mercoledì 16 luglio 2014

IL NOSTRO POTENZIALE FERTILIZZANTE

qualche riga del racconto di Ermanno Cavazzoni apparso su DOMENICA del SOLE 24 ORE del 6 aprile

"Crematemi e spargete le ceneri al vento", qualcuno oggi dice; anzi molti lo dicono, con l'idea di mescolarsi per sempre al panorama. E anche, io credo, per l'orrore di venire chiusi sigillati in quegli scafandri di alluminio che sono le bare, saldate con la fiamma ossidrica; la Chiesa dovrebbe protestare, perchè mi risulta che fra i suoi dogmi ci sia ancora la resurrezione dei morti; ma un morto quando risuoneranno le trombe del giudizio non avrà la forza di rompere il metallo saldato, e picchierà da dentro invano, "Aprite!". Tutta la gente dl secolo venti non si presenterà al giudizio: il Papa se n'è reso conto? che tutti costoro saranno chiusi dentro l'alluminio a battere per l'eternità?
(...)
Ma c'è chi dice: "Mettetemi in terra e piantateci un albero". "Che albero?" chiedono gli eredi. "Un albero di ciliege", perchè uno spera che i nipoti mangino poi le ciliege e lui torni a vivere in loro, nel senso che i nipoti mangiando una ciliegia diranno "Ah, com'è buono lo zio! Assaggiatelo!" e metteranno il resto di ciliege in mezzo alla tavola "C'è lo zio, ragazzi! Appena raccolto!"
(...)

Il racconto prosegue molto divertente.
Io ho chiesto ad Antonella di essere cremato e che le mie ceneri siano sparse dal promontorio di Capo Nord, in Norvegia. Segno indiscutibile di essere un gran rompi... anche da dopo morto. In realtà, le dico, a me basta l'idea che le mie ceneri siano sparse da Nordkapp, dopo morto, c'è il nulla, e il primo cestino dell'umido vale tanto quanto.
Non so spiegare bene perchè proprio Nordkapp. Forse è stato il primo nostro viaggio da soli, un viaggio lungo, faticoso, entusiasmante, con la vecchia Sierra e l'Air Camping. Forse Nordkapp da l'idea della fine della strada (non sono mai stato nella Terra del Fuoco... per ora). Ci sono molti posti nel mio cuore, la Germania, l'Islanda, il Giappone, la Scozia.... ma il fascino della Norvegia e del promontorio di Capo Nord (che di tutta la Norvegia forse è il posto scenograficamente più banale, ma simbolicamente più entusiasmante) è scolpito imperituramente (avverbio un po' contraddittorio in questo contesto ) in me.

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