domenica 13 novembre 2016

TRE DOMANDE DI UMBERTO VERONESI SUL DIRITTO DI MORIRE

TRE DOMANDE DI UMBERTO VERONESI SUL DIRITTO DI MORIRE

Inizio a leggere il libro di Umberto Veronesi IL DIRITTO DI MORIRE. Al termine dell'introduzione l'oncologo da poco deceduto pone tre domande alle quali immediatamente assegna la sua risposta (sono ovviamente domande retoriche alle quali le risposte sono ovvie, immagino che nel libro motiverà le sue risposte).
Mi sembrano domande interessanti, coinvolgenti per un tentennante sostenitore del diritto all'eutanasia attiva (ovvero come scelta libera e responsabile della persona verso se stessa).
Non so come motiverà Veronesi le sue risposte, e la curiosità spinge a leggere questo smilzo libricino.
Dopo aver ragionato sui diritti personali e sulla libertà partendo dalle Costituzioni Illuministe francesi, Veronesi scrive:
"Alla luce di questi principi di libertà diventa assai agevole porre alcune domande circa il diritto di morire quando la malattia non è più curabile e quandola situazione non solo è irreversibile, ma porta con sé sofferenze e umiliazioni.
Prima domanda: la richiesta di eutanasia, cioè di morire senza sofferenza, quando è in atto una malattia incurabile e irreversibile che ha come punto di arrivo la morte contrasta con i principi di natura?
Poiché la morte è ineluttabile, questa richiesta si limita ad anticiparla per renderla meno traumatica, non vi è sovvertimento dell'ordine naturale. La risposta quindi non può essere che "no".
Seconda domanda: Chi chiede l'eutanasia nuoce a un altro membro della società?
Per l'uomo di fede nascerebbe il dubbio della frattura del patto con Dio, ma in una società laica la risposta è "no".
Terza domanda: se un individuo nella situazione di sofferenza fisica e morale data da una malattia incurabile e irreversibile chiede che sia riconosciuto il suo diritto naturale a morire (un precedente lettore scrive a matita sopra: "esiste?") , non viene egli oppresso da una società che glielo nega?
Se l'autodeterminazione è un diritto non può essere che oppressiva.La risposta quindi non può essere che "sì"."
Conclude Veronesi: "io penso , tour court, che il diritto di morire facia parte del corpus fondamentale dei diritti individuali."



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