martedì 13 gennaio 2015

DOVERI RISPETTATI DA CUI DERIVANO DIRITTI

Mi diverte molto, beh molto, diciamo "un po'", leggere su LA LETTURA del Corriere questo scritto di Michele Ainis nello stesso week end nel quale alle manifestazioni di Milano e di Trezzo " E' ORA DI #STAREINSIEME" che propugnavano (giustamente) "più democrazia, più apertura, più diritti" in risposta all'attacco alla libertà e ai valori di libera espressione con i quali noi europei di questa generazione siamo cresciuti, io partecipavo con un cartello con scritto "IL RISPETTO DEI DOVERI PUO' UNIRE", suggerendo che a volte i diritti possono rivelarsi divisivi e che il rispetto da parte di ciascuno dei propri doveri può aiutare a rispettare maggiormente i diritti della maggior parte di persone possibile.

Questo è il link dell'articolo di AINIS

http://lettura.corriere.it/debates/attenti-alle-sbornie-troppe-garanzie-si-annullano-tra-loro/

trascrivo qualche stralcio:

" Stiamo dunque entrando nel Paradiso dei diritti? Dipende: potrebbe anche trattarsi dell'Inferno. In questo caso ci entreremmo da ubriachi, perchè si va consumando - in Italia come altrove- una sbornia di diritti.
(...)
Mentre ovunque di moltiplicano le Carte dei diritti: del malato, del bambino, dell'alunno, dell'anziano, dell'automobilista, del pedone, dello spettatore, del turista. Da qui un'avvertenza, anzie due. Primo: nessun diritto è a costo zero. Come hanno scritto due studiosi americani (Holmes e Sunstein) la libertà dipende dalle tasse. Più diritti, più tasse [mi permetto una nota: per questo sono sempre stato d'accordo con Padoa Schioppa: sono felice di pagare le tasse]
(...)
Secondo: i diritti non sono a somma zero. ... C'è quindi una competizione fra i diritti, Ma c'è anche, nel ventre affamato delle nostre società, un moto consumistico, c'è l'idea d'usarli e di gettarli via come un vestito sdrucito, per fare spazio nell'armadio. E' un errore. Perchè troppi diritti s'elidono a vicenda. E perchè le troppe libertà generano l'arbitrio. Come diceva Platone, "dalla somma libertà viene la schiavitù maggiore e più feroce"






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