lunedì 13 febbraio 2017

LO STOLTO LETTORE. I PERSONAGGI IMPERFETTI DI ISABEL ALLENDE

ISABEL ALLENDE. IL QUADERNO DI MAYA

Avevo messo da parte Isabel Allende, della quale ero stato interessato e ammirato lettore due o tre lustri or sono, convinto che avesse dato il suo meglio. Poi, seguendo l'istinto, oppure così per caso, avendo visto sul tavolo delle proposte, che la mia amica Irina suggerisce nella sua biblioteca della Malpensata a Bergamo, questo libro, l'ho preso così, senza convinzione.
Devo dire che mi sembra, ora che sono giunto poco dopo la metà, un bel libro, nel quale ritrovo la Isabel Allende delle origini. Il libro non è nuovo, l'edizione che ho risale al 2011.
Non sono un lettore sofisticato, quindi il mio piacere è il piacere di un semplice che apprezza la coralità della storia, anche se scritta in prima persona autobiografica, la descrizione dei personaggi, apparentemente fatta con grandi pennellate e invece attenta e capace di rendere figure vive, profonde, conosciute e imperfette (l'imperfezione umana dei personaggi, che li rende veritieri anche se sempre un po' sopra le righe mi affascina, soprattutto perchè sto leggendo l'intervista ad Adonis sulla violenza nell'Islam - lo so è un volo pindarico, ma sto maturando l'idea che, soprattutto nel rapporto con le religioni, abbiamo bisogno più di imperfetti peccatori poco aderenti ai precetti religiosi piuttosto che invasati ligi adepti), l'ambientazione in un microcosmo - finalizzato allo svolgimento della storia, ovviamente - affascinante (come lo è questo Sud-Sud America, così legato e così distante da un'Europa con cui sembra non essersi mai scisso il legame - ne ho avuto la prova nel tour fatto nel Palazzo del Congresso di Buenos Aires).
Magari tra qualche giorno scoprirò di aver avuto fretta nel commentare, on the road della lettura - questo libro, e da ora in avanti mi deluderà. Non so, corro il rischio.

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