mercoledì 31 dicembre 2014

PERCHE’ ESSERE RIGIDI NEL DIFENDERE LA LEGALITA’ è UTILE E POSITIVO



PERCHE’ ESSERE RIGIDI NEL DIFENDERE LA LEGALITA’ è UTILE E POSITIVO

In auto sull’A4 senza cinture Catturata la «banda delle ville»

Così titola l’Eco di Bergamo oggi. Qualche giorno fa, non ricordo se l’Eco o un altro giornale, pubblicava un articolo piuttosto umiliante nel quale si riferiva che fuorilegge albanesi telefonavano alle mogli per chiedere cosa gradissero come regalo rubato nelle case italiane, sottolineando che qui in Italia si poteva fare (nel senso di fuori legge ) di tutto.

Questo arresto , guarda caso di albanesi (come estremo contrappasso) e le modalità di svolgimento (sembra un thriller, il colpevole che stava per farla franca che cade su un dettaglio - io ricordo un film che credo si intitolasse Topkapi) è gratificante e istruttivo: l’attenzione delle forze dell’ordine all’infrazione minima – una giusta rigidità nel fare il proprio lavoro- il controllo accurato senza lasciare cadere la questione e poi la scoperta che qualcosa di più grosso emergeva quasi casualmente. Sono queste le forze dell’ordine che desideriamo (ovviamente anche quando sono rigide con noi, non solo con gli altri – cattiva abitudine nostrana). E questa rigidità, questa attenzione verso qualsiasi infrazione – e se posso dire anche verso qualsiasi reato (e non mi sembra che la decisione del Consiglio dei Ministri sui reati di tenue gravità , almeno relativamente alla confidenza del cittadino di essere sempre difeso dalla Stato, vada in questa direzione- ma potrei non capire io)- è ciò che penso sia desiderato dal cittadino semplice e mite, quello che trova nella applicazione della legge e nella difesa della legalità la sua unica forza.


http://www.ecodibergamo.it/stories/Cronaca/in-auto-sulla4-senza-cinture-catturata-la-banda-delle-ville_1097203_11/

lunedì 29 dicembre 2014

NORBERTO BOBBIO. GOVERNO DEGLI UOMINI O GOVERNO DELLE LEGGI?

tratto da IL FUTURO DELLA DEMOCRAZIA.

"lungo tutta la storia del pensiero politico ricorre con insistenza la domanda: Qual è il governo migliore, quello delle leggo o quello degli uomini?
(...)
Se (,...) mi si chiede di abbandonare l'abito dello studioso e di assumere quello dell'uomo impegnato nella vita politica del suo tempo, non ho alcuna esitazione a dire che la mia preferenza va la governo delle leggi, non a quello degli uomini. Il governo delle leggi celebra oggi il proprio trionfo nella democrazia. Che cosa è la democrazia se non un insieme di regole (le cosiddette regole del gioco) per la soluzione dei conflitti senza spargimento di sangue? e in che cosa consiste il buon governo democratico se non, anzitutto, nel rigoroso rispetto di queste regole? Personalmente, non ho dubbi sulla risposta a queste domande. e proprio perchè non ho dubbi, posso concludere tranquillamente  che la democrazia è il governo delle leggi per eccellenza. Nel momento stesso in cui un regime democratico perde di vista questo suo principio ispiratore, si rovescia rapidamente nel suo contrario, in una delle tante forme di governo autocratico, di cui sono piene le narrazioni degli storici e le riflessioni degli scrittori politici"

sabato 27 dicembre 2014

1984 - 2014

1984 - 2014
ORWELL: 1984

(riferendosi agli infiniti “teleschermi” –con la duplice funzione di proiettare e di riprendere - che osservano e spiano i comportamenti degli abitanti di Londra per smascherare i loro sentimenti non conformi al culto del Grande Fratello)

… Il peggior nemico, rifletté (Winston Smith), è il proprio sistema nervoso. In qualsiasi momento la tensione poteva tradursi in un sintomo visibile. Si ricordò di un uomo che aveva incrociato per strada qualche settimana prima, una persona comunissima, membro del Partito, sui trentacinque-quarant’anni, piuttosto alto e sottile, con una cartella sotto il braccio. A pochi metri l’uno dall’altro, improvvisamente il volto dell’uomo di era contratto in una sorta di spasmo, e la cosa si era ripetuta quando si erano incrociati. Solo un tremito, una contrazione rapida come lo scatto dell’otturatore di una macchina fotografica, ma che in lui doveva essere abituale, senza alcun dubbio. Ricordava di aver pensato: Quel poveretto è spacciato. La cosa peggiore era che potevate compiere il gesto fatale in modo del tutto inconscio…

RAMPINI 2014 (RETE PADRONA)

Perdete ogni speranza voi che entrate in un supermercato o shopping mall. Varcata la soglia nuove tecnologie riconoscono e scompongono perfino la nostra dinamica espressiva, gli stati d’animo che traspaiono dal volto e dagli sguardi.
(…)
Una società come Realeyes ( che vuol dire “occhi veri”) installa nei negozi delle telecamere con funzioni di “facial recognition”, più perfezionate di quelle che analizzano le nostre pupille all’arrivo negli aeroporti americani. La tecnologia di ricognizione facciale studia le nostre reazioni e analizza le nostre emozioni, di fronte a ogni reparto, a ogni vetrina espositiva; queste informazioni vengono immagazzinate e digerite in tempo reale per lanciarci delle offerte su misura, ad personam.

venerdì 26 dicembre 2014

SIOWALL_WAHLOO. FUORICLASSE

SIOWALL_WAHLOO. FUORICLASSE
Non so spiegare, in termini di critica letteraria (del resto attitudine e capacità non proprio nelle mie corde), perchè questi due autori svedesi mi appassionino tanto.

Ma è stato sufficiente che, stimolato dal regalo di un loro romanzo fatto ad una cara amica, riprendessi in biblioteca un libro che riprendeva i primi tre "romanzi su un crimine" della serie di dieci, per farmi avviluppare dalla loro rete.
L'ultimo che ho letto è "L'uomo sul tetto" (non credo di riuscire a leggerli in sequenza, ma non importa, in fondo è come fare una visita a vecchi amici con i quali la sequenza temporale dei ricordi non ha importanza sapendoli comunque collocare nel giusto ordine).

E' pure strano perchè sono dei demolitori di una società che da scontento europeo meridionale io idealizzo (la civilissima Europa del Nord) pur da un punto di vista che mi è affine (la critica verso la propria società è una costante degli autori scandinavi).

La trama di quest'ultimo è semplicissima e le indagini sono ridotte al minimo, l'arco temporale è ridottissimo, la direzione verso la causa, addirittura banale, presa ben presto. Nonostante ciò il libro prende (abbastanza da alzarsi presto per leggere la parte finale avendo ceduto per stanchezza ieri sera), la storia avvince, e i personaggi diventano subito familiari. Ben altri critici possono spiegare perchè questi due (marito e moglie nella realtà) sono così bravi, Io mi accontento di esultare da lettore.

giovedì 25 dicembre 2014

HAKAN NESSER: "IL COMMISSARIO E IL SILENZIO" - un po' deludente

HAKAN NESSER: "IL COMMISSARIO E IL SILENZIO" - un po' deludente

Oggi ho letto questo romanzo giallo di Nesser. Non conoscevo l'autore ne avevo saputo della serie relativa al  Commissario Van Veeteren.
L'ho preso a caso nella bella biblioteca di Capriate san Gervasio per rimpolpare le scorte che mi aiuteranno a far passare questi giorni.
Nei lanci in quarta di copertina viene presentato come un erede di Maigret, e l'autore come un prosecutore dello stile di Simenon. (secondo Repubblica il presunto erede di Simenon viene dalla Svezia, ma se è vero che l'autore è Svedese, il nome del protagonista, dei comprimari e dei giornali citati mi portano a situare gli avvenimenti in Olanda).
Temo siano affermazioni un po' avventate.

Non ho dubbi che Nesser si sia ispirato a Simenon, ma, se posso usare un detto che conosco, è un po' come confrontare il brodo di dado con il brodo di gallina.
Non che il libro sia illeggibile, questo sarebbe ingiusto, ma le atmosfere e le sensazioni che da Simenon non sono neppure sfiorate da questo autore e Van Veeteren non sarà mail, credo, un personaggio leggendario come Maigret.
Se leggendo Simenon schiocchi la lingua come se veramente tra i denti avessi il cannello di una pipa, o ti sembra di sentire il profumo di choucroute o il gusto di calvados, con Nesser non hai voglia di andarti ad aprire una birra.
Certo, ambientare le avventure a Parigi, una città che fa parte dell'immaginario collettivo, può essere più facile, ma la nebbia dei porti del nord della Francia o l'umidità attorno alle chiuse olandesi le senti veramente.
Nel romanzo che ho letto di Nesser non ho sentito nessuna di queste sensazioni. La lettura rimane più fredda, meno partecipe, la soluzione della trama è nascosta. Il libro si può leggere, non è brutto, ma sicuramente un po' deludente.

lunedì 22 dicembre 2014

Che scrittrice questa P.D.JAMES!

Che scrittrice questa P.D.JAMES che ho scoperto solo dopo aver letto della sua morte recente!

Ho trovato i suoi libri, che qualche benemerito ha smaltito in ottime condizioni, nella piacevole libreria della Coop Castello. Forse non dovrei dirlo visto che non ho esaurito la fornitura e ho lasciato qualche copia ancora in attesa di essere accaparrata.

Dall’8 dicembre, quando ho preso i primi tomi, con i libri di questa scrittrice sto avendo lo stesso rapporto che ho con il cioccolato. Con questo riesco a smettere di abusarne tra un viaggio e l’altro in cucina per staccare una abbondante razione dalla stecca, con quelli riesco a non leggere un suo libro, e quindi a dedicarmi ad altri altrettanto interessanti ma meno eccitanti, tra l’ultima pagina del primo e la prima del secondo. Oppure quando prendo un Siowall/Wahloo dei quali sto rileggendo la serie in 10 romanzi dedicata al commissario Beck.

L’ultimo che ho letto di P.D.James è questo “una certa giustizia”, libro di un realismo crudele, o di una crudeltà realistica, che è immaginabile e rimane sottotraccia per tutto l’avvincente svolgimento e che emerge come uno schiaffo nelle ultime due pagine (non leggete le ultime due pagine fino alla fine, in questo romanzo vale la pena più che in altri).

Credo che anche per questa serie, essendo seriale e con l’evoluzione dei personaggi nel corso delle vicende, sarebbe meglio leggerli in sequenza, ma forse, azzardo, con minore necessità degli autori citati sopra o di un Mankell.


Non che la crudeltà e il senso di profonda ingiustizia delle vicende umane mancasse anche negli altri romanzi di P.D.James che ho letto, ma in questo mi sembra ancor più profonda e marcata.

