mercoledì 2 luglio 2014

GRATTANDO IL GHIACCIO AD ISTANBUL. SCENE DI RIMOZIONE FORZATA






Uno dei momenti più divertenti ci è capitato poco dopo la visita della Suleymaniye Camii.
Usciti dal lato dei ristorantini che attorniano la Moschea ci stavamo dirigendo verso Eminonu, quindi scendendo dal colle.
La strada, come al solito trafficata, era una via a senso unico. Abbiamo colto, nei pressi di una curva della stessa, un po’ di trambusto, e abbiamo visto un carro attrezzi con un’auto sul pianale, inseguito da una persona a piedi. Approfittando del traffico l’uomo ha raggiunto il carro attrezzi e dopo poco questo ha scaricato, con notevole velocità l’auto per riprendere il giro dell’isolato. Probabilmente il malcapitato aveva pagato la multa cash per la colpa di aver parcheggiato sul marciapiede destro della via (assieme a molti altri concittadini, occorre dire). Incuriositi ci siamo fermati e abbiamo visto un vigile urbano che passava in rassegna le auto e un nuovo carro attrezzi arrivare al seguito.
Una coppia che stava pranzando ha velocemente lasciato il tavolo e l’uomo della coppia è salito in macchina e ha abbandonato ristorante e piatto fumante per portare al sicuro l’auto mentre la signora rimaneva un po’ perplessa (avrà ricominciato a mangiare?). IL vigile procedeva senza letteralmente guardarsi indietro (tanto che nel posto lasciato dal digiunatore si è tranquillamente fermata una nuova auto).
Ma lo spettacolo era vedere con che velocità e poco riguardo l’attrezzista e il vigile caricavano le auto per attuare una rimozione forzata.
Marco con il suo iPhone ha filmato le scene. Posso postare in due spezzoni la ripresa di uno dei carichi.
Il divertimento, un po’ parassitario è vero, era aumentato pensando al resto della megalopoli. Perché a Istanbul sembra che ciascuno faccia, che sia muoversi, parcheggiare, esporre merci, salire sui mezzi pubblici o acquistare un biglietto, come gli pare, in un ordine caotico, come se l’intera popolazione si muovesse senza un ordine preciso ma, caricati tutti della stessa polarità, riuscissero a non scontrarsi mai (provare ad attraversare una strada o percorrere una via commerciale per verificare).
E allora perché in quel tratto di via si applica quel rigore che sembra contrastare con il resto della città, dove la forza pubblica sembra più attenta a controllare possibili manifestazioni di dissenso con ingenti e incutenti timore presidi di polizia armata?
Tra l’altro, ammetto che è una impressione di 10 minuti di osservazione, quindi probabilmente falsata dall’attenzione al particolare che fa sfuggire il generale, il poliziotto urbano procedeva unidirezionalmente, quindi negli spazi vuoti alle spalle altre auto si fermavano apparentemente in modo impunito.  



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