venerdì 1 febbraio 2013

PROGRAMMI ELETTORALI


Ieri sul Corriere Aldo Cazzullo ha scritto, per il fondo, un pezzo che molto probabilmente non rientrerà nei suoi "best thousand"
Tra le affermazioni:
"... la composizione delle liste del PD..."silenziare" renziani e veltroniani..."
"Quanto alla lista Monti, non é riuscita a scrollarsi di dosso l'immagine di "partito dei notabili"
Oggi il Corriere ha dovuto ospitare una replica, come si dice "a tambur battente" di Monti che da del "cinico" a Cazzullo perché etichetta in modo troppo superficiale.
Avrei voluto, da libero cittadino non iscritto che si é impegnato in vari modi nella primarie per i parlamentari del PD, leggere una lettera di Bersani che da del cinico a Cazzullo che finge di dimenticare quante, tra le persone in lista, sono state votate con uno sforzo democratico (perfettibile come solo l'imperfettisima democrazia consente) come le Primarie,  che, questo é il vero scandalo, oggi é già stato dimenticato e accantonato.
Non lo avrei voluta vedere per la difesa di Bersani, delle sue scelte (liberamente criticabili), ma per onorare quelle migliaia di persone, di grandi democratici italiani che per tre volte hanno organizzato le primarie, che si sono candidati per le primarie, che nelle giornate di dicembre si sono sorbiti giornate ai seggi per dare vita alla possibilità che l'Italia  e la Lombardia (per noi) ripartano, e che essendo (nelle giornate del MPS e della Nutella) il più grande patrimonio di quel partito, non capisco come mai appaiano dimenticate o oscurate. 

Sempre leggendo il programma del PD (IL NOSTRO PROGRAMMA), dal capitolo UGUAGLIANZA mi è piaciuto estrarre questa frase che propongo.

È la crisi stessa a insegnarci che la giustizia sociale non è pensabile come derivata della crescita economica, ma ne costituisce il presupposto. Ciò significa che la ripresa economica richiede politiche di contrasto alla povertà, anche in un Paese come il nostro dove il fenomeno sta assumendo caratteri nuovi e dimensioni angoscianti. I “nuovi poveri”, per altro, continuano ad assistere allo scandalo di rendite o emolumenti cresciuti a livelli indecenti, a ricchezze e proprietà smodate che si sottraggono a qualunque vincolo di solidarietà. A tutto questo bisogna finalmente mettere un argine.

Però l'impressione é che le democrazie, che devono usare le leggi e strumenti legalmente corretti, sono vittime degli smodatamente ricchi che hanno sempre vie d'uscita, paesi con sistemi finanziari opachi e dittatori pronti ad accoglierli e proteggerli. Non rischia di rimanere un buon intento?

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