Ho l’impressione che P.D.James si prenda tutto il tempo necessario per dipanare la sua trama, che a me sembra svolta con stringente logica (in quest’ultimo ho individuato il colpevole collegando una deposizione con la descrizione di un’azione, è stato abbastanza semplice, ma non pregiudicante la piacevolezza della lettura – del resto non mi sembra che sia una che imbroglia il lettore, anche nel precedente… cogliendo la contraddizione tra due deposizioni è stato abbastanza agevole scoprire il colpevole), con descrizioni ambientali e umane che rendono il plot giallo un accessorio che aiuta a coinvolgere nella lettura senza essere l’unico fine.

Non so come scriva in inglese P.D.James, devo dire che in italiano è resa molto bene, quindi merito al traduttore.

E’ presente una sottile ironia tutta britannica, soprattutto quando, e lo ripete nei romanzi, celia con la funzione taumaturgica attribuita al tè dagli inglesi.

La stessa ironia nelle postfazioni viene usata per giustificare le variazioni toponomastiche inserite in Londra, amata e rimpianta – se ho ben capito ha qualche critica sulle trasformazioni urbanistiche della città.

Mi piacciono i personaggi, il protagonista, come ho letto è l’ispettore Dalgliesh (poliziotto e poeta), anche se nei romanzi che ho finora letto a me la protagonista, forse la preferita da P.D.James?, è Kate Miskin.


martedì 16 dicembre 2014

DIAMO CREDITO A CONCETTI MOLTO EVOCATIVI MA CHE, DOPO UN'ANALISI DI BUON SENSO, RISULTANO VUOTI

DIAMO CREDITO A CONCETTI MOLTO EVOCATIVI MA CHE, DOPO UN'ANALISI DI BUON SENSO, RISULTANO VUOTI

Antonio Pascale in un articolo su IL SOLE24 ORE DOMENICA

"Spesso in questo complesso mondo moderno, stimolante, interconnesso e veloce, abbiamo poco tempo per approfondire alcuni temi seri. Vorremmo essere slow, capire, riflettere, ma in realtà siamo fast, cerchiamo cioè soluzioni sbrigative e senza tanti conflitti, e allora - e questo capita soprattutto nei momenti di crisi -  preferiamo quelle narrazioni assolutorie (il male è altro da noi) oppure diamo credito a concetti molto evocativi ma che, dopo un'analisi di buon senso, risultano vuoti."

LO PENSO SOLO IO?

La demagogia e lo sciacallaggio mediatico hanno generalmente una buona resa.
Funzionano politicamente.
Però a volte l'eccessiva sicurezza di conoscere la strada per la pancia altrui può far fare passi falsi, eccedere con l'ipocrisia, rendere scoperto il gioco peloso, mostrare la propria piccolezza e lo scopo puramente strumentale delle proprie parole.
Lo penso solo io?

sabato 13 dicembre 2014

QUALI SONO I REATI CHE IMPATTANO Più DIRETTAMENTE SUI CITTADINI- DUBBI SUI “REATI DI LIEVE ENTITA’” NON E’ IL CASO CHE IL GOVERNO CI RIPENSI SULLA DEPENALIZZAZIONE DEI “REATI TENUI”?

QUALI SONO I REATI CHE IMPATTANO Più DIRETTAMENTE SUI CITTADINI- DUBBI SUI “REAT IDI LIEVE ENTITA’”

NON E’ IL CASO CHE IL GOVERNO CI RIPENSI SULLA DEPENALIZZAZIONE DEI “REATI TENUI”?

Sono consapevole della mia ignoranza giuridica e del rischio che scriva senza fare una analisi razionale e sull’onda emotiva, però non posso evitare di percepire una certa contraddizione tra la volontà espressa dal Presidente del Consiglio di inasprire le pene sui reati legati alla corruzione http://youtu.be/7rFDC9T0Aps

e agli omicidi per incidenti stradali http://youtu.be/aRzCedYLAKk?list=UUp8W1bzofvzB8MfZSkYW2xw

e la approvazione, da parte del Consiglio dei Ministri del giorno 1 dicembre, dello schema di decreto delegato con il fine di “sancire la non punibilità del fatto” per i cosiddetti reati di lieve entità.

Dal sito http://www.governo.it/Governo/ConsiglioMinistri/dettaglio

NON PUNIBILITÀ PER PARTICOLARE TENUITÀ DEL FATTO
Disposizioni in materia di non punibilità per particolare tenuità del fatto (decreto legislativo – esame preliminare)

Su proposta del Ministro della Giustizia, Andrea Orlando, di concerto con il Ministro dell’Economia e delle Finanze, Pietro Carlo Padoan, il Consiglio dei Ministri ha approvato uno schema di decreto delegato che recepisce le proposte elaborate dalla commissione ministeriale nominata con D.M. 27 maggio 2014 e presieduta dal prof. Francesco Palazzo con l’obiettivo di rivedere il sistema sanzionatorio e dare attuazione alla legge delega 67/2014 in materia di pene detentive non carcerarie e depenalizzazione.
L’istituto, costruito quale causa di non punibilità, consentirà una più rapida definizione, con decreto di archiviazione o con sentenza di assoluzione, dei procedimenti iniziati nei confronti di soggetti che abbiano commesso fatti di penale rilievo caratterizzati da una complessiva tenuità del fatto, evitando l’avvio di giudizi complessi e dispendiosi laddove la sanzione penale non risulti necessaria. Resta ferma la possibilità, per le persone offese, di ottenere serio ed adeguato ristoro nella competente sede civile. L’attuazione della delega consentirà ragionevolmente, nel breve periodo, di deflazionare il carico giudiziario restituendo alla giustizia la possibilità di affrontare con nuove energie indagini e processi complessi, la cui definizione possa essere ritardata o ostacolata dalla pendenza di processi relativi a fatti di particolare tenuità.


Sono  pure consapevole che, anche se indiretti, i costi e i danni che sopportiamo per la diffusa corruzione, anche quando siamo parti coinvolte come ungitori e unti (perché se è così diffusa non è possibile che sia sempre “opera di altri” come appare dall’indignazione diffusa – ma qui ciascuno risponde di sé) e quindi pensiamo di averne beneficio diretto, sono molto maggiori del furto o della piccola truffa subita. Ne paghiamo le spese quando i nostri figli non trovano lavoro, hanno le porte sbarrate nel cercare una formazione di qualità, non siamo ben curati o ben assistiti in caso di necessità, subiamo trasporti carenti o danni per infrastrutture non funzionanti.

E’ vero.

Credo anche che togliere la punibilità non vuol dire che non si attivi il processo di resa giustizia per chi ha subito il reato (anche perché ci sono casistiche che rendono necessaria, a parità di reato, la sanzione penale, e comunque il risarcimento del danno è previsto) ragione per cui non accade che a fronte di una denuncia di un reato (lieve) subito ci si senta rispondere: ma è tenue, lasciamo perdere (almeno non dovrebbe essere così, ma il linguaggio è ancora oscuro e burocratico – nonostante le promesse).

Però. Però è una brutta sensazione quella di sentirsi poco importanti agli occhi dello Stato. Perché credo sia questa la sensazione, almeno la mia. Perché non credo che lo Stato possa avere una visione puramente funzionale del cittadino, non considerarlo più il fine della sua azione. Non è piacevole sentirsi considerato meritevole di scarsa attenzione perché il baraccone della giustizia non funziona, come se fossimo noi, con la nostra giusta rivendicazione di una punizione per colui che ha infranto il patto sociale e ha violentato la nostra tranquillità, a non farlo funzionare. Sia compito dello Stato far funzionare a tutto tondo la giustizia.

Cosa vuol dire tenue? E’ tenue farsi sottrarre con la violenza, l’inganno o la scaltrezza qualcosa che possediamo? Cosa ne sa lo Stato di che cosa significa per noi quanto ci è stato rubato? Se un ladro ci ruba la catenina d’oro che è il ricordo di nostra nonna, o il camper con cui trascorro momenti felici con la mia famiglia, o il quadro che mi ha regalato un caro amico per un anniversario, al di la del valore economico, cosa ne sa il giudice se il danno che ho subito è tenue?

E la paura, l’ansia, il timore con cui devo vivere quotidianamente, il tempo vita e la qualità della vita che mi sono rubati o deteriorati?

E’ forse una piccola vendetta quella che desideriamo verso chi è entrato non invitato nelle nostre vite per procurarci danno a suo beneficio (senza che questo beneficio discenda dall’onesto sudore della sua fronte?). Può darsi.

Si può dire che non è il timore della condanna che ferma il ladro, quando lo è per indole o anche per una serie di cause che possono trasformare una persona che non lo sarebbe naturalmente ( non è il caso di discutere qui della guerra del penultimo contro l’ultimo che la situazione odierna e gli interessi partitici di alcuni – o perché utili idioti - stanno fomentando per distrarci da ben altri soprusi che subiamo quotidianamente), però non si può neanche dare la sensazione che lo stato distolga lo sguardo (anche se non lo fa, in un momento di crisi e di disorientamento come questo, la cura deve aumentare non dare l’impressione di diminuire).

Invece.

A mio avviso c’è un’altra sensazione altrettanto pericolosa che mina la nostra fiducia. Ancor prima della decisione del giudice (il reato è tenue, non c’è reiterazione, io vittima vengo rimborsato del danno…) occorre che il ladro sia preso.

Occorre che la prima risposta da parte dello stato (sulla prevenzione si sprecano tante parole, ma non possiamo pensare a un poliziotto dietro ad ogni angolo… ci sono sicuramente mezzi e metodi, ma non illudiamoci più di tanto) sia una risposta pronta e che ci dia la sensazione che il nostro problema diventa un suo problema. Che venga colta con piena considerazione la gravità percepita del danno subito (furto, truffa, violenza). E questo possono farlo le Forze dell’Ordine.



Non è che forse allora, piuttosto che cercare di risolvere il problema giustizia agendo per diminuzione sarebbe invece il caso di agire per incremento, sia quantitativo sia qualitativo e soprattutto di “attenzione al cittadino”. E poiché chi si mette tanto in gioco per la nostra sicurezza sono anch’essi cittadini, con politiche di “attenzione ai cittadini della polizia , dei carabinieri e delle altre forze”. Se ne esce solo insieme.

domenica 7 dicembre 2014

TANTA FIDUCIA DAGLI ITALIANI SENZA L’ONERE DI SAPER FARE QUALCOSA, QUESTO PUO’ ESSERE UNO DEI MOTIVI.

TANTA FIDUCIA DAGLI ITALIANI SENZA L’ONERE DI SAPER FARE QUALCOSA, QUESTO PUO’ ESSERE UNO DEI MOTIVI.

Ci sono molti motivi per cui alcune persone, oggi, sulla scena politica, senza aver avuto necessità di dimostrare di essere in grado di fare qualcosa di concreto, riscuotono tanta fiducia.

Senza riferirsi direttamente a questi fenomeni, probabilmente transitori ma certamente dannosi, Pascale, con questa breve frase, individua uno di essi.

