martