sabato 15 agosto 2020

AMNESTY INTERNATIONAL

 https://www.amnesty.it/prigionieri-continuano-a-restare-in-carcere-in-condizioni-sempre-piu-pericolose/


Nasrin Sotoudeh, avvocata dell’Iran arrestata il 13 giugno 2018, è stata condannata a 38 anni e sei mesi di carcere e a 148 frustate al termine di due processi gravemente irregolari. Attraverso il cumulo di condanne, il periodo effettivo di carcere da scontare è di 17 anni.

Per il suo attivismo contro la pena di morte e soprattutto per essersi opposta alle leggi che obbligano a indossare il velo in pubblico, Sotoudeh è stata giudicata colpevole di “incitamento alla corruzione e alla prostituzione” e di “commissione volontaria di un atto peccaminoso” consistente nell’apparire in pubblico senza il velo.

Tra le prove a suo carico, figurano attività del tutto legittime: essersi tolta il velo durante le visite alle sue clienti detenute, aver rilasciato interviste sulle violenze subite dalle donne che protestavano contro l’obbligo del velo, durante gli arresti e nella loro successiva detenzione, e l’appartenenza a gruppi per i diritti umani come la Campagna per la progressiva abolizione della pena di morte.


Aggiornato il 28/07/2020  Patrick George Zaki, attivista e ricercatore egiziano, si trova dal 7 febbraio 2020 in detenzione preventiva fino a data da destinarsi.

Dopo estenuanti rinvii, le prime due udienze del processo si sono tenute solo a luglio. Nella seconda, risalente al 26 luglio, Patrick Zaki ha potuto vedere per la prima volta i suoi avvocati dal 7 marzo. Patrick sta bene, ma è apparso visibilmente dimagrito. Nonostante gli avvocati di Patrick abbiano potuto presentare le ragioni per cui chiedono la scarcerazione, il giudice ha deciso per prolungare la detenzione preventiva di ulteriori 45 giorni.

Patrick George Zaki rischia fino a 25 anni di carcere per dieci post di un account Facebook, che la sua difesa considera ‘falso’, ma che ha consentito alla magistratura egiziana di formulare pesanti accuse di “incitamento alla protesta” e “istigazione a crimini terroristici”.

Nel suo paese avrebbe dovuto trascorrere solo una vacanza in compagnia dei suoi cari in una breve pausa accademica.

A causa della diffusione del Covid-19 anche in Egitto per Patrick, così come per altre decine di migliaia di detenuti egiziani, le preoccupazioni legate all’emergenza sanitaria sono fortissime.

Riteniamo che Patrick George Zaki sia un prigioniero di coscienza detenuto esclusivamente per il suo lavoro in favore dei diritti umani e per le opinioni politiche espresse sui social media.


https://www.amnesty.it/appelli/yasaman/

https://youtu.be/Y127dtgjYS8