venerdì 11 novembre 2016

DOVERI PRIMA DEI DIRITTI ED ETICA INECCEPIBILE E INTRANSIGENTE

DOVERI PRIMA DEI DIRITTI ED ETICA INECCEPIBILE E INTRANSIGENTE
Leggendo tanti commenti, analisi e riflessioni seguite la vittoria di Trump alle presidenziali USA si provano due sensazioni
-ci si sente come il famoso Rabbino e si darebbe ragione a tutti
-si rimane basito dalla "lucidtà" di tanti commentatori che non solo hanno già capito tutto (a meno che non abbiano preparato due articoli da usare alternativamente in caso di vittoria dell'uno o dell'altra) e perchè, ma anche "lo sapevano già" ... e dirlo prima, no?

Mi sarà sfuggito ma non ho trovato mai quanto segue:
Mi chiedo se non possa essere utile a coloro che si sentono dalla stessa parte ideale, politica, sociale nella quale mi riconosco io (come definirla con una parola: progressista? Usiamola, è contro natura essere sintetici per descrive la parte di campo dove mi posiziono, servirebbero 15 righe di precisazioni... ma forziamo la mano, quindi vada per progressista e chi vuol capire capirà.) e che, dal quartiere allo Stato o alle realtà sovranazionali, non voglia nascondere questa scelta, questi due banali stili di essere:
1- considerare i doveri ( di cittadino, di lavoratore, di persona) prioritari rispetto ai diritti e far discendere i secondi dai primi
2- tenere un comportamento (nel lavoro, negli affari, in politica, nella vita quotidiana) eticamente ineccepibile e intransigente.
Due concetti vecchi, due abitudini arcaiche, due atteggiamenti modesti e umili da tenere con il pugno chiuso senza indici puntati.   Così, semplicemente, un modo do essere riconoscibile e identificativo, poi seguiranno le proposte

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