Leggo anche una seconda spiegazione in questa breve ma incisiva frase, una delle motivazioni per cui la Sinistra, che non si adegua alla moda corrente e non accetta che a fronte di problemi complessi ci siano soluzioni semplici, sia così poco considerata nella società italiana (per carità, ci sono anche molte altre motivazioni per cui la Sinistra deve dare colpa solo a se stessa)

Antonio Pascale in un articolo su ILSOLE24ORE LA DOMENICA.

"Spesso in questo complesso mondo moderno, stimolante, interconnesso e veloce, abbiamo poco tempo per approfondire alcuni temi seri. Vorremmo essere slow, capire, riflettere, ma in realtà siamo fast, cerchiamo cioè soluzioni sbrigative e senza tanti conflitti, e allora - e questo capita soprattutto nei momenti di crisi - preferiamo quelle narrazioni assolutorie (il male é altro da noi) oppure diamo credito a concetti molto evocativi ma che, dopo un'analisi di buon senso, risultano vuoti."

sabato 6 dicembre 2014

LA TRUFFA AI DANNI DI UN ANZIANO E' UN REATO DI "LIEVE ENTITA'?"

LA TRUFFA AI DANNI DI UN ANZIANO E' UN REATO DI "LIEVE ENTITA'?"
c'è qualcosa che non capisco.
Secondo lo schema di decreto legislativo approvato nell'ultimo Consiglio dei Ministri, la truffa rientra nei "reati lievi" che possono essere compresi nella nuova archiviazione (fonte SOLE24ORE), a discrezione del giudice e purchè il truffatore non sia uno che abbia reiterato il reato (insomma non sia un pregiudicato e un truffatore seriale).
Probabilmente la truffa è, tecnicamente, un reato lieve. Ma umanamente?
La parte lesa ha diritto al risarcimento in sede civile. Ma chi e cosa potrà mai risarcire un vecchio truffato, chi lo risolleverà dall'umiliazione di sentirsi inadeguato di fronte al mondo, dalla paura di sentirsi indifeso e incapace di difendersi di fronte alle cattiverie di chi vuole approfittarsi della sua debolezza?
Le leggi forse, non ho cultura giuridica, devono avere un carattere di astrattezza, altrimenti cadiamo nelle "leggi ad personam" che hanno macchiato la storia recente. Però non riesco a convincermi che lo Stato ( i suoi ministri, i suoi parlamentari) possano ignorare l'invito che poco tempo fa una grande persona ha rivolto ai loro colleghi europei, di "prendersi cura della fragilità delle persone".
Forse in certi casi, per proteggere i più deboli, lo Stato non dovrebbe far paura ai delinquenti che compiono soprusi  contro di loro, con il rigore della persecuzione e la durezza della punizione? E forse trovare altri metodi, che tocchino i diritti dei chi debole non è, per liberare i tribunali dai carichi processuali?

giovedì 4 dicembre 2014

NELSON ROLIHLAHLA MANDELA - UN ANNO DALLA MORTE

Per me la figura più esemplare, l'uomo più importante e significativo del XX secolo (limitando l'ampiezza temporale)
5 dicembre 2013 - 5 dicembre 2014




lunedì 1 dicembre 2014

A PROPOSITO DI UN POSTO DI FEDERICA CHE SCRIVE: “IL MATRIMONIO OMOSESSUALE MINACCIA IL FUTURO DELL’UMANITA’ (BENEDETTO XI) AL QUALE REPLICA: PENSAVO CHE A MINACCIARE IL FUTURO DELL’UMANITà FOSSERO FAME, GUERRE E POVERTA’



A PROPOSITO DI UN POSTO DI FEDERICA CHE SCRIVE: “IL MATRIMONIO OMOSESSUALE MINACCIA IL FUTURO DELL’UMANITA’ (BENEDETTO XI) AL QUALE REPLICA: PENSAVO CHE A MINACCIARE IL FUTURO DELL’UMANITà FOSSERO FAME, GUERRE E POVERTA’


Un ragionamento stolto:

Pensavo, Federica, che a rigor di logica, estremizzando fino al paradosso la possibilità che tutte le persone viventi sulla terra fossero omosessuali, questa unione, naturalmente sterile, porterebbe veramente alla estinzione della vita umana.

Al contrario fame, guerre e povertà non minacciano realmente questo esito paventato da Benedetto XVI (che per il ruolo che ricopriva dubito parlasse a titolo personale).

Prendi per esempio gli stupri sistematici della guerra civile Jugoslava, piuttosto che quelli della guerra del 1971 (credo ) per l’indipendenza del Bangladesh, quanti bambini hanno fatto nascere (proprio ieri sera Antonella ha visto il film VENUTO AL MONDO tratto dal libro della Mazzantini)

I tassi di natalità più alta, per compensare le morti nei primi anni, sono propri delle aree più povere.

Quindi a rigore di logica, non sono minacce per il futuro della umanità, al limite sono condizioni necessarie affinché (abbozzo sulle percentuali) il 10% di questa umanità possieda il 40 o 50% delle ricchezze ( o di più).

Del resto, ragionando sempre per assurdo, anche se tutte le persone fossero prese da vocazione religiosa e diventassero tutti preti e suore (integerrimi, eh!) l’umanità sarebbe minacciata. Diciamo che la vocazione religiosa è una minaccia per il futuro dell’umanità tanto quanto il matrimonio omossessuale (facendo ovviamente finta di non sapere che si tratta di concedere dei diritti a una minoranza e non realisticamente di prevedere che tutti saranno omosessuali)

Però mi sento stimolato ad avventurarmi in un ragionamento che probabilmente sarà motivo di qualche bacchettata da pensatori ben più attrezzati di me.



Premesso che siamo padroni di noi stessi e della nostra vita senza dovere nulla a nessuno (fatto salvo rapporti affettivi e il dovere di provvedere ai figli una volta messi al mondo e ai genitori finchè non lasciano questo mondo) e che non esiste un’ “idea” di bambino che aspetta solo in modo deterministico che quello spermatozoo fecondi quell’ovulo, se anche tutti gli abitanti del mondo dovessero coniugarsi con persone dello stesso sesso, quindi senza procreare, e questo portasse per libera scelta all’estinzione della razza umana, questo fatto sarebbe una colpa verso qualcuno? Il genere umano ha un dovere di continuare ad esistere o potrebbe (ragiono per paradosso) decidere autonomamente di estinguersi per mancata procreazione? Avere un bambino non è un diritto, ma procreare, oltre che un mezzo per far continuare l'esistenza dell' essere umano sulla terra, è un dovere?

domenica 30 novembre 2014

J.M.BERGOGLIO. PRENDERVI CURA DELLA FRAGILITÀ DEI POPOLI E DELLE PERSONE

J.M.BERGOGLIO. PRENDERVI CURA DELLA FRAGILITÀ DEI POPOLI E DELLE PERSONE
Continuo a riprendere in mano in testo del discorso di J.M.Bergoglio al Parlamento Europeo. Ci sta alla base di questo interesse la mia considerazione che l'Unione Europea é il nostro unico futuro possibile e la stima che ho di questo Pontefice, proprio nella sua figura di costruttore di ponti.
C'è un paragrafo che mi sembra molto significativo. Parte da premesse sulle quali posso manifestare un diverso parere, pur in un solco di sentita condivisione e prosegue con parole ispirate e profonde. Sono parole "prendervi cura della fragilità dei popoli e delle persone" che mi sento di dedicare ai miei amici, consiglieri e componenti dei gruppi di lavoro, di TUTTI PER TREZZO. Perché anche quando discutono di una variante urbanistica per loro le persone siano (e li conosco: sono) fini e non mezzi.

Le parole di J.M Bergoglio:
"É il grande equivoco che avviene quando prevale "l'assolutizzazione della tecnica" che finisce per realizzare "una confusione tra fini e mezzi". Risultato inevitabile della "cultura dello scarto" e del "consumismo esasperato". Al contrario affermare la dignità della persona significa riconoscere la preziosità della vita umana, che ci é donata gratuitamente e non può perciò essere oggetto di scambio o di smercio. Voi, nella vostra vocazione di parlamentari, siete chiamati anche a una missione grande benché possa sembrare inutile: prendervi cura della fragilità dei popoli e delle persone. Prendersi cura della fragilità dice forza e tenerezza, dice lotta e fecondità in mezzo a un modello funziona lista e privatista che conduce inesorabilmente alla "cultura dello scarto". Prendersi cura della fragilità delle persone e dei popoli significa custodire la memoria e la speranza; significa farsi carico del presente nella sua situazione più marginale e angosciante ed essere capaci di ungerlo di dignità "

LE VALUTAZIONI DI TUTTI PER TREZZO SUL PROGRAMMA DI MANDATO: ARGOMENTO “PRESERVARE LE NOSTRE CAMPAGNE”

LE VALUTAZIONI DI TUTTI PER TREZZO SUL PROGRAMMA DI MANDATO: ARGOMENTO “PRESERVARE LE NOSTRE CAMPAGNE”

La lettura delle interessanti e puntuali osservazioni che la lista civica TUTTI PER TREZZO ha elaborato sul PdM della attuale amministrazione è un esercizio utile e da fare con periodica costanza. Il PdM, anche questo, è un documento che ci coinvolge e ci coinvolgerà per i prossimi anni. Tenere viva l’attenzione e conservare la memoria di quanto promesso e previsto è un esercizio utile per quei cittadini che vogliono essere attivi e partecipi.

Ho trovato interessante oggi il paragrafo che analizza le proposte del PdM sul territorio.

Pubblico alcuni stralci


(l’intero documento può essere letto al link http://www.tuttipertrezzo.it/?p=508 )

(dal PdM)Preservare le nostre campagne


Curare e far vivere l’ambiente intorno a noi: recupero delle zone inquinate e valorizzazione delle ricchezze naturali


(elaborazione di TUTTI PER TREZZO ):Anche in questo caso la previsione delle linee strategiche è del tutto generica, la frase sopra riportata che le sintetizza può voler dire tutto e niente.

Altrettanto generiche sono le singole azioni previste.

Si parla di bonifica dei siti inquinati individuati nel piano Regionale: ci si domanda …deve bonificare il Comune ciò che inquinano gli altri? O questa previsione vuol dire qualcos’altro? In tal caso sarebbe bene essere meno generici.

Bene ovviamente il monitoraggio delle aziende a rischio inquinamento.

Ferma opposizione al progetto di raddoppio del termovalorizzatore e stretta sorveglianza dell’impianto esistente.

Azione che non ci può trovare certamente in disaccordo.

Mancano però degli impegni più precisi.

Non viene affermata la contrarietà anche a qualsiasi ipotesi di ampliamento dell’inceneritore e/o la contrarietà a qualsiasi ipotesi di incremento della quantità o modifica della qualità dei rifiuti conferiti.

