domenica 6 maggio 2012

LA CRITICA ALLA CATTIVA POLITICA È FATICOSA MA SERIA, LA DEMAGOGIA È SEMPLICE MA PERICOLOSA

pubblico il post di Angela Finocchiaro sulla polemica sul presunto voto a favore delle "pensioni d'oro" dei manager di Stato. Lo pubblico perché la canea di post "anti politici" che leggo giornalmente su questa questione, ma in realtà questa questione sintomatica di un modo di fare la critica alla casta che non solo è improduttiva ma, alla lunga, utile alla stessa casta che non può che godere e gioire di una critica che non è fondata sulla concretezza della analisi accurata dei privilegi, delle incompetenze, dell'autorefenzialità degli stessi politici, lo pubblico perché a me questo modo di agire sembra più da Masaniello che da "CIVES" consapevole e partecipante. Ho provato prima a rispondere ai vari post, ma vedo che continua il tam tam, quindi ritengo opportuno fornire maggiori chiarimenti. La voce che sta girando in queste ore che accusa i senatori del Partito Democratico di avere votato contro il taglio delle pensioni d'oro è una notizia FALSA e FUORVIANTE e per questo sento l’esigenza di fare chiarezza. Le così dette “pensioni d’oro” sono state tagliate dal Governo Monti (anche con il nostro appoggio) diversi mesi fa. L’emendamento in discussione NON va a modificare tale decisione e, come spiegato dalla relazione tecnica redatta dal Ministero dell’Economia ad esso riferita, non produce effetti negativi per i saldi di finanza pubblica. Questo significa che quel comma non determina una maggiore spesa per le casse dello Stato, e ciò dimostra che quanto affermato da troppi oggi sulla rete è falso. Non abbiamo MAI votato contro la riduzione delle pensioni d’oro  e il Partito Democratico non ha in nessun modo cambiato idea a tal proposito.   Quella sulle pensioni d'oro e' l'ennesimo caso di disinformazione non so se dolosa o frutto di incompetenza. I fatti: ai così detti "pensionati d'oro", ai manager pubblici, ai parlamentari al pari di altri percettori di redditi alti e' stato giustamente imposto nei mesi scorsi di pagare un contributo di solidarietà ( 5 o 10 o 20 per cento a seconda del reddito). Si e' posto un problema squisitamente tecnico per i dipendenti pubblici (per lo più manager) ovvero se la somma da pagare in più dovesse o meno essere computata ai fini pensionistici. Il Governo per evitare ricorsi, che i giudici avrebbero risolto in 5 minuti a sfavore dello Stato, e' intervenuto con un decreto-legge per chiarire che l'importo del contributo costituisce base imponibile previdenziale. L'emendamento di cui si parla ha soppresso tale disposizione, voluta dal governo per evitare di pagare spese e risarcimenti. Noi abbiamo votato come richiesto da relatori e Governo. Parte del pdl, lega e idv hanno votato per la soppressione della norma per mettere in difficoltà il governo, tanto che dopo il voto la lega ha dichiarato che finalmente su quel voto si era ricostituita la vecchia maggioranza (più l'idv). Questi sono i fatti, il resto sono chiacchiere al vento. Lo stato adesso subirà migliaia di cause e sono pronto a scommettere che sarà condannato a pagare. E' utile ricordare che con la finanziaria 2007 (relatore Legnini) approvammo il tetto agli stipendi dei manager pubblici che avrebbe comportato una drastica riduzione di stipendi e pensioni d'oro. Il Governo Berlusconi (pdl-lega) nel 2008 abolì la disposizione, ripristinata in parte dal Governo Monti. I soli che hanno tentato di combattere i privilegi siamo stati noi. Gli altri fanno propaganda e questo post che gira sul web e' pura e cattiva propaganda che inganna i cittadini omettendo di spiegare come stanno le cose.

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