martedì 5 febbraio 2013

GRATTANDO IL GHIACCIO PER CERCARE TERRENO FERTILE. LA LETTURA DEI PROGRAMMI ELETTORALI

Sempre leggendo il programma del PD ci si imbatte in un capitolo nel quale vengono citati I BENI COMUNI. 
Mi stimola postare ora le righe che mi sembrano significative di questo capitoletto, comparandole in modo virtuale con la sollecitazione orgiastica all'INTERESSE PRIVATO verso il quale siamo chiamati, o tentati, in questi giorni di proposte schock o sciocche.

Che abissale differenza tra i lustrini e pallettes con le quali i giornalisti italiani circondano queste proposte che ai loro occhi hanno il pregio di non chiedere loro la fatica della riflessione e le proposte (seriose e faticose) che si trovano nei programmi così scritti e così poco "attreaenti" e "suducenti" (forse perchè parlano della vita comune di noi gente comune)

BENI COMUNI

Per noi salute, istruzione, sicurezza, ambiente, sono campi dove, in via di principio, non deve esserci il povero né il ricco. Perché sono beni indisponibili alla pura logica del mercato e dei profitti. Sono beni comuni di tutti e di ciascuno e definiscono il grado di civiltà e democrazia del Paese.
...
La difesa dei beni comuni è la risposta che la politica deve a un bisogno di comunità che è tornato a manifestarsi anche tra noi. I referendum della primavera del 2011 ne sono stati un’espressione fondamentale. È tramontata l’idea che la privatizzazione e l’assenza di regole siano sempre e comunque la ricetta giusta. Non si tratta per questo di tornare al vecchio statalismo o a una diffidenza preventiva verso un mercato regolato. Il punto è affermare l’idea che questi beni riguardano il futuro dei nostri figli e chiedono pertanto una presa in carico da parte della comunità.

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