venerdì 10 febbraio 2017

LO STOLTO LETTORE. LO STRANO MANOSCRITTO TROVATO IN UN CILINDRO DI RAME ( di J.DeMille)

Si è rivelata una scelta azzeccata l'aver seguito l'istinto ed essermi affrettato  ad ordinare nelle mie biblioteche questo libro "LO STRANO MANOSCRITTO TROVATO IN UN CILINDRO DI RAME" dell'autore inglese James De Mille nato ad Halifax nel 1833.
Non ricordo dove ho letto la presentazione di questo libro (questo non è strano, spesso non ricordo il titolo dei libri che sto leggendo), considerata l'originalità del testo sarei propenso ad ipotizzare LA DOMENICA del Sole 24 Ore.
Il libro è godibilissimo e particolarmente intrigante. Ricorda i romanzi di Verne o di Swift (le avventure di Gulliver), a quest'ultimo l'autore si fa paragonare dai personaggi che leggono il manoscritto, autodenigrandosi con molta ironia.
Molto sinteticamente. Un marinaio attraverso alcune peripezie giunge in una terra sconosciuta popolata da uomini e donne che hanno sovvertito tutta la scala di valori "dell'occidente" (agli occhi di un inglese dell'unica parte di mondo che aveva un senso). "Odiano la luce, vivono in caverne buie e spoglie, considerano la povertà un privilegio, la ricchezza e il potere una maledizione; la morte per loro è una meta molto ambita e l'amore corrisposto una calamità dalle tremende conseguenze".
Questo "mondo al contrario" con cui il marinaio protagonista si confronta serve al pungente De Mille per fare una ironica critica alla nostra società, ai valori sbandierati ma spesso strumentalizzati. Il racconto scorre con leggerezza senza essere frivolo, mi sembra ben tradotto, e particolarmente divertente e moderno. Si gioca sulla contrapposizione tra il racconto del marinaio, More, disperso tra i Kosekin, e i quattro guadenti inglesi in crociera che trovano e leggono il manoscritto, tra i quali spicca il personaggio di Melik che con arguzia e scetticismo smonta le ricostruzioni pseudoscientifiche con le quali gli amici commentano il racconto ritrovato.
Non sono in grado di commentare questo libro, che consiglio, ma mi piace copiare un breve brano, di un dialogo tra More( bianco, inglese, occidentale, civilizzato), amante della vita, e il kohen (una alta carica- e quindi per contrapposizione una umiliazione) dei Kosekin, amante della morte
MORE "Quindi, da voi, quando un uomo procura la morte degli altri è degno di essere onorato?"
KOHEN " Certo, come potrebbe essere altrimenti? Non è lo stesso da voi? Tra le tante cose incredibili che mi hai raccontato del tuo popolo, alcune erano normali e comprensibili: per esempio, il vostro modo di onorare sopra chiunque altro chi procura la morte del maggior numero di persone. Voi, che fingete tanto di temere la morte, in realtà non vedete l'ora di scontrarvi in battaglia come noi, e i più celebri tra i tuoi simili sono quelli che hanno mandato il maggior numero di uomini alla morte" 
La nostra topografia, l'arredo di centinaia di nostre piazze, i nostri libri di storia lo testimoniano.

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