Né viene affermata esplicitamente la contrarietà a qualunque ipotesi di spostamento della data di dismissione dell’impianto prevista per il 2023 (sappiamo già che ci verrà obiettato che questo programma di mandato arriva fino al 2019, ma è ragionevole pensare che Prima S.r.l. non aspetterà proprio la data ultima per rinegoziare la convenzione).


Impegni che la nostra Lista Civica aveva messo già esplicitamente per iscritto nel proprio programma elettorale, e che ci sembrano fondamentali da indicare.

Anche per quanto riguarda lo studio epidemiologico, ci pare che sia stato avviato e che sia in fase conclusiva: quindi non comprendiamo perché si metta nel programma di mandato la sollecitazione all’avvio.

Forse sarebbe bene che il Signor Sindaco abbandonasse il suo atteggiamento da “uomo solo al comando” ed iniziasse a rapportarsi nuovamente anche con gli altri Sindaci interessati alla questione inceneritore.

Vengono poi elencate tutta una serie di azioni condivisibili, ma che ci paiono poca cosa rispetto alla problematica ambientale nel suo complesso e all’ambiziosa (ma assai generica) linea strategica indicata, e cioè la “valorizzazione delle ricchezze naturali”.

Bene la lotta all’abbandono di rifiuti e la sensibilizzazione per incrementare la raccolta differenziata, ma nulla si dice in tema di educazione ambientale e di sostegno ed incentivazione alle energie rinnovabili.

Bene anche il sostegno al mercato “Campagna amica” ed il sostegno agli orti sociali e alla promozione di attività lavorative a Km 0, ma tutto ciò dovrebbe essere inserito in un contesto di programmazione più ampia del rilancio delle attività commerciali.

Interessante la previsione della realizzazione del Centro Visite dell’Oasi Le Foppe WWF presso la ex Fornace Redaelli, che in realtà fa parte della convenzione per la realizzazione della nuova Caserma dei Carabinieri e che doveva essere finito già da tempo.

La tematica della programmazione ambientale e territoriale in queste linee programmatiche di mandato viene contenuta in una paginetta scarsa, che comprende sia la pianificazione urbanistica sia le indicazioni più strettamente in tema di ambiente e territorio.

Per quanto riguarda l’urbanistica, ci pare che tale materia, da cui dipende la pianificazione di tutto il nostro territorio (e conseguentemente il futuro della nostra città) e che quindi riveste un’importanza fondamentale, meritasse una programmazione meno generica ed approssimativa di quella che ritroviamo in queste linee programmatiche di mandato, ancora più sintetiche e sbrigative del programma elettorale.

Non si intravede nelle poche righe che ci sono state consegnate una visione strategica della nostra città, che indichi quale sarà la sua vocazione futura (turistica? industriale? agricola? o solo un concentrato di rotonde e di macchine?).

Per quanto riguarda l’ambiente e il territorio più in generale, queste linee programmatiche sono ancora più scarse e generiche. (…)

E soprattutto, proprio in tema di ambiente e territorio, si registra un’assenza fondamentale: il fiume.

Il fiume Adda costituisce il fulcro della ricchezza paesaggistica di Trezzo, e dovrebbe essere al centro di qualunque programma ambientale riguardante il nostro territorio.


Invece in questo programma di mandato, non si dice assolutamente nulla sulla nostra risorsa ambientale più importante: non si parla della sua manutenzione, della sua salvaguardia e della sua valorizzazione.

Non si dice niente di niente, a meno che non si voglia considerare la programmazione relativa al fiume e all’ambiente la generica affermazione fatta a pag. 21 (in tema di Expo…..eh sì….tutto si farà per l’Expo….speriamo che si faccia anche l’Expo, perché non ci pare che goda di buona salute) relativa all’ipotetica realizzazione di un museo del fiume.

Nulla si dice in tema di prevenzione e soluzione dei problemi relativi all’inquinamento ambientale, in particolare sul problema delle barriere antirumore dell’autostrada A4.

Non si parla di aggiornare il Piano di zonizzazione acustica e lo Studio Geologico, né tantomeno di predisporre il Piano per il sottosuolo (PUGGS).

Nulla si dice circa il mantenimento delle aree boscate, con particolare attenzione a quelle limitrofe agli insediamenti urbani, né riguardo alla promozione e programmazione della manutenzione del nostro patrimonio ambientale, individuato in scarpate, filari, boschi, strade campestri e agricole, cavi e alzaie.

Questo solo per fare alcuni esempi di come la tematica ambientale sia stata trattata con superficialità e genericità: appare dunque evidente che anche in tema di ambiente e territorio, non possiamo condividere quanto espresso dalla maggioranza in queste linee programmatiche che il Consiglio Comunale odierno si appresta a votare.

sabato 29 novembre 2014

J.M.BERGOGLIO AL PARLAMENTO EUROPEO. L'EUROPA E LA DIMENSIONE TRASCENDENTE

Sto rileggendo il discorso di J.M.Bergoglio al Parlamento Europeo. A ogni rilettura mi sembra di cogliere un aspetto nuovo e un motivo di riflessione e di approfondimento.

Questa sera mi ha colpito il paragrafo nel quale cita la “Scuola di Atene” di Raffaello.

In calce lo copio.

La sua critica alla perdita della dimensione trascendente è degna di considerazione anche per chi non ha per nulla una dimensione trascendente, proprio in forza e in considerazione del motto dell’Europa (uniti nella diversità). Certo, il crescente disinteresse delle popolazioni europee per la religione non è il realizzarsi di un disegno della “Internazionale atea” come certi potentati mediatici vorrebbero farci credere, bensì la conseguenza di atteggiamenti più indirizzati a conservare o rafforzare il potere, economico ed etico, delle gerarchie ecclesiastiche che a testimoniare la propria fede con l’esempio (in Italia, IOR e simpatie per movimenti che hanno espresso politici poi dimostratisi poco corretti).

A parte queste considerazioni, per molti uomini ricercare il senso della vita e il fine del proprio esistere al di fuori della finitezza umana è fondamento della propria esistenza. Bellissima quindi l’immagine scelta da Bergoglio dei due filosofi che indicano il cielo e la terra, racchiudendo i due limiti nei quali e con i quali confrontarsi.

Ma quanti cieli? Perché non credo che possiamo intendere che per l’Europa ormai esista un solo tipo di trascendenza. Per diversi motivi, non ultimo che ce li siamo andati a cercare con il colonialismo, l’Europa è attraversata e conformata da diverse religioni.

Il problema è quante e quali di tutte le religioni Europee hanno appreso la lezione della Scuola di Atene (e oserei dire, si sono confrontate con l’Illuminismo e la Rivoluzione Francese).

Posso anche ammettere che l’Europa, nella sua maggioranza, ha un rapporto privilegiato con il Cristianesimo nelle diverse confessioni in cui si è diviso, la storia lo insegna e rende plausibile questo pensiero. Ma la storia cammina. Solo cinici mestatori politicanti e cittadini che fanno fatica per onesta e giustificata paura del cambiamento possono pensare che la Storia di fermi o possa essere fermata da incerti muri.

Quindi il confronto è con una molteplicità di trascendenti, con i quali è necessario impostare il discorso citato da Bergoglio: il contributo di tutte le religioni europee, anche sull’esempio della evoluzione del Cristianesimo, non deve costituire un pericolo per la laicità degli Stati… bensì un arricchimento.

E un arricchimento anche per le religioni, per alcune più che per altre, che nel confronto con lo stato Laico, quindi con il diritto pubblico e diritto privato, la sovranità degli organismi rappresentativi, l’uguaglianza formale e sostanziale delle persone, ne avrebbero solo da guadagnare (e ne guadagneremmo tutti)




Forse è meglio lasciare la parola a J.M.Bergoglio.

“Come dunque ridare speranza al futuro, così che, a partire dalle giovani generazioni, si ritrovi la fiducia per perseguire il grande ideale di un’Europa unita e in pace, creativa e intraprendente, rispettosa dei diritti e consapevole dei propri doveri?

Per rispondere a questa domanda, permettetemi di ricorrere a un’immagine. Uno dei più celebri affreschi di Raffaello che si trovano in Vaticano raffigura la cosiddetta Scuola di Atene. Al suo centro vi sono Platone e Aristotele. Il primo con il dito che punta verso l’alto, verso il mondo delle idee, potremmo dire verso il cielo; il secondo tende la mano in avanti, verso chi guarda, verso la terra, la realtà concreta. Mi pare un’immagine che ben descrive l’Europa e la sua storia, fatta del continuo incontro tra cielo e terra, dove il cielo indica l’apertura al trascendente, a Dio, che ha da sempre contraddistinto l’uomo europeo, e la terra rappresenta la sua capacità pratica e concreta di affrontare le situazioni e i problemi.



Il futuro dell’Europa dipende dalla riscoperta del nesso vitale e inseparabile fra questi due elementi. Un’Europa che non è più capace di aprirsi alla dimensione trascendente della vita è un’Europa che lentamente rischia di perdere la propria anima e anche quello “spirito umanistico” che pure ama e difende. Proprio a partire dalla necessità di un’apertura al trascendente, intendo affermare la centralità della persona umana, altrimenti in balia delle mode e dei poteri del momento. In questo senso ritengo fondamentale non solo il patrimonio che il cristianesimo ha lasciato nel passato alla formazione socioculturale del continente, bensì soprattutto il contributo che intende dare oggi e nel futuro alla sua crescita. Tale contributo non costituisce un pericolo per la laicità degli Stati e l’indipendenza delle istituzioni dell’Unione, bensì un arricchimento. Ce lo indicano gli ideali che l’hanno formata fin dal principio, quali la pace, la sussidiarietà e la solidarietà reciproca, un umanesimo incentrato sul rispetto della dignità della persona."

martedì 25 novembre 2014

J.M.BERGOGLIO ALL’EUROPARLAMENTO: Al concetto di diritto non sembra più associato quello altrettanto essenziale e complementare di dovere



J.M.BERGOGLIO ALL’EUROPARLAMENTO: Al concetto di diritto non sembra più associato quello altrettanto essenziale e complementare di dovere

Ho apprezzato il discorso di J.M.Bergoglio oggi al Parlamento Europeo a Strasburgo.

E’ stato un discorso di ampie vedute, complesso e meritevole di una analisi più attenta conseguenza di una rilettura più meditata.

Più importante che la meditazione e la rilettura la facciano gli Europarlamentari, sperando che non sentano di aver esaurito il compito con la standing ovation, come sagacemente annotava Mentana.

Non avrebbe senso trascrivere tutto il discorso, che pure meriterebbe, anche in quelle parti nelle quali mi sento lontano da J.M.Bergoglio – quindi lo si vada a recuperare e a leggere, invito.

Per ora copio solo alcuni paragrafi che mi hanno colpito.


