martedì 23 agosto 2016

IL LAGER COMUNISTA

IL LAGER COMUNISTA

Oggi ricorre la Giornata europea di commemorazione delle vittime di tutti i regimi totalitari e autoritari, celebrata dal 2009.
Il 23 agosto 1939 la Germania nazista firmava con l’Unione Sovietica il patto Molotov-Ribbentrop, segnando l’inizio di uno dei periodi più bui della storia recente del nostro continente, che ha portato alla deportazione, alla tortura e all’assassinio di decine di milioni di persone sotto regimi totalitari


Per un curioso caso proprio ieri sera ho letto e annotato una drammatica pagina di Kapuscinski tratta da IMPERIUM che voglio qui condividere

Il lager
(comunista in Siberia_ mia nota di precisazione, conosciuto anche come Gulag, ma K. usa la parola Lager) era una struttura ideata con sadismo e, al tempo stesso, con esattezza matematica per distruggere e annientare l'essere umano sottoponendolo, prima della morte, alle peggiori umiliazioni, sofferenze e torture. era una rete in filo spinato fatta per lo sterminio e dalla quale, una volta che ci si cadeva dentro, era impossibile districarsi. Eccone gli elementi.
Il freddo. coperto di cenci miseri e leggeri, il condannato aveva sempre freddo, era sempre gelato.
La fame. Il freddo veniva avvertito tanto più acutamente in quanto il prigioniero era perennemente, bestialmente, ossessivamente affamato, disponendo come unico cibo di un tozzo di pane e un po' d'acqua
Il lavoro forzato. Intirizzito, affamato, il condannato era sottoposto a un lavoro bestiale e superiore alle sue forze: scavare, trasportare la terra con la carriola, spaccare pietre, tagliare boschi.
La mancanza di sonno. Quest'essere assiderato, affamato, sfibrato dal lavoro e quasi sempre malato, veniva privato anche del sonno. Poteva dormire solo poche ore su un letto d'assi, dentro baracche gelide, con addosso gli stessi stracci con cui lavorava
La sporcizia. Lavarsi era proibito e del resto non ci sarebbe stato né il tempo né il luogo per farlo. Coperto da una crosta appicicosa di sporcizia e sudore, il prigioniero emanava un fetore insopportabile
Gli insetti. Note e giorno era divorato dai parassiti. Gli stracci indossati erano nidi di pidocchi, le brande delle baracche pullulavano di cimici. durante l'estate veniva assalito da sciami di zanzare e dai terribili moscerini siberiani, che a nugoli gli si avventavano contro.
Il sadismo dell'NKVD. Guardi di scorta e carcerieri, ossia il sistema di sorveglianza dell'NKVD, infierivano senza sosta sul prigioniero urlando, prendendolo a pugni in faccia, a calci, aizzandogli contro i cani e fucilandolo per un nonnulla.
Il terrore dei criminali comuni. I prigionieri politici venivano sistematicamente terrorizzati, durubati, seviziati dai delinquenti comuni, che detenevano il grado più basso del potere.
La consapevolezza del torto subito. Anche il sopportare la sensazione di profonda ingiustizia era una tortura psichica. I prigionieri politici erano del tutto innocenti, non avevano fatto nulla di male.
La nostalgia e la paura. Tutti erano torturati dalla nostalgia dei loro cari, della casa ( le condanne arrivavano anche a venticinque anni), dalla sensazione di essere tagliati fuori dal mondo, dal timore di un domani sconosciuto e sempre più terribile, dall'incubo che ogn inuovo giorno fosse anche l'ultimo.

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