domenica 22 dicembre 2013

Caro Belardelli, nessuno vuol togliere il Natale ai cristiani, stiano piuttosto attenti loro a non farselo scippare. Mi sembra che non ci stiano riuscendo molto.

La carta costa, verrebbe da dire, con Alessandro Milan, leggendo l’articolo di Giovanni Belardelli  ( sul Corriere di oggi domenica 22 dicembre) “il pensiero politicamente corretto che banalizza le festività – Non togliete il Natale ai cristiani”.
L’impressione è che quando non si ha molto da dire, o ci si sente in difficoltà nel sostenere i propri valori, il nemico pubblico numero uno, facile da spendere e da sbattere in prima pagina sia il “politicamente corretto” ( e sottotraccia il suo padre putativo, il pensiero laico, inteso anche come sinonimo di relativista).
E’ diventato così di uso comune accusare il “politicamente corretto”, nelle varie accezioni, da non accorgersi di aver creato un nuovo pensiero “politicamente corretto”: quello di dare addosso a chi cerca di non accontentarsi del pensiero comune, degli archetipi artificiosi, delle schematizzazioni da bar, delle prevaricazioni, da parte delle maggioranze silenziose, vendute come tradizioni, abitudini, comune sentire.
Quindi un conformismo che opprime il pensiero laico chiamandolo conformismo (Orwell avrebbe da dire a proposito).
Caro Belardelli, nessuno vuol togliere il Natale ai cristiani, stiano piuttosto attenti loro a non farselo scippare. Mi sembra che non ci stiano riuscendo molto.
Da Ateo dico: che bello se il Natale fosse veramente una festa Cristiana, religiosa. Lo seguirei con commossa partecipazione, attento a cogliere l’afflato spirituale che ogni grande religione sa emanare. Ma non mi sembra così. E’ facile accusare i laici, molto spendibile.
Poi si trovano facili esempi per accusare chi vuole separare la società civile dallo spirito religioso.  L’esempio di scuole che non fanno il presepe o che, come l’esempio citato, non fanno entrare il prete per la benedizione natalizia, ritorna ogni anno. La madre degli stupidi è sempre incinta. Soprattutto quando le motivazioni sono “non vogliamo offendere i bambini delle altre religioni (sembra che la motivazione sia stata suggerita dall’ufficio propaganda della Lega o di Forza Nuova per stimolare sentimenti anti immigrati)”, al ché gli esponenti delle altre religioni affermano, ovviamente, di non sentirsi offesi. Se la motivazione fosse stata: la scuola italiana è laica, le benedizioni e le espressioni religiose si fanno nelle sedi opportune… ( ma che, viviamo su marte o in Italia?)
Quando poi si ripercorre la nostra storia, è opportuno, leggere tutta la vicenda del confronto, della contaminazione e del contrasto tra i valori di eguaglianza e  democrazia, di cui andiamo fieri,  tra la società laica e le istituzioni cristiane. Non mi ricordo sia così lineare e conseguente.
Il Natale politicamente corretto rischia sì di diventare uno spazio vuoto, ma la responsabilità è ben divisa tra i molti diversi politicamente corretti, tra chi confonde tra laicità e laicismo, e tra chi ambisce a un pensiero unico da imporre anche a chi religioso non è.
Chissà se Belardelli ha mai scritto qualcosa sul fatto che le pubblicità e il commercio (volevo scrivere il capitalismo ma mi sembrava politicamente corretto) ha iniziato a vendere il Natale, o dovrei scrivere il natale, poco dopo Halloween?
Io credo che se il fiume inonda la pianura la colpa sia di chi non ha costruito argini forti, non di ci naviga. Anche se mi rendo conto che è facile individuare in altri la colpa.

J.M.Bergoglio è una speranza anche in questo, non solo per i cristiani, anche per i laici e gli atei. 

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