lunedì 7 luglio 2014

PERCHE' NON POSSIAMO NON ESSERE ILLUMINISTI. LA LEZIONE DEI LUMI - UNIVERSALISTI NON NAZIONALISTI

Articolo di Sergio Luzzato su DOMENICA DEL SOLE 24 ORE per presentare il libro di VINCENZO FERRONE: Storia dei diritti dell'uomo. L'Illuminismo e la costruzione del linguaggio politico dei moderni

"Una quantità considerevole di popolo che abita una certa estensione del Paese, racchiusa entro determinati confini,e che obbedisce al medesimo governo": nell'Encyclopédie di Diderot e d'Alembert, questo si legge alla voce "Nazione". Senza una parola di più sulla storia, sulla cultura, sulla lingua, sulla religione. Perchè (ha notato Zeev Sternhell, il grande studioso israeliano di storia delle idee) la concezione illuministica della nazione era fondata sul rigetto di quanto oggi variamente si definisce l'"identità" e/o la "comunità".
Gli enciclopedisti peroravano la causa non del comunitarismo, ma dell'universalismo. Non di una società intesa quale corpo, organismo vivente, ma di una società intesa quale insieme aritmetico, sommatoria di cittadini. Non di un'autorità fondata su Dio, cioè sul sacro, ma di un'autorità fondata sulla democrazia, cioè sul profano. Non di un individuo definito per ciò che lo separa , ma di un individuo definito per ciò che lo unisce agli altri esseri umani. Ed è esattamente per queste ragioni che- da due secoli e mezzo in qua - l'Illuminismo ha prodotto un cospicuo movimento di reazione critica.
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Perchè scommettendo tutto sui meriti dell'universalismo, i Lumi hanno scommesso tutto sui diritti dell'uomo.
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le fondamenta di una moderna ideologia dei diritti nell'uomo: le origini profonde della scommessa illuministica in un individuo autonomo e maturo, libero da ogni dipendenza confessionale, fabbro di un suo (per quanto complicato) destino di progresso.

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