sabato 2 febbraio 2013

REGIONE LOMBARDIA- PROGRAMMA AMBROSOLI. GRATTANDO IL GHIACCIO PER CERCARE TERRENO FERTILE

Se il dibattito nazionale non è esaltante, neppure quello regionale si distingue, anzi penalizzato dallo scandalo dei rimborsi elettorali (che se pur largamente minori nella quantità e qualitativamente diversi nella maggior parte dei contenuti, colpisce pesantemente anche l'area di centro sinistra) sta languendo in formulette stantie (75 che poi sarebbe 78) o proposte vuoi immaginifiche - rinunciamo ad EXPO - vuoi stuzzicanti - vendiamo il Pirellone (solo un attimo che l'Emiro del Qatar ora è in vacanza).
Io vado alla vecchia. Cerco di leggere (e di capire) i programmi elettorali, soprattutto cercando di capire se propongono cose realizzabili.
Ho cominciato a leggere quello di Ambrosoli Presidente (il mio preferito), per accertarmi della fondatezza di questa preferenza, non solo per contrapposizione all'impresentabile coalizione Formigonleghista.

Come al solito condivido qualche capitoletto.
per esempio a pagina 21, seconda parte, capitolo 11 leggo questo testo

11. Comunicazione pubblica, dibattito pubblico, partecipazione
Le attività di comunicazione istituzionale della Regione saranno sviluppate
secondo l’attuazione di alcuni principi ispiratori:
• privilegiare il contenuto informativo teso a dotare i cittadini e gli utenti
di tutti i servizi che risalgono alle responsabilità della Regione di una
piena consapevolezza dei contenuti normativi e dei diritti di
interlocuzione con l’Amministrazione;
• ricondurre l’insieme delle attività comunicative ad un principio di
valutazione generale delle politiche pubbliche messe in atto dalla
Regione così da rendicontare qualitativamente la trasparenza e gli
standard di servizio contenuto nella comunicazione stessa;
• considerare le funzioni comunicative come un sistema radicato nel
principio generale della bilateralità con gli interlocutori esterni e quindi –
agli sportelli, in rete e nelle forme di corrispondenza puntuale – regolate
da un principio socialmente significativo di interattività;
• porre le dinamiche partecipative come contesto essenziale della visione
stessa delle attività di comunicazione, quindi in un quadro in cui anche la
settorialità della comunicazione viene posta in un principio di
coordinamento funzionale all’interesse degli utenti;
• assicurare la relazione tra comunicazione, dibattito assembleare e
dibattito pubblico così da creare nessi profondi tra processi comunicativi
e processi decisionali.
In particolare in materia di dibattito pubblico, la Regione affronterà la
prospettiva di regolamentare questa modalità partecipativa – soprattutto
attorno a decisioni rilevanti per la sensibilità dei cittadini – che oggi in Europa
costituisce una procedura che, attorno ad alcuni specifici temi, garantisce
forme di interazione e di rappresentazione di valorialità e interessi non
riconducibili ad arbitrarietà.
L’impegno della legislatura è di far crescere il principio di un presidio di queste
funzioni orientato a professionalità, neutralità, socialità.

Al netto di un linguaggio che fa a pugni con quella comunicazione aperta, piana, comprensibile e amichevole che promette verrà instaurata dalla struttura Regione (ma se non cominci ad usarlo quando lo prometti, voglio vederti sul campo sudare sette camicie per riuscire a convincere i funzionari che dovranno essere interattivi con il cittadino!), ci sono parole di un impegnativo straordinario: RENDICONTAZIONE TRASPORENTE, COMUNICAZIONE BILATERALE E INTERATTIVA  e tutto il concetto del DIBATTITO PUBBLICO. E' un proposito impegnativo. Secondo me un po' lasciato in secondo piano. Vorrei capire come si controllerà che ciò che viene promesso verrà veramente fatto. Una specie di rendicontazione della rendicontazione.

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