lunedì 24 luglio 2017

E SE SI INIZIASSE DAI "DOVERI" A COSTRUIRE LA CASA COMUNE? - cap1

E SE SI INIZIASSE DAI "DOVERI" A COSTRUIRE LA CASA COMUNE?
Quando partecipo a manifestazioni popolari (ovviamente per sostenere argomenti progressisti comunemente riconosciuti come "di sinistra") sfoggio un cartello nel quale esprimo un concetto preciso: il riconoscimento dei diritti discende dal rispetto da parte di ciascuno dei doveri (di cittadino).
Questa idea forte (anche io incredibilmente ho ancora idee forti e resistenti) mi torna continuamente quando leggo, con sempre minore interesse e fermandomi spesso ai titoli, articoli, interviste, post, tweet e altro che ci spiegano perchè a sinistra di debba procedere divisi e rancorosi verso la totale irrilevanza.
Perchè il minimo comune denominatore, la base programmatica, l'argomento sul tavolo su cui tentare di capire, andando oltre alle differenze (non posso dire al rancore personale perchè è stato smentito e chi sono io per dar credito alla mia sensazione e non alle parole espresse che questo rancore non esiste!), perchè la pietra angolare su cui costruire la speranza per un futuro più giusto e più equo non può essere il riconoscimento della necessità di adempiere e rispettare i doveri di cittadini e la ricerca degli strumenti, politici, culturale ed educativi per cui questi doveri vengano rispettati?
Oggi sul Corriere della Sera un cittadino, il signor Campomenosi, scrive al direttore sulle opere per la sicurezza impiantate dal comune di Milano, citando Aldo Moro " Questo Paese non si salverà e la stagione dei diritti e delle libertà si rivelerà effimera, se in Italia non nascerà un nuovo senso del dovere". E chiede al Direttore se il nodo da sciogliere non sia ancora una volta questo. Io faccio mia questa citazione di Aldo Moro e la scrivo a caratteri cubitali. QUESTO PAESE NON SI SALVERA' E LA STAGIONE DEI DIRITTI E DELLE LIBERTA'  SI RIVELERA' EFFIMERA, SE IN ITALIA NON NASCERA' UN NUOVO SENSO DEL DOVERE.
(continua)

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