sabato 1 agosto 2015

IL LETTORE STOLTO. UN APPUNTO DA "LE PICCOLE VIRTU'" DI NATALIA GINZBURG

IL LETTORE STOLTO. UN APPUNTO DA "LE PICCOLE VIRTU'" DI NATALIA GINZBURG

Da qualche tempo ho ormai riportato in biblioteca il libro LE PICCOLE VIRTU' di NATALIA GINZBURG (non prima di averlo annotati nella whishing list di Amazon), e sto leggendo  tre numeri di LIMES particolarmente interessanti, e ho scoperto, ovviamente sempre in ritardissimo, quanto bene scriva la misteriosa ELENA FERRANTE (sto leggendo CRONACHE DEL MAL D'AMORE, e ho appena finito il racconto lungo L'AMORE MOLESTO, "bevuto" in due giorni con sospensione di tutto il resto). Sto anche iniziando IL RACCONTO DEI RACCONTI di Giambattista Basile. Questo ha messo in stand by ROBERTA DE MONTICELLI  e rallentato la lettura, che faccio pochi paragrafi al giorno, di LAUDATO SI' di J.M.BERGOGLIO.

Mi rimane però il ricordo del libro di Ginzburg, di un piccolo gioiello che voglio e spero di riprendere e rileggere perchè scritto benissimo e denso di motivi di riflessione.

Come il breve brano che ho copiato e che ho trovato simpaticamente adatto a me. A me che giro sempre con uno o più libri in borsa o nello zaino per poter occupare ogni momento nel quale, per una attesa, per un tratto su un bus, per una fila a qualche sportello, devo rimanere inattivo. Devo allora riuscire a tenere occupata la mente e non essere costretto a fare conversazione. Non tanto con gli altri, che credo basti il mio cipiglio ad evitare in alcuno la tentazione di iniziarla, quanto con me stesso. Cerco di evitare di dover conversare con una persona così noiosa e contemporaneamente tronfia, sì da leggere anche mentre cammino da solo, con rischi per me e per l'incolumità altrui.

Di ben altro spessore la riflessione,e mi scuso con Ginzburg per la caduta di livello del paragrafo precedente, della scrittrice che vado a copiare.

Silenzio
Esistono due specie di silenzio: il silenzio con se stessi e il silenzio con gli altri. L'una e l'altra forma ci fanno egualmente soffrire. Il silenzio con noi stessi é dominato da una violenta antipatia che ci é presa per il nostro stesso essere, dal disprezzo per la nostra stessa anima, così vile da non meritare che le sia detto nulla. É chiaro che bisogna rompere il silenzio con noi stessi se vogliamo provarci a rompere il silenzio con gli altri. È chiaro che non abbiamo nessun diritto di odiare la nostra stessa persona, nessun diritto di tacere i nostri pensieri alla nostra anima.


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