1) “La dignità è la parola chiave che ha caratterizzato la ripresa del secondo dopo guerra. La nostra storia recente si contraddistingue per l’indubbia centralità della promozione della dignità umana contro le molteplici violenze e discriminazioni che neppure in Europa sono mancate nel corso dei secoli. La percezione dell’importanza dei diritti umani nasce proprio come esito di un lungo cammino, fatto anche di molteplici sofferenze e sacrifici, che ha contribuito a formare la coscienza della preziosità, unicità e irripetibilità di ogni singola persona umana. Tale consapevolezza culturale trova fondamento non solo negli avvenimenti della storia, ma soprattutto nel pensiero europeo, contraddistinto da un ricco incontro, le cui numerose fonti lontane provengono , dando luogo proprio al concetto di persona” - non conosco la fonte della citazione e vedo che J.M.Bergoglio non rinuncia a rivendicare con il giusto orgoglio la profonda impronta del cristianesimo in Europa. Potrei dire che il riconoscimento dei diritti umani e del valore della persona nasce dal contrasto, anche sanguinoso, del pensiero laico con il cristianesimo, dall’influenza dell’Illuminismo, giunto dopo tante sofferenze a una fondamentale condivisione di percorsi comuni dove sulle differenze anche grazie a persone come lui si gettano ponti. Ma mi sembra di cogliere più un afflato alla costruzione comune piuttosto che l’impeto guerriero e conquistatore che non mancava nel recente passato e che di conseguenza portava più ad erigere mura che gettare ponti.



2) “Occorre però prestare attenzione per non cadere in alcuni equivoci che possono nascere da un fraintendimento del concetto di diritti umani e da un loro paradossale abuso. Vi è infatti oggi la tendenza verso una rivendicazione sempre più ampia di diritti individuali, che cela una concezione di persona umana staccata da ogni contesto sociale e antropologico, quasi come una , sempre più insensibile alle altre intorno a sé. Al concetto di diritto non sembra più associato quello altrettanto essenziale e complementare di dovere, così che si finisce per affermare i diritti del singolo senza tenere conto che ogni essere umano è legato a un contesto sociale in cui diritti e doveri sono connessi a quelli degli altri e al bene comune della società stessa” – Mi piace questo richiamo, lo sento indirizzato anche a chi come me ritiene di avere sopra di sé solo il cielo stellato e di non avere nessuna legge morale e nessun dio a cui rendere conto, salvo le ragioni del convivere in società come un buon cittadino. Penso che sia un richiamo forte all’Europa laica coraggiosa e a volte un po’ arida, forse più paladina dei diritti per egoismo che per convinzione. Non la leggo come una richiesta di limitazione all’allargamento dei diritti, bensì come un avvertimento che ciò sia un arricchimento per tutta la società.

domenica 16 novembre 2014

INSOMMA, NON SO PROPRIO NIENTE

BILL BRYSON: BREVE STORIA DI (QUASI) TUTTO

"Poi, molto tempo dopo - circa quatto o cinque anni fa, crede - mentre ero in volo sul Pacifico e guardavo pigramente dal finestrino l'oceano illuminato dalla luna, mi si presentò alla mente, con una forza piuttosto inquietante, la consapevolezza di non sapere nulla dell'unico pianeta sul quale mi sarebbe mai capitato di vivere. Non avevo idea, per esempio, del perchè gli oceani siano salati e i Grandi Laghi no. Non ne avevo la più pallida idea. Non sapevo se gli oceani diventano, con il tempo, più o meno salati, né se i livelli di salinità siano qualcosa di cui preoccuparsi o meno (mi riempie di gioia poter dire che fino alla fine degli anni Settanta nemmeno gli scienziati sapevano rispondere a queste domande: si limitavano a non parlarne in modo esplicito).
E  la salinità dell'oceano era solo la punta dell'iceberg della mia ignoranza. Non sapevo cosa fossero un protone o una proteina, non distinguevo un quark da un quasar, non riuscivo a capire come facessero i geologi a guardare uno strato di roccia sulla parete di un canyon e stabiline l'età: insomma non sapevo proprio niente. Fui sopraffatto da una strana, ostinata smania di sapere qualcosa di più su questi argomenti e, soprattutto, di scoprire come facciano gli scienziati a capirne qualcosa. E in effetti, proprio questo - come facciano gli scienziati a scoprire le cose - è rimasto per me il motivo di maggiore meraviglia"

Forse facciamo fatica a capire COME, ma non ci sfugge il PERCHE?: perchè sono curiosi del mondo.

LIBRO ABBANDONATO A META'- Paasilinna: La fattoria dei malfattori

ABBANDONATO A META' "LA FATTORIA DEI MALFATTORI" DI A. PAASILINNA.

Cosa mi ha spinto a riportare in biblioteca questo libro senza concluderlo?
Non posso dire di non conoscere l'autore, da L'ANNO DELLA LEPRE credo di averli letti tutti o quasi. Alcuni li ho anche comperati. Conosco quindi la verve caustica, iconoclastica, irriverente e volutamente scorretta, la sapida ferocia con cui mette alla berlina i sistema sociale del suo Paese e i suoi connazionali.
Del resto, da Mankell in poi, sia sul versante noir sia sul versante sarcastico, conosciamo la vena critica (a volte autoflagellante) degli scrittori scandinavi (dalla Danimarca fino all'Islanda passando per tutta la penisola) - ma in realtà possiamo partire ben prima di Mankell, risalendo alla coppia Sjowall - Wahloo che forse avevano un afflato più politico e orientato verso il cambiamento e meno nichilistico dei maggiormente contemporanei- la cui mission sembra essere quella di dover smentire in tutti i modi le varie classifiche che leggiamo sui giornali che pongono quelle nazioni invariabilmente, da qualunque visuale, ai vertici della qualità della vita.

Cosa allora mi ha fermato, in questo romanzo, scritto con uno stile, innamorato della natura e sciolto nella trama, che mi piace?

La trama, abbozzo per rispetto di chi non lo ha ancora letto, racconta di una supplenza vendicatrice- educatrice rispetto ai limiti e alla ignavia dello Stato nel reprimere la delinquenza.

Forse proprio questo non mi è piaciuto, non perchè lo svolgimento sia grondante sangue, anzi è sempre molto ironico e divertente. E' che siamo in un momento storico pieno di vendicatori, chiunque si sente più chiamato alla causa di giudice o di vendicatore di qualsiasi presunto torto piuttosto che chiamato al dovere di essere un buon cittadino. L'indice puntato è diventato il simbolo di questa era, la sfiducia nella legge (sia come regolatore dei rapporti tra gli uomini a tutela dei più deboli, sia come espressione del lavoro di chi è chiamato a tutelarla professionalmente) ha raggiunto livelli che mi sembrano preoccupanti. Le figure di chi sguazza in questo torbido diventano popolari e degne di (mal riposta) fiducia. Trovare questo in un romanzo che vorrebbe essere ironicamente intelligente mi ha stancato. Forse in momenti migliori lo riprenderò.

sabato 15 novembre 2014

LA BIBLIOTECA DI TREZZO - valutazioni sul PdM

LA BIBLIOTECA DI TREZZO - valutazioni sul PdM dell'AC

La lettura dell'analisi fatta dalla lista civica TUTTI PER TREZZO del programma di mandato dell'attuale A.C. di Trezzo è sempre interessante e dimostra, nelle valutazioni, nelle critiche e nelle controproposte, di essere sempre attuale.

Ecco cosa hanno scritto sull'argomento Biblioteca, un argomento forse più sentito come vera esigenza dai governati che dai governanti.

BIBLIOTECA


Ristrutturazione degli spazi della Biblioteca, con rifacimento del tetto, della facciata, degli impianti e recupero della “Sala degli specchi” con trasferimento in altra sede della sala del Consiglio Comunale.  (in blu il programma di mandato dell'AC)

Prendiamo atto della modifica di destinazione d’uso della Sala degli Specchi. Ci auguriamo quindi che lo spazio lasciato libero dalla sala non venga destinato per un ulteriore spazio museale, del quale riteniamo che non se ne senta l’esigenza. La nostra Biblioteca, ma anche i fruitori della stessa, sentono la necessità di ampliare gli spazi per lo studio e la lettura. Un’ottima destinazione della Sala degli Specchi potrebbe essere rappresentata da una sala lettura con quotidiani e periodici, della quale se ne sente veramente la mancanza.

Ne approfittiamo anche per condividere appieno le richieste, presentate in più occasioni e da più parti, di ampliamento dell’orario di apertura della biblioteca. Sappiamo che non è semplice da realizzare in base alla pianta organica attuale, tuttavia sono decine le soluzioni adottate da comuni limitrofi per ovviare a questa mancanza e rispondere così alle esigenze della cittadinanza: dai lavoratori socialmente utili, ai servizi di leva civica passando per le associazioni di volontariato

Garantire il costante arricchimento del patrimonio librario e multimediale.

Questo proposito compariva già 5 anni fa, ma è poco credibile. Osservando gli indici di SBV in riferimento al 2013 si nota che la Biblioteca di Trezzo presenta dei dati inferiori alla media, tra gli altri, nei seguenti indici:

- indice della dotazione documentaria

- indice di incremento della documentazione documentaria

- indice di dotazione periodici, infinitamente sotto la media (cfr. punto precedente: richiesta aula periodici)

Mentre siamo ben al di sopra della media per quanto riguarda l’indice d incidenza del prestito interbibliotecario. Normale che l’incidenza sia alta in biblioteche con raccolte limitate; è negativo quando l’incidenza alta si accompagna ad un indice di incremento della raccolta bassa: è proprio il nostro caso!

Riteniamo che l’amministrazione e l’assessorato di riferimento debbano prestare maggiori attenzioni e risorse, di ogni tipo, verso la Biblioteca, che non è solamente un servizio, ma un vero centro di aggregazione apprezzato dalla cittadinanza intera (studenti medi, studenti universitari studenti lavoratori, insegnanti, genitori con figli in età prescolare, adulti e pensionati). (NOTO CHE QUESTE IDEE SONO GIA' STATE ESPRESSE NEL PROGRAMMA ELETTORALE CHE SONO ANDATO A RILEGGERE PER AVERE UN CONFRONTO)

Svolgere un ruolo attivo nel processo di riforma dei Sistemi Bibliotecari provinciali analizzando attentamente le soluzioni gestionali proposte al fine di rendere possibile un maggior coinvolgimento di soggetti privati.


In questa parte crediamo vi riferiate alla convenzione tra SBV e SBME; non definiremmo propriamente come “attivo” il ruolo del Comune di Trezzo, il quale nelle votazioni per l’approvazione del progetto ha deciso di astenersi sia dal punto di vista tecnico che politico.

