lunedì 13 giugno 2011

L'ACQUA. NON COMINCIAMO A DIMENTICARLA DA DOMANI

Spero che ora, dopo che abbiamo come italiani definito a larghissima maggioranza che la gestione del servizio idrico deve rimanere “pubblico”, nessuno di noi, comunque ci si sia espressi nel referendum, si dimentichi dell’acqua. Anzi, più che mai dopo la vittoria, i comitati “per l’acqua pubblica” non dovrebbero sciogliersi, ma divenire comitati permanenti di vigilanza affinchè gli acquedotti pubblici divengano esempi di gestione oculata delle risorse, mantenimento degli impianti in piena efficienza, trasparenza nella procedure di nomine e di assunzioni, risparmio che si scarica nel minor costo per il cittadino a fronte di una maggiore efficacia del sistema ed efficienza del servizio, riduzione progressiva fino al limite fisiologico dello spreco e della perdita di acqua pubblica. La bolletta, persa la remuneratività, dovrà essere sempre più trasparente, e noi cittadini dovremo essere felici, a fronte di un servizio pubblico efficiente, di pagare le tasse perché gli enti pubblici che governeranno la distribuzione delle risorse idriche siano in grado di tenere gli impianti costantemente ben manutenuti (perché il messaggio di questo voto è anche che il cittadino italiano è felice, come diceva il buon Padoa Schioppa di pagare le tasse e afferma, con il suo voto, di volerle pagare tutte, senza evadere un euro).
Compito dei Comitati per l’acqua pubblica dovrebbe essere quello di seguire con costanza e attenzione il lavoro del Comitato Nazionale di Vigilanza sulle risorse idriche e di diffondere (riportando, organizzando periodiche assemble che racocntino lo stato dell’arte, divulgando con parole semplici rapporti che posso immaginare complessi) la conoscenza dei progressi nel miglioramento del servizio e nella riduzione delle perdite.
ABBIAMO DETTO CHE L’ACQUA è UN BENE PUBBLICO E CHE E’ LO STATO, CIOè NOI, A ORGANIZZARE LA DISTRIBUZIONE TRA LA CITTADINANZA, SENZA CHE QUALCUNO POSSA SPECULARCI.
L’ACQUA, NON COMINCIAMO A DIMENTICARLA DA DOMANI

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