sabato 23 febbraio 2013

IL FARISEISMO DEL DELUDENTE GIORNALISMO ITALIANO


Per una volta la “casta dei giornalisti” si trova nelle condizioni di tale debolezza da dover parlare (molte volte lisciare) chi, utilizzando gli stessi strumenti ( strumentalizzazione, estrapolazione del particolare dal contesto per renderlo generale fuorviandone il senso, ricostruzione della realtà ad uso del proprio fine), la lascia a bocca asciutta, sbavante saliva come un cane che non riesce a raggiungere il cibo bloccato da una catena troppo corta.
Stupisce, ma no anzi! , non stupisce, che i giornalisti italiani chiamino il mondo a sostegno del loro diritto all’informazione quando, potendo godere generalmente a piene mani di tale diritto, lo usano non per “informare” i loro lettori, ma per dimostrare il loro potere di costruzione o distruzione delle fortune altrui, nel nostro caso di persone impegnate in politica bersaglio ormai stantio della rabbia di chi li ha votati o ha votato per anni coloro i quali hanno portato il Paese alla situazione di emergenza come quella odierna (ligi e obbedienti quando il baratro si stava aprendo ancora sotto i piedi, maramaldi ora quando si pensa che non tanto il baratro si sia allontanato quanto che gli italiani si siano dimenticati il baratro prospiciente).
Si indignano sugli stessi giornali dai quali abbiamo potuto leggere tante mistificazioni ai danni della vittima di turno, si intervistano tra di loro e si auto immolano a vittime, mentre non sono altro che deludenti giocatori di un gioco deludente che per una volta li vedere perdenti – ma proni alla necessità di vendere titoli, di share, di accessi ai siti internet dei giornali, di copie cartacee.
Dove inchinarsi a chi li chiude nei recinti lontano dal cuore della azione e li bistratta continuamente è un buon contrappasso per la loro protervia ma non aiuta certo noi cittadini che dalle notizie abbiamo un bisogno enorme (lo avremmo di buona informazione in realtà, e ci frena la scarsa conoscenza dell’inglese, del tedesco e del francese per molti di noi).
Se ci hanno deluso i politici, ancor di più ci hanno deluso, salvo rari esempi che emergono dalla massa, i giornalisti italiani.
Sarebbe necessaria una riflessione generale tra coloro che si dedicano all’informazione in Italia, che dovrebbe essere una professione rigorosa, vissuta anche con spirito di servizio. Ma purtroppo non sembra alle porte, si nota invece una tendenza a credersi al di sopra ( in realtà al di sotto) di un minimo etico di correttezza anche nei piccoli fogli di paese, come quelli che girano nelle edicole di Trezzo, nei quali si assembla il trash con la strumentalizzazione o il dileggio per la parte politica che si è scelto di combattere a favore di quella che si è scelto (senza ovviamente renderlo esplicito) di appoggiare, ammantandosi con un falso velo di equidistanza che è invece solo un velo di opacità ingannatrice.
La crisi del giornalismo italiano è sintomo e causa insieme della più grande e grave crisi sociale italiana.

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