martedì 25 luglio 2017

E SE SI INIZIASSE DAI "DOVERI" A COSTRUIRE LA CASA COMUNE? -cap 2

E SE SI INIZIASSE DAI "DOVERI" A COSTRUIRE LA CASA COMUNE? -cap 2
Un amico mi ha suggerito un articolo di E.Galli della Loggia che si intitola "La politica senza potere nell'Italia del non fare".
Credo che questa volta GdL abbia saputo centrare bene la questione, forse dimenticando un po' di argomenti correlati, probabilmente per mancanza di spazio.
Perché da anni in Italia ogni tentativo di cambiare in meglio ha quasi sempre vita troppo breve o finisce in nulla. Perché ogni tentativo di rendere efficiente un settore dell'amministrazione, di assicurare servizi pubblici migliori, una giustizia più spedita, un Fisco meno complicato, una sanità più veloce ed economica, di rendere la vita quotidiana di tutti più sicura... si rivela... un'impresa destinata a fallire? La risposta che da GdL è che in Italia non esiste più il Potere... cioè l'autorità di decidere che cosa fare, e di imporre che si faccia trovando gli strumenti per farlo: che poi si riassumono essenzialmente in uno, lo Stato. Sempre GdL, riassumo brutalmente, ritiene che la Politica (potere teorico) non prevalga mai nei confronti dei Poteri concreti, ma ... in un regime democratico alla fine il potere della politica è il potere dei cittadini, i quali solo grazie alla politica possono sperare di contare qualcosa.
Questo in sintesi, spero non errata, il GdL pensiero. Facciamo tara che lo scrive sul Corriere, che potrebbe sembrare non avere lo stesso occhio per i diversi "poteri concreti" che bloccano l'Italia. Nel succo io credo che l'analisi di GdL colga un aspetto drammaticamente vero della nostra nazione. I vincoli e i lacciuoli che riescono a bloccare ogni riforma anche palesemente necessaria rendono seducente derive autoritarie (e quando Renzi dice: vorrei chiudere il TAR, in questa caduta populista confessa un fallimento), mentre io credo che avremmo bisogno di Autorevolezza del Potere, avremmo bisogno di Elitè che manifestano Lungimiranza e senso dello Stato (Statisti insomma). Ma, guardandomi attorno mi chiedo: nel panorama politico, che si sta attrezzando per riproporsi per la prossima tornata, dove trovare queste Elitè? Sono tutti screditati e sono coloro che hanno in mano il pallino. Non c'è possibilità di trovare una nuova classe politica in questi sei mesi che ci separano dalle elezioni. Dobbiamo fare una squadra con i giocatori che abbiamo. Allora forse si potrebbe cambiare metodo di gioco, proposta politica, con una autocritica presa di coscienza dei giocatori in campo. Io guardo ovviamente a Sinistra, il più inclusivamente possibile. E mi chiedo, invece di correre a perdifiato, incitandosi vicendevolmente (con pochissime eccezioni lungimiranti)  con insulti e rancori, verso il baratro della assoluta irrilevanza (chi uscirà meno male da questo cupio dissolvi potrà forse avere qualche rendita dai "poteri concreti" evocati da GdL), perchè non partire dal riconoscimento di punti di contatto partendo dai DOVERI, di cittadini, di lavoratori, di politici, di imprenditori, di  contribuenti sostenitori del welfare (attraverso le tasse), di docenti e di discenti, di nuovi italiani? E cercando gli strumenti, attivi e passivi, perchè questi doveri, da cui discendono i diritti, siano rispettati? Non è facile dopo anni nei quali le riforme hanno sempre lasciato il sospetto (spesso usato strumentalmente per non intaccare il proprio piccolo potere e la propria miserrima rendita di posizione) di chiamare settorialmente  (e solo i settori più deboli) a dare il proprio contributo alla nazione. Ma quale può essere la strada, realmente percorribile, non solo come testimonianza di purezza?

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