CON UN PAIO DI JEANS E UNO SMOKING IN VALIGIA SI VA DAPPERTUTTO

Sono ancora alle pagine introduttive di questo libro  LUNA DI MIELE INTORNO AL MONDO di Dominique Lapierre, mi attira e mi respinge nello stesso momento.
Però già nelle prime pagine ci sono piccole perle che incuriosiscono e che danno una certa patina di fascino ai personaggi, Dominique e Aliette Lapierre.
Per esempio queste righe:
< Per "farci strada", io e Aliette avevamo deciso di guadagnarci da vivere per tutta la durata del viaggio. Come racconto in questo libro, dovremo a quella decisione alcune delle più memorabili emozioni del nostro periplo. Anche senza un soldo in tasca eravamo comunque ben determinati a presentarci sempre sotto il migliore aspetto possibile. Non avevo forse sposato una redattrice di moda? Fu così che lasciammo New York con cinque valigie piene zeppe di abiti e di tenute varie, che dovevano permettere alla mia giovane consorte di essere all'ultimo grido in qualunque circostanza. Come al veglione a bordo della President Cleveland, la nave che ci portava da San Francisco verso il Giappone con i suoi mille passeggeri, o alla cena di gala in India, nei saloni scintillanti d'oro e di pietre preziose di un maragià delle Mille e una notte.
Quanto a me, ad quando avevo diciott'anni sapevo che con un paio di jeans e uno smoking nelle valigie si può far fronte a ogni situazione>
A me queste righe, a me che sono all'opposto e che litigo sempre con Antonella che al momento della preparazione della valigia vuole farmi mettere una polo o un secondo paio di pantaloni, divertono per la naturale attrazione tra opposti.
Però sono sicuro di conoscere persone che con Aliette si troverebbero perfettamente d'accordo.

giovedì 13 novembre 2014

gli odi più pericolosi sono quelli collettivi, nei confronti di popoli che non si conoscono.


gli odi più pericolosi sono quelli collettivi, nei confronti di popoli che non si conoscono.

DOMINIQUE LAPIERRE. “LUNA DI MIELE INTORNO AL MONDO”


Sto iniziando a leggere questo libro che racconta il particolare viaggio di nozze di Dominique e Aliette Lapierre fatto viaggiando per un anno attorno al mondo con un budget iniziale di 300 dollari. Lo sto iniziando ma non so se riuscirò a completarlo. Soffro dell’umanissimo sentimento di invidia per chi riesce a realizzare questi viaggi che sono per me solo solo sogni.

Poiché il libro è della biblioteca e non è mio, non posso fare il Pepe Carvalho sull’Adda, mi manca tra l’altro anche il camino.

Quindi quando la sopportazione sarà al limite lo chiuderò e lo restituirò integro all’SBV.

Però questo non impedisce di cogliere qualche cosa di buono… “a prescindere”.

Per esempio ho trovato questa frase nella introduzione che ha scritto André Maurois:

“Questa apertura mentale è quando di meglio hanno ricavato dal loro fantastico periplo. Poiché lo scrittore Charles Lamb aveva cominciato una frase dicendo , qualcuno lo interruppe

rispose Lamb, < Mi crede tanto cattivo da detestare qualcuno che conosco?>

Non che non si possano odiare esseri odiosi, ma gli odi più pericolosi sono quelli collettivi, nei confronti di popoli che non si conoscono.”

sabato 8 novembre 2014

LE VALUTAZIONI DI TUTTI PER TREZZO SUL CAPITOLO POLITICHE SOCIALI DEL PROGRAMMA DI MANDATO



LE VALUTAZIONI DI TUTTI PER TREZZO SUL CAPITOLO POLITICHE SOCIALI DEL PROGRAMMA DI MANDATO

Tema caldo di questi giorni di redazione della legge di stabilità, la questione delle politiche sociali, delle reali possibilità di spesa dei Comuni, dei minacciati, paventati, temuti, strumentalmente previsti (per alcuni), fonte di preoccupazione (per altri) tagli agli interventi di aiuto e assistenza per chi ha bisogno.

Sono andato a rileggere le valutazioni della lista civica TUTTI PER TREZZO sul capitolo delle politiche sociali contenuto nel Programma di Mandato della attuale A.C.

Sono considerazioni interessanti, domande opportune, rilevazione di divergenze tra il programma elettorale e il programma di mandato (strano no? Mi sembra dovrebbero essere uno coerente con l’altro).

Vale la pena di leggerle, valutarle. Contribuiscono in ogni caso a renderci cittadini un po’ più informati e meno vincolati alla sola voce del potere.


in blu il documento del comune, sotto la valutazione critica.

POLITICHE SOCIALI

AREA MINORI


Sostegno al progetto Affido Vicino quale forma prioritaria di intervento a favore dei minori allontanati dal nucleo e potenziamento di percorsi multiprofessionali di sostegno alle famiglie di origine dei minori affidati.

Il progetto Affido Vicino è un’iniziativa promossa dal Comune di Trezzo dal 2012. Consiste nella racconta fondi da parte di privati cittadini a favore di bambini dati in affido famigliare al fine di sostenere economicamente la crescita di questi bambini finanziando le spese che possiamo definire di tipo “secondario”, come spese dentistiche, spese per acquisto di materiale scolastico, spese per attività sportive. Si tratta di un progetto lodevole, ma ci chiediamo come possa essere definita “forma prioritaria di intervento a favore dei minori allontanati”, essendo la forma prioritaria di intervento necessariamente in capo ai servizi sociali comunali e non a donazioni libere di privati cittadini delegate alla generosità e alla sensibilità di ciascuno.


Revisione delle modalità di erogazione dei servizi Spazio Gioco, Centro Estivo e Asilo Nido, mantenendo in capo al comune l’attività di coordinamento, regolamentazione e controllo dei servizi coinvolgendo invece, secondo il principio di sussidiarietà, associazioni, cooperative sociali ed operatori privati per l’erogazione diretta dei servizi

Questo significa che la gestione del personale dell’Asilo Nido verrà esternalizzata attraverso l’appalto a una cooperativa sociale? Ci chiediamo quale sarà la sorte del personale educativo ora alle dipendenze del comune.

ANZIANI

Garantire l’aiuto degli anziani in gravi difficoltà mediante lo strumento dell’Amministratore di Sostegno anche intervenendo economicamente all’integrazione delle rette di ricovero nelle Residenze Sanitarie

Istituto dell’amministratore di sostegno è un istituto giuridico entrato nell’ordinamento con la legge 6/2004 e pensato per tutelare le persone prive in tutto o in parte di autonomia, con la minore limitazione possibile della capacità di agire. Tra gli AdS può essere nominato anche il sindaco del paese di residenza. Come può essere inserito in un programma di mandato un obbligo di legge?

COSA ERA PREVISTO NEL PROGRAMMA DELLA LISTA PER IL CAMBIAMENTO?

Pianificazione di un progetto Tutor che permetta alle persone sole un aiuto in particolari situazioni

di disagio sociale e per interventi amministrativi, ove si individuino le zone di fragilità, partendo in

via sperimentale in due zone, il centro storico e Concesa

Perché non è stato messo nel programma di mandato?


CONTRIBUTI ECONOMICI

Revisione complessiva delle modalità di erogazione di sussidi e benefici economici privilegiando la realizzazione di bandi ad hoc per fronteggiare in maniera significativa le priorità di intervento individuate annualmente


Non siamo assolutamente d’accordo: come è possibile sostituire l’erogazione di sussidi economici a persone bisognose, magari in condizioni emergenziali, con bandi ad hoc, che hanno la caratteristica appunto di essere finalizzati a rispondere a specifiche esigenze (ma non a tutte), di avere tempistiche non flessibili, e di essere una tantum.

COSA ERA PREVISTO NEL PROGRAMMA DELLA LISTA PER IL CAMBIAMENTO?

CARTA FAMIGLIA: nel programma si leggeva: “prosecuzione del progetto Carta Famiglia finanziando l’iniziativa volta al sostegno economico dei nuclei in difficoltà ed ampliamento dei punti commerciali convenzionati”.

Perché non è stato più inserito?


DISABILITA’

Finanziare progetti mirati alla formazione ed all’integrazione dei soggetti affetti da disabilità in riferimento anche ad interventi edilizi di adeguamento delle case di edilizia residenziale pubblica

Cosa significa questa frase? Concetto assolutamente oscuro.

Sostegno al progetto “DopoDiNoi” teso a favorire l’assistenza ai disabili con familiari anziani in collaborazione con la Cooperativa Castello


Nel numero di dicembre 2013 dell'informatore comunale si faceva riferimento alla concessione da parte del comune di un terreno per realizzare un polo residenziale per la disabilità. Si tratta di questo progetto? Dove sarà sito il terreno?

Finanziamento selettivo degli interventi di frequenza dei centri diurni da parte dei soggetti con disabilità


CI preoccupa l'aggettivo selettivo: la frequenza da parte dei disabili dei CDD è in carico ai servizi sociali comunali. Cosa significa selettività, dunque?

Redazione studio di fattibilità per valutare il trasferimento, in zone meno congestionate dal traffico e con maggiore facilità di parcheggio, del centro diurno disabili di proprietà comunale situato in via Dante e gestito da Offerta Sociale
Non ci sembra una priorità, neanche in relazione alla citata difficoltà di parcheggio. A meno che si voglia usare gli spazi dell'attuale CDD per altri fini...

martedì 4 novembre 2014

VALUTAZIONI PREOCCUPATE E NON POSITIVE DI "TUTTI PER TREZZO" SUL CAPITOLO "POLITICHE SOCIALI" DEL PDM

VALUTAZIONI PREOCCUPATE E NON POSITIVE DI "TUTTI PER TREZZO" SUL CAPITOLO "POLITICHE SOCIALI" DEL PDM
Alla valutazione sul capitolo "politiche sociali" del P.d.M. la lista civica attualmente di minoranza in CC a Trezzo dedica un paio di pagine di analisi preoccupata e non favorevole.
La lettura che la Lista Civica fa è di una "scarsissima progettualità" e di "sbrigativa ordinaria amministrazione".
Una posizione abbastanza dura, meritevole di essere letta e discussa.


Propongo il testo:

Politiche Sociali

- Le linee programmatiche di mandato 2014-19, per quanto riguarda l'area delle politiche sociali, sono caratterizzate a nostro parere una scarsissima progettualità: l'impressione superficiale, leggendole, è che si voglia sbrigare una “ordinaria amministrazione”. Ciò viene confermato dal riferimento a istituti obbligatori (e dunque non attribuibili alla progettualità dell'amministrazione) quali l'Amministratore di Sostegno.

Questa “sbrigatività” ci sembra particolarmente grave, specie in un momento di crisi generalizzata che colpisce con particolare durezza coloro che già si trovano in situazioni di disagio economico. Tra costoro, citiamo certamente anche i numerosi cittadini stranieri residenti a Trezzo, che lavorano, studiano, vivono sul nostro territorio, ai bisogni dei quali non è dedicata una singola parola.

A una lettura più approfondita, però, crediamo emergano alcuni fili conduttori particolarmente preoccupanti che percorrono le varie proposte elencate.

