martedì 27 ottobre 2015

TONY BLAIR: CHIEDE SCUSA DIMENTICANDO DI ESSERE UN BUGIARDO.

TONY BLAIR: CHIEDE SCUSA DIMENTICANDO DI ESSERE UN BUGIARDO.
In questi giorni si leggono articoli e commenti a proposito delle "scuse" chieste da T.Blair a proposito della disastrosa (nelle conseguenze che stiamo pagando ancora ora) guerra del 2003 scatenata, sulla base di evidenziate falsità, da USA e UK contro l'IRAQ.

Voglio riportare, a mo' di commento, con parole non mie due stralci di articoli, tra i quali uno di Alberto Negri del Sole 24 Ore del 20 settembre, quindi precedente le scuse di Blair, seguito da uno di Fabio Cavalera sul Corriere della Sera di Lunedì 26 ottobre - questo incentrato su Blair.

Scrive Alberto Negri
"Ma non si comprende questa ascesa fulminante del Califfato se non la si confronta con il fallimento della "guerra al terrorismo". Dal 2001 gli Stati Uniti, sostenuti in alcuni casi dagli alleati, hanno condotto guerre in Afghanistan, Iraq, Libia, e in maniera indiretta anche in Pakistan, Yemen e Somalia. Bilancio. lo stato libico è scomparso, lo stato iracheno sprofonda nel confessionalismo e nella guerra civile, il potere afghano vacilla e in Pakistan gli jihadisti non sono mai stati tanto potenti. Condoleezza Rice, ex segretario di Stato, nel 2005 parlava di un "caos costruttivo" per giustificare la politica dell'Amministrazione Bush, annunciando un futuro in cui sarebbe risuonato l'inno della democrazia. Dieci anni più tardi il caos è così esteso che non si sa neppure da che parte cominciare"

Non parla di Blair, Negri, ma alla luce delle dichiarazioni successive, diventa il convitato di pietra, con un carico di responsabilità che le sue pietose scuse non credo riescano a sminuire.

Ecco la conclusione dell'articolo di Cavalera
"Però sulla questione Iraq scivola pesantemente. Tony Blair si è in continuazione dichiarato molto tormentato sul via libera che, a suo dire, fu dato a Bush negli ultimi giorni di fronte all'impossibilità della mediazione diplomatica. La commissione d'inchiesta lo smentisce. Downing Street, un anno prima dell'intervento, aveva battezzato l'avventura degli Stati Uniti. Le scuse di Blair sono importanti perchè, alla luce del fenomeno ISIS, sono l'ammissione di un sostanziale fallimento. Ma sono anche il tentativo maldestro di offuscare la grande verità, che è semplice: Blair ha raccontato il falso. Aveva il diritto di rivendicare la ua decisione di affiancare gli USA sin dal 2002. Ha invece finto di non sapere e, addirittura, adesso scarica la colpa sui rapporti "sbagliati" dell'intelligence. Chiede scusa "dimenticando" di essere stato un bugiardo"

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