giovedì 31 maggio 2012

IL SENTIERO NELLA FORESTA CUPA

da " Il sentiero nella foresta cupa" di Jannto Kopvalainen

"Sicuramente stava scendendo ma pensava più propriamente, sto perdendo quota, scendendo verso il punto più basso, diminuendo l'altitudine, entrando in una voragine.
Il sentiero infatti, anche se ogni tanto qualche cunetta lo costringeva ad inerpicarsi con fatica -per quanto la salita fosse lieve e breve -  abbastanza per scorgere la luce del sole (generalmente preclusa dalle fitte fronde degli alberi che affollavano la foresta nella quale era immerso) generalmente tendeva a scendere, per alcuni tratti in modo deciso, per altri con lieve e quasi impercettibile pendenza.
La reale gradazione della discese gli sfuggiva a causa del disorientamento che la cupa coltre di alberi gli provocava celandogli ogni punto di riferimento preciso.
L'oscurità, ma più che oscurità una vera e propria cupezza del paesaggio, rendeva difficile vedere il cammino che per il resto, se non si fosse trovato in condizioni fisiche tanto precarie, sarebbe stato facile e agevolmente percorribile.
Ora, invece, ogni giuntura del suo corpo lamentava sofferenza, il fiato corto pregiudicava anche la lucidità per la mancanza di ossigenazione al cervello, le gambe molti si trascinavano a fatica provate dall'acido lattico e da difficoltà nell'articolazione.
Erano una tale sofferenza le brevi ascensioni che qualche volta aveva cercato itinerari fuori dal sentiero, per pericolosi che potessero essere, per poter proseguire evitando ogni pur breve asperità, sacrificando anche i pochi raggi di sole dei quali avrebbe potuto godere, continuando senza sosta e senza alternative la sua discesa verso il buio."

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