- In primo luogo l'obiettivo principale insito nelle scelte sembra essere la riduzione della spesa o la ricerca di condizioni economiche più vantaggiose da parte dell'amministrazione, senza una espressa attenzione al monitoraggio della qualità del servizio offerto (ad esempio nell'esternalizzazione della gestione dell'asilo comunale). Nella stessa direzione crediamo vadano la mancanza, nelle linee programmatiche, di alcune azioni promesse nel programma depositato dalla lista per l'onestà durante la campagna elettorale, come la Carta Famiglia e il Progetto Tutor.

- In secondo luogo, crediamo di essere di fronte a una tendenza allarmante: il fondamentale disinvestimento nei confronti dell'essenziale azione di “presa in carico” delle situazioni di necessità da parte dei servizi sociali comunali. Ciò risulta evidente dal dichiarare “prioritaria forma di intervento” una forma di libero contributo (il progetto “Affido Vicino” da parte dei privati, che è affidato alla generosità e alla sensibilità (ma anche alla disponibilità economica) del singolo cittadino.

- Per quanto riguarda la difficile questione dell'emergenza abitativa, se a Trezzo il 65% dei richiedenti un alloggio edilizia residenziale pubblica è sotto la soglia di povertà, non è possibile ignorare la richiesta di reperimento di nuove case a canone sociale e la necessità di individuare case alloggio per le situazioni di sfratto. Riteniamo che in questo momento di vivo bisogno da parte di numerose famiglie, che devono affrontare ingiunzioni di sfratto, l'unica risposta non può essere la vendita delle poche case di proprietà comunale.

- Nella stessa direzione credo vada la scelta di sostituire l'erogazione diretta del sussidio economico con l'emanazione di bandi ad hoc: i limiti primari di tale scelta consistono fondamentalmente nella rigidità intrinseca alla forma del bando, nelle tempistiche lunghe, e nel fatto di ridursi a contributi una tantum, tre caratteristiche che non possono essere adeguate a dar risposta a un bisogno vivo, immediato. Inoltre, se è vero che il primo punto è “prevenire e risolvere situazioni di disagio evitando l’allontanamento dei minori dalla famiglia”, riteniamo essere fondamentale il momento del contatto con l’assistente sociale da parte della famiglia in difficoltà per la richiesta del sussidio economico, inteso come aggancio iniziale, necessario presupposto alla “presa in carico” da parte del servizio sociale che può così maggiormente monitorare le situazioni di maggior disagio famigliare anche nei confronti dei minori.

domenica 2 novembre 2014

OCCUPAZIONI ABUSIVE DELLE CASE. CI SONO DELLE PRIORITà

Oggi sul Corriere un paio di pagine dedicate al drammatico problema delle occupazioni abusive delle case a Milano (ma sarà solo a Milano?)
E' una questione drammatica, dove povertà confliggenti sono ostaggio di organizzazioni malavitose, dove le scorciatoie fanno premio sulle necessità, dove i bambini vengono usati in modo indegno.
Uno degli articoli scritto da Andrea Galli e da Gianni Santucci termina con questa frase.
" Detto questo, le istituzioni stanno dimenticando un dramma: quello degli inquilini regolari. Che nelle case popolari sono spesso anziani soli, famiglie con fragilità, disabili. Di solito, i più puntuali a pagare. E i più esposti a ritorsioni se denunciano gli abusivi. E' a loro che bisognerebbe pensare."
A me sembra che questa frase indichi la PRIMA PRIORITA'. Ovvio senza fermarsi, occorre trovare il modo di dare una casa (facendola pagare il giusto) a tutti le famiglie, dando un tetto a tutti i bambini e dando modo ai genitori di pagare facendo i giusti sacrifici, occorre perseguire con durezza tutti i malviventi che su questi drammi fanno i soldi. Però per prima cosa occorre che le istituzioni tutelino quei cittadini ligi alle regole che nel rispetto delle regole hanno la sola loro forza, la sola loro difesa.

venerdì 31 ottobre 2014

CREDERSI LIBERI

Leggendo INTERNAZIONALE  numero 1073 mi sono imbattuto in questo appunto di Hannah Arendt tratto da VERITA' E POLITICA.
Lo trascrivo dall'editoriale di Giovanni De Mauro.
Mi sembra molto attuale, indicativo della nostra illusione di essere liberi, liberi di cercare di migliorare il mondo e non solo di pensare di migliorarlo.

" Probabilmente nessuna epoca passata ha tollerato tante opinioni diverse su questioni religiose o filosofiche; la verità di fatto, però, qualora capiti che si opponga al profitto o al piacere di un dato gruppo, è accolta con un'ostilità maggiore che in passato" Hannah Arendt

giovedì 30 ottobre 2014

LA POLITICA DEGLI "ARCANA IMPERII" A TREZZO? - DISCUSSIONE SUL PROGRAMMA DI MANDATO



LA POLITICA DEGLI “ARCANA IMPERII” A TREZZO

C’è un paragrafo della disamina del Programma di Mandato dell’A.C. fatta da TUTTI PER TREZZO, la lista civica di centro sinistra, che mi ha fatto tornare alla mente una pagina di un libro che sto leggendo (IL FUTURO DELLA DEMOCRAZIA di Norberto Bobbio).

Vorrei prima trascrivere la pagina e poi collegarla allo stralcio del documento della Lista Civica.

BOBBIO: “Nell’appendice alla Pace Perpetua Kant enunciò e illustrò il principio fondamentale secondo cui (…) risulta che l’obbligo della pubblicità degli atti di governo è importante non solo, come si suol dire, per consentire al cittadino di conoscere gli atti di chi detiene il potere e quindi di controllarli, ma anche perché la pubblicità è già di per se stessa una forma di controllo, è un espediente che permette di distinguere quello che è lecito da quello che non lo è. Non a caso la politica degli arcana imperii procedette di pari passo con le teorie della ragion di stato, cioè con le teorie secondo le quali è lecito allo stato (ndr: puoi leggere anche Comune, nel nostro caso) ciò che non è lecito ai privati cittadini e pertanto lo stato è costretto per non dare scandalo ad agire in segreto”

Questo un estratto del brano di Bobbio.

Ecco la parte che mi ha suggerito questo accostamento, tratto dal documento di TUTTI PER TREZZO, facilmente recuperabile dal loro sito web

(questo è il testo del PdM) Nuove tecnologie e digitalizzazione

Potenziamento degli strumenti: prosegue il continuo aggiornamento degli strumenti hardware e software in dotazione alla struttura organizzativa e si amplia il loro utilizzo diretto da parte del cittadino e delle imprese.

Garantire la piena e semplice accessibilità alle informazioni concernenti le attività dell’Ente, allo scopo di favorire un controllo da parte dei cittadini sullo svolgimento e perseguimento delle funzioni istituzionali e sull’utilizzo delle risorse pubbliche.


(la valutazione critica di TUTTI PER TREZZO) Su questo punto siamo schietti: il livello di accessibilità attualmente garantito sul sito internet istituzionale è scandaloso! Molto meglio come funzionava nella prima parte della precedente legislatura... Sembra che dal momento dell’entrata in vigore del dlgs 33/2013 sulla trasparenza, il risultato sia stato proprio quello della sua scomparsa… Al di là di percorsi degni di una vera caccia al tesoro (per vedere una delibera di giunta: Amministrazione trasparente e tra 22 voci si clicca su Provvedimenti, poi su Provvedimenti organi indirizzo politico, poi su Deliberazioni della Giunta e del Consiglio Comunale, poi su Archivio ordinanze, deliberazioni di Giunta e di Consiglio Comunale e così si accede finalmente all’Albo telematico… ma non è finita perché a questo punto si trovano le Delibere ma anche le Deliberazioni di Consiglio e Deliberazioni di Giunta, insomma un ginepraio che scoraggia anche il Cittadino più determinato…)

Per non parlare poi dei contenuti: nella pagina con le Determine se ne reperisce solo una, la 638 del 07/05/14, le delibere di Giunta sono ferme al 01/10/14 mentre la Commissione di vigilanza sul termovalorizzatore si presenta in due versioni (secondo il percorso che si intraprende…): in una è presidente il sig. Motta Agostino (dimessosi nel 2009), nell’altra invece è il Sig. Garbo Enzo… l’ultimo verbale pubblicato è quello del 1 marzo 2013, ma in compenso il presidente è il sig. Gallina Riccardo… Non scherziamo! Questa non è trasparenza, piuttosto è inconsistenza!

Volete rendere credibile il vostro impegno? Impegnatevi a

- rivedere la struttura del sito e dell’informatore comunale (meno propaganda, più informazione, meno spazio agli amministratori per garantirne di più ad associazioni e Cittadini);

- garantire la convocazione del Consiglio Comunale in un orario che faciliti la massima partecipazione dei cittadini;

- garantire la diffusione in streaming delle sedute del Consiglio Comunale

- garantire la pubblicazione nel sito delle registrazioni delle sedute precedenti

- ripristinare le Commissioni Comunali per permettere a tutti i cittadini, attraverso le Associazioni, di partecipare ai processi deliberativi

Il resto è solo parole, parole, parole…

Mi sembra che il rilievo di TUTTI PER TREZZO non sia campato in aria, sia una critica corretta e puntuale. Non è facile per il cittadino, che già deve trovare la voglia, entrare nel profondo della macchina amministrativa. C'è un altro rilievo; una volta trovato il documento rimane sempre una difficoltà di comprensione, di spiegazione e di motivazione. Ma è già un altro capitolo.

mercoledì 29 ottobre 2014

LA VALUTAZIONE DI TUTTI PER TREZZO SUL PROGRAMMA DI MANDATO DELLA A.C. DI TREZZO, UNO STRALCIO INTERESSANTE



Trovo apprezzabile, oltre che espressione di una cura dell’interesse generale che semplicemente ignora il puro spirito di contrapposizione, il tono pacato e l’analisi libera che, nel documento di TUTTI PER TREZZO di valutazione del programma di mandato dell’attuale A.C. http://www.tuttipertrezzo.it/?p=508 , contraddistingue la valutazione critica.

Porto ad esempio questi due paragrafi:


Riprendiamoci le nostre strade

Responsabilizzazione degli operatori economici, degli esercenti e dei cittadini: sviluppare una rete tra le attività commerciali ed i cittadini per coniugare le esigenze di tenere vive le strade con la lotta alle situazioni di degrado e di abbandono degli spazi pubblici; il primo antidoto all’insicurezza è ricreare un tessuto sociale che veda i commercianti ed i residenti soggetti attivi. (ndr: questo è il testo del PdM)




Dal nostro ( di TUTTI PER TREZZO ) programma:

In chiave preventiva, riteniamo che la soluzione sia la promozione di socialità costruttiva, tale da riportare le persone al “centro” della Città, non solo come slogan, ma fisicamente. Intendiamo dunque adottare un atteggiamento che sia inclusivo anziché esclusivo: ci prenderemo cura delle aree degradate, abbatteremo le barriere costruite per dividere e cercheremo di incentivare la costruzione di legami solidaristici in grado di ricostruire rapporti di fiducia tra le persone. Solo in questo modo riteniamo di poter far rivivere positivamente i luoghi significativi della nostra città.



