mercoledì 14 ottobre 2015

MEMO: EUROPA DEMOCRAZIA

Capita di scoprire che raccogliere i giornali prima che vengano buttati al macero per sfogliarli anche a distanza di tempo porta buoni frutti ed è una attività utile al pensiero e alla riflessione.
A volte la mancanza di tempo e le pigne polverose che si accumulano a casa (santa Antonella) e in ufficio spingono alla demotivazione e alla considerazione che "tanto non riuscirò mai ad aprirli, tanto vale la pena di buttarli in blocco". Poi capitano sere come queste che si liberano improvvisamente e riesci a sfogliarne una decina. Non leggere tutte le pagine, ovvio, solo quello che non è (o non è solo ) cronaca e diventa commento o elzeviro o "fondo", insomma quegli articoli che cercano di creare dibattito.
Ecco due articoli, dai quali trascriverò una paio di paragrafi, di due giornalisti che mi sembrano diversi (Polito e Battista- tra l'altro Battista è uno che mi piace pochissimo e quindi trovare un suo articolo con il quale concordo è un piccolo tesoro). Raccontano delle migrazioni di massa che per qualche giorno hanno occupato le prime pagine dei giornali e che ora sembrano sparite. Ma parlano anche di Democrazia e di Europa. 
Sono parole che condivido perchè io mi sento Europeo e ho la precisa sensazione di una immeritata ma gradita fortuna di essere nato dalla parte giusta del mare. Anch'io sono deluso dall'Europa, ma è la delusione di uno che vorrebbe una unica nazione europea (ancor più dell'Europa federale di cui si parla) nella quale gli stati nazionali si possano sciogliere. 
Ecco prima Polito
l'articolo prende spunto dalle tensioni asiatiche " noi e la crisi in Asia i meriti che ha l'Europa"
Aver messo fine alle guerre non è un merito obsoleto dell'Europa buono solo per la cerimonia del Nobel per la pace, qualcosa di così scontato e di così lontano dalle nuove generazioni da non giustificare più la fatica, le pecche e gli errori dell'Unione. Tutto sommato, è molto meglio litigare sull'Euro che sul riarmo. Perfino la crisi dei migranti è una conseguenza di questo successo storico. L'Europa un'oasi di pace circondata da un mare di guerra, attrae chi ama la vita come una calamita.O, se vogliamo, come un faro di civiltà nella notte infinita dell'odio tra i popoli.
Ecco di seguito Battista: "Profughi in cerca di libertà ci ricordano i nostri valori" (preciso: condiviso il senso del ragionamento, lo stile di Battista mi è sempre alieno, quel parlare in prima persona plurale facendo bene capire che lui ha capito tutto e in realtà ci giudica, soprattutto se non si è del suo ambito culturale!)
La democrazia sembra un ideale stanco, estenuato. Ma per noi che ci siamo nati e che ne abbiamo smarrito il valore, la specificità, il privilegio. Per chi vive e muore nelle tirannie la democrazia è un traguardo da raggiungere a tutti i costi, con sacrifici immani, marce disumane, popolazioni in fuga da despoti e fanatici. Dovremmo riscoprire quella che adesso si definisce "la narrazione" della democrazia e della libertà. La narrazione di un sistema in cui le persone sono tutelate nei loro diritti, possono parlare senza il timore dell'oppressione e della morte. Dove le donne non sono bestie da malmenare e coprire fino agli occhi (mia nota: magari anche da non uccidere o spogliare per ogni futile motivo si inventi). Dove si può scegliere, vivere, consumare, svolgere un'attività economica, mettere a frutto il proprio talento senza che il potere confischi arbitrariamente i tuoi beni. Dove la tortura è bandita e, se non punita, bollata dalla riprovazione pubblica insieme all'impunità di chi se n'è reso responsabile.

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