni - è prendere sul serio quell'esperienza, come via di conoscenza."

Credo sia un'operazione indispensabile per chi non vuole che ci sia un posto migliore nella società per alcuni ma che la società sia un posto migliore per tutti

venerdì 3 giugno 2011

QUANDO LA NAVE AFFONDA I TOPI SONO I PRIMI AD ABBANDONARLA

Guicciardini ci ammonisce: tra poco saremo pieni di "antiberlusconiani" che reclameranno a gran voce la loro "verginità" politica. La memoria delle cose dette e delle opere fatte sarà fondamentale.

da "Ricordi"
Sotto uno tiranno è meglio essere amico insino a uno certo termine che partecipare degli ultimi intrinsechi suoi, perchè così, se sei uomo stimato, godi anche tu della sua grandezza (...) e nella ruina sua puoi sperare di salvarti.

LE REGOLE - DALLE CONSIDERAZIONI FINALI BANCA D'ITALIA -MARIO DRAGHI

Non esistono scorciatoie. La risposta alla crisi del debito sta innanzitutto nelle politiche nazionali, nella piena attuazione dei piani correttivi concordati. Alla solidarietà tra i paesi membri dell'Unione devono corrispondere senso di responsabilità e RISPETTO DELLE REGOLE - Mario Draghi

Non so come fare e non ho lo strumento, ma se facessimo passare le Considerazioni Finali di Draghi in uno di quei programmi che contano le parole e poi fanno gli istogrammi o altre diavolerie per dire quali siano le parole più ricorrenti, sono convinto che la parola REGOLE sia se non la più citatà, sicuramente nelle prime 10 per ripetizione.

LA QUESTIONE MORALE -uno

ROBERTA DE MONTICELLI: LA QUESTIONE MORALE"Come se Dio ci fosse": il contrario esatto dell'atto di nascita della coscienza laica moderna (che nacque cristianissima), per la quale ci sono in verità esigenze, e dunque debbono in verità valere norme, che tali restano anche nel caso non ci fosse Dio. E così al colmo dello scetticismo (negare vera esistenza a queste esigenze e validità a queste norme in se stesse, al di fuori dell'arbitrio sovrano di un Dio) si aggiunge il colmo dell'indifferenza al vero (ciò che importa è che i comandamenti siano dati in nome di Dio, non che un Dio ci sia o no) e all'onestà (ciò che conta è obbedirvi, non credere che sia divino).
Mi viene in mente una amica di cielle che mi diceva che non mi dava un pugno perchè così obbediva a un precetto divino e non al compromesso di convivenza civile - che tra l'altro non è esattamente ciòa cui ci condurrà la De Monticelli e che è invece più debitore di De Sade

giovedì 2 giugno 2011

CONSIDERAZIONI FINALI BANCA D'ITALIA: MARIO DRAGHI

Uno dei passaggi che mi ha colpito è questo:
"... La riforma non è però completa: occorre affrontare e ridurre l'azzardo morale delle istituzioni finanziarie sistemiche (Systemically Important Financial Institutions, SIFI); occorre accrescere la trasparenza e contenere i rischi generati dal "sistema bancario ombra", zona grigia tra il settore regolamentato e quello non regolamentato.
O perchè hanno ricevuto aiuti pubblici, necessari nel momento più acuto della crisi a evitare fallimenti dalle conseguenze devastanti, o perchè gli Stati hanno offerto loro garanzie più o meno esplicite, diffusa è la convinzione che le banche più grandi non possano fallire. Ne derivano serie distorsioni alla concorrenza ma soprattutto il fatto inaccettabile che i guadagni spettano ai privati, le perdite alla collettività.
Le SIFI devono poter fallire, se necessario: in modo ordinato, mantenendo in vita le funzioni essenziali della banca e del sistema dei pagamenti, senza che i costi del loro dissesto siano sostenuti dai contribuenti, ma dagli azionisti e dal alcune categorie di creditori. A iniziare da quelle di dimensione e natura globali, esse dovranno inoltre avere una maggiore capacità di assorbire le perdite"
Che il futuro capo della BCE dica questo è consolante, che lo ponga come un dovere futuro che ora è disatteso, preoccupa.

mercoledì 1 giugno 2011

ASCOLTARE, MODERARE I TONI E LAVORARE

Quando la destra vinse le elezioni comunali a Trezzo, il PDL emanò un comunicato così becero che credo umiliasse più lo scrivente che chi era oggetto dell’insulto. Diceva sommariamente che dopo aver conquistato la roccaforte di Trezzo rimanevano solo Cuba, Cina e Corea del Nord patrie del comunismo.
La volgarità di tale comunicato era così eclatante che non potei fare a meno di rappresentare la mia indignazione ad amici di destra e alla persona che credo contribuì con la sua indicazione al 50% del successo della lista di destra.
Per inciso è comico vedere da parte di amministratori che avrebbero staccato Trezzo dalla Corea del Nord una indifferenza a rispettare le norme scritte nel regolamento di polizia urbana da loro scritto tale che susciterebbe ammirazione da parte degli accoliti di Kim Il Jong.
Ma ritornando alla introduzione, per gli stessi motivi non posso apprezzare le esclamazioni sul tipo “abbiamo liberato Milano” che sento esclamare dall’entourage di Pisapia (pur nella grande gioia di vedere questa fondamentale città aver scelto un Sindaco chiaramente di sinistra). Più modestamente direi che il centro sinistra ha vinto le elezioni municipali che, secondo il principio della alternanza democratica, potrebbe benissimo perdere tra cinque anni (perché per ora Pisapia deve dimostrare partendo da zero di essere un buon Sindaco e i consiglieri e gli assessori che lo sosterranno devono dimostrare che dietro tutte le parole ci saranno dei fatti). Boeri ha detto una cosa importantissima: che per la Sinistra (intesa in senso ampio e lato) non si tratta di dare a qualcuno la possibilità di avere un posto migliore nella società, ma di fare della Società un posto migliore per tutti. Bene, lo attendo alla resa dei conti. Il cuore mi fa sperare che sarà così per il bene di tutti e per dimostrare che la Sinistra torna a sapere fare il Buon Governo, la mente mi dice che la delega data deve essere messa alla prova dei fatti da oggi, più da chi è di Sinistra che dagli oppositori. Ma questo lo farei partendo dalle parole, che sappiamo sono importanti, che devono sempre essere coerenti con la realtà, conseguenti ai fatti e di uguale valore e significato in ogni situazione e condizione analoga.