sabato 29 agosto 2009

IL MORALISMO MESSO A NUDO

FILOSOFIA MINIMA di ARMANDO MASSARENTI
Tratto da “DOMENICA” il SOLE XXIV ORE
IL MORALISMO MESSO A NUDO

Parlare a sproposito di morale, moralismo e antimoralismo è uno sport tipico di quei paesi che della morale hanno un’idea approssimativa; o “vaga e niente stringente”, per dirla con il Giacomo Leopardi di “Sullo stato presente dei costumi degli italiani”. A proposito di costumi, mi trovavo in vacanza in Costa Azzurra con un gruppo di amici, tre donne e due uomini. Un giorno ci siamo avventurati, ai piedi dell’Esterel, alla ricerca di una nuova caletta. Arrivati quasi in fondo al sentiero ci siamo accorti di essere finiti senza volerlo in una spiaggia di nudisti. Che fare? Dopo un breve consulto, abbiamo deciso di rimanere a patto di non trasgredire la regola implicita della spiaggia, perché altrimenti ci saremmo sentiti fuori luogo. Tanto valeva andare in una spiaggia normale. Così anche quelli un po’ riluttanti, che dovevano superare l’imbarazzo della prima volta, si sono denudati. La spiaggia era popolata di familiare di tedeschi e di francesi, con tanto di bambini, ma anche di nudisti solitari, magari un po’ narcisisti ma per nulla fastidiosi. C’erano anche dei gay e una coppia di donne sulla sessantina immersa in coltissime letture. Era tutto molto tranquillo. Ci siamo trovati meglio che in altre spiagge e siamo tornati diverse volte.
Un giorno abbiamo visto scendere verso di noi una vociante comitiva di nostri connazionali, colti dalla stessa sorpresa del nostro primo giorno: ”Ma è una spiaggia di nudisti!” esclama una donna. “Andiamo via”, dice un’altra. Ma i maschi preferiscono rimanere e tutti si sistemano in un punto che domina la spiaggia. Solo una donna smette in topless. I maschi restano con i loro costumoni da commendatore. Sono vicini a noi. Purtroppo possiamo sentire i commenti puerili e volgari su ciò che osservano. A un certo punto ci accorgiamo che uno di loro, di nascosto, sta scattando delle foto con il telefonino!
Posso dire liberamente che ho provato un senso di profondo disprezzo – un disprezzo “morale”- per questi italiani?Posso dire che mi pare rappresentino lo stato di imbecillità etica in cui vive oggi una parte consistente del paese?E che questo modo vile di ottener piccoli (e assai dubbi) vantaggi in forza della trasgressione di una regola condivisa che altri seguono anche e solo in nome della buona creanza è uno dei tratti più tipici del nostro costume nazionale? O sarò accusato anch’io di essere un becero moralista?