Come si vede da quanto previsto dal nostro programma, condividiamo con voi (letto in C.C. si rivolge alla maggioranza) questo obiettivo con un impegno che, se seriamente intrapreso, non esiteremo a sostenere: ricreare lo spirito della nostra Comunità, per riportare i Cittadini nelle vie della nostra città: non basta l’attività di controllo svolta egregiamente dalle forze dell’ordine e dalla Polizia Locale: dobbiamo lavorare perché Trezzo torni ad essere una città viva, un luogo di incontro, di scambi, di proposta.



Forte contrasto alla proliferazione di attività illegali legate al gioco d’azzardo, con conseguente censimento e verifica di tutte le slot machine installate negli esercizi commerciali (ndr: questo è il testo del PdM)


Su questo punto avremmo preferito un impegno più concreto, magari nel rispetto di quanto dichiarato nella scorsa legislatura in risposta ad un’interrogazione sul fenomeno GAP (Gioco d’Azzardo Patologico): basterebbe attingere a quanto prevede la L.R. 8 del 21/10/13, in particolare l’art. 5 Competenze dei Comuni: distanze minime dai luoghi sensibili quali scuole, oratori, strutture ricettive per categorie protette, ecc. ma anche forme premianti per gli esercizi “No Slot” ovvero per quei gestori che scelgono di non installare o disinstallare le apparecchiature per il gioco d’azzardo lecito.

martedì 28 ottobre 2014

UN DIVERSO PARERE. LA VOCE DI TUTTI PER TREZZO. IL PROGRAMMA DI MANDATO

Leggendo l'interessante documento "Analisi e dichiarazione di Voto" sul programma di mandato presentato dalla maggioranza in Consiglio Comunale, sono stato colpito da quanto scrive TUTTI PER TREZZO nei primi paragrafi.
"Francamente ci aspettavamo un documento diverso, più simile a quello della scorsa legislatura che riportava impegni precisi e cadenzati nel tempo che lo rendevano documento più “istituzionale”. Questo appare più un bigino del programma elettorale presentato alla recente tornata elettorale: non se ne vuole certo disprezzare il contenuto ma si converrà che è risultato un documento molto generico che non agevolerà certo le verifiche che annualmente andremo a svolgere.
I suoi limiti sono quindi quelli che i Cittadini assegnano ormai da tempo agli impegni riassunti nei programmi elettorali: buone intenzioni e qualche sogno (modesto, a dire il vero) in un linguaggio vago ed a volte oscuro a rappresentare proposte di poca o nulla concretezza."
(volendo si può trovare l'intero documento a questo link http://www.tuttipertrezzo.it/?p=508 )

E' vero, il programma è un succedersi di impegni che non seguono lo stile degli ultimi che ricordo, con la cadenza temporale di prevista realizzazione. Potremmo dire che è un programma di mandato "prima o poi". Prima o poi si darà questo o quest'altro.
L'esperienza ci potrebbe spingere a prevedere quando si farà manutenzione ordinaria e straordinaria delle vie e dei parchi della città, si ridipingeranno le segnaletiche e si riasfalterà la strada: tra l'autunno 2018 e la primavera 2019. Ma una previsione così è come la pubblicità " ti piace vincere facile"

lunedì 27 ottobre 2014

Il testamento di Reyhaneh: “Dona i miei organi e lascia che il vento mi porti via”



Reyhaneh Jabbari, la ventiseienne iraniana impiccata sabato in Iran per aver ucciso un uomo che accusava di tentato stupro, ha lasciato questo messaggio vocale alla madre lo scorso aprile (quando era prevista la sua esecuzione poi rimandata). Alcuni attivisti iraniani lo hanno trascritto e fatto circolare su internet: lo considerano il suo testamento. Reyhaneh è stata seppellita domenica mattina, ma alla famiglia non è stato permesso di celebrare un funerale per lei.


"...Cara Shole, non piangere per quello che senti. Il primo giorno che nell’ufficio della polizia un agente anziano e non sposato mi ha colpita per via delle mie unghie, ho capito che la bellezza non e’ fatta per questi tempi. La bellezza dell’aspetto, la bellezza dei pensieri e dei desideri, la bella calligafria, la bellezza degli occhi e di una visione, e persino la bellezza di una voce piacevole...."


http://27esimaora.corriere.it/articolo/dona-i-miei-organi-e-lascia-che-il-vento-mi-porti-via-il-testamento-di-reyhaneh/#more-34229

LA DEMOCRAZIA RAPPRESENTATIVE- LE ELITES: NORBERTO BOBBIO in IL FUTURO DELLA DEMOCRAZIA

Un paragrafo dal libro IL FUTURO DELLA DEMOCRAZIA di Norberto Bobbio, scritto nel 1984 e rivisto nel 1991

"La democrazia rappresentativa, che è poi la sola forma di democrazia esistente e funzionante, è già di per se stessa una rinuncia al principio della libertà come autonomia. L'ipotesi che la futura computer-crazia, com'è stata chiamata, consenta l'esercizio della democrazia diretta, cioè dia a ogni cittadino la possibilità di trasmettere il proprio voto a un cervello elettronico, è puerile.
A giudicare dalle leggi che vengono emanate ogni anno in Italia il buon cittadino dovrebbe essere chiamato a esprimere il proprio voto almeno una volta al giorno
...
Joseph Schumpeter aveva colto perfettamente nel segno quando sostenne che la caratteristica di un governo democratico non è l'assenza di élites ma la presenza di più élites in concorrenza tra loro per la conquista del voto popolare"

domenica 26 ottobre 2014

TREZZO. UN "DIVERSO PARERE". PERCHE' NON SENTIRE ANCHE LA VOCE DI TUTTI PER TREZZO?



Trovo utile e interessante, come cittadino che non partecipa direttamente alla vita politica, leggere le pubblicazioni (sul web con il sito www.tuttipertrezzo.it e su FB con la pagina omonima) edite dalla Lista civica di Centro Sinistra TUTTI PER TREZZO che nella nostra città rappresenta l’opposizione in Consiglio Comunale.

Non ci sono molte occasioni per sentire un “diverso parere”, una voce di dissenso o di critica ragionata (anche positiva se è il caso) rispetto alla voce del potere.

Purtroppo l’informatore Comunale è inutile, strumento di semplice propaganda molto banale, le altre occasioni pubbliche sono utilizzate per incensarsi con esiti a volte patetici
(aneddoto: alla serata dedicata all’operetta in SOMS, nel suo saluto il buon Villa non ha potuto fare a meno di cantarsela in gloria in un crescendo così imbarazzante – e avulso dal contesto – che alla fine se ne è accorto lui stesso e ha cercato di uscirne con una battuta).

Vale quindi la pena di seguire con attenzione e leggere ciò che pubblica la Lista Civica sui suoi strumenti di informazione – leggere con attenzione non vuol sicuramente dire accettare e condividere tutto (anche la critica deve essere letta criticamente); si possono conoscere anche questioni e proposte che la rutilante potenza mediatica (e l’uso forzato degli strumenti a diposizione anche in Consiglio Comunale) della maggioranza – che sappiamo tutti governa ma non è detto che abbia ragione – tende a sottostimare, dimenticare o ignorare (o ambire che noi cittadini ignoriamo).

Per esempio nell’ultimo consiglio comunale, possiamo leggere, si è tentato di discutere una difficile questione relativa ai diritti di un lavoratore di Trezzo.

Si possono trovare le informazioni a questo link.

http://www.tuttipertrezzo.it/?p=522

E soprattutto si può leggere l’intervento che un consigliere di TUTTI PER TREZZO aveva preparato e che il Sindaco ha artificiosamente impedito si leggesse



http://www.tuttipertrezzo.it/wp-content/uploads/2014/10/pezzo-antonio.pdf

martedì 21 ottobre 2014

AMIRA HASS: INTERVISTA IMPOSSIBILE AI LEADER DI HAMAS

Gaza è uscita dal nostro orizzonte comunicativo. Fino alla prossima crisi, che probabilmente non inizierà prima che tutti coloro che possono guadagnare dalla ricostruzione abbiano chiuso con soddisfazione il portafoglio, la vicenda passerà sottotraccia, escluso qualche stanca formula in occasioni diplomatico/mediatiche o qualche assassinio particolarmente odioso da parte dei militari israeliani.

Intanto a Gaza i pescatori verranno imprigionati o uccisi se cercheranno il pesce dove c'è, qualcuno pagherà gli stipendi agli impiegati di Hamas, i bambini di Gaza e Israeliani cresceranno imparando quanto feroci sono gli altri e come sia opportuno odiarli, i prigionieri amministrativi continueranno a rimanere in cella senza processo, Israele continuerà a costruire colonie e distruggere villaggi e colture Palestinesi, l'economia palestinese continuerà a essere inesistente ma i missili inutili di Hamas aumenteranno in modo altrettanto inutile.

Amira Hass ha preparato queste 18 domande, che allego in foto, pubblicate su Internazionale del 26 settembre. Domande che non ha potuto porre e che rimarranno senza risposte (ma la sola lettura delle domande deve indurre qualche riflessione anche a noi, che spesso nella nostra ansia di parteggiare per il più debole facciamo confusione su chi è la vittima e su chi sfrutta le vittime per i propri scopi, anche se fanno parte del proprio popolo)


domanda 5: Già prima della guerra sapevate che l'occidente si sarebbe offerto di sostenere i costi della ricostruzione di Gaza (preciso io, ho letto che il Qatar - quello che sosteneva ISIS - offre 1 miliardo di euro). Lo fa dal 1994. Senza la certezza che l'occidente e le Nazioni Unite si sarebbero mobilitati, avreste fatto le stesse scelte?

domanda 9: Avete detto che l'accordo per il cessate il fuoro con Israele è un grande risultato. Cosìè che lo rende tale? Gaza continua a essere isolata e Israele non sembra voler cambiare atteggiamento. La marina israeliana spara sui pescatori e li arresta quando salpano per guadagnarsi da vivere. Gli abitanti sono ancora rinchiusi nella prigione che Israele ha creato per loro vent'anni fa.

domanda 15. Avete descritto il ritiro di Israele da Gaza nel 2005 come un'importante vittoria nella vostra storia militare. da allora, però, la Striscia è sempre più separata  dalal Cisgiordania. Le vostre azioni hanno solo aiutato Israele a raggiungere un obiettivo che perseguiva dal 1990. Cosa ne pensate?

domanda 18. Cosa avete ottenuto con la violenza? Durante la prima intifada avete insistito per usare armi ed esplosivi nei territori Occupati. Dopo il massacro a Hebron nel 1994 avete dato il via agli attentati contro i civili in Israele. negli ultimi dieci anni avete migliorato il vostro arsenale. eppure la situazione è peggiorata. Il territorio palestinese è più frammentato. Sono aumentati sia gli insediamenti sia le diseguaglianze nella società palestinese. Possiamo dire che la resistenza armata ha fallito?