sabato 6 agosto 2016

DON CHISCIOTTE. L'ARCHETIPO DEI MIEI EROI

DON CHISCIOTTE. L'ARCHETIPO DEI MIEI EROI
don Chisciotte atterrato afferma che la propria debolezza non compromette la verità di ciò in cui egli crede

Claudio Magris, nel capitolo "Sulla strada di don Chisciotte" del libro L'INFINITO VIAGGIARE, traccia un ritratto "profondo" di don Chisciotte con la pacata saggezza che trovo in tutti i suoi scritti.
E scopro che Magris coglie il nocciolo di ciò che rende il Cavaliere dalla Triste Figura uno degli archetipi dei miei eroi, che gli concede una delle postazioni principali nel mio Pantheon ideale, un esempio per me, consapevolmente,  inarrivabile

"Don Chisciotte non ha paura; si offre all'incertezza del vivere, che gli porta disastri, legnate, porcherie, umiliazioni. Ma egli non ha fede nella vita, che non sa quel che fa, bensì nei libri, che dicono non la vita ma ciò che le dà senso, le sue insegne. Per queste insegne egli si batte e viene quasi sempre ridicolmente battuto, perché quasi sempre perde e il male vince. Ma nemmeno disarcionato egli dubita di quelle insegne. Argamasilla è la patria del baccelliere Sansone Carrasco che l'atterra, ma don Chisciotte atterrato afferma che la propria debolezza non compromette la verità di ciò in cui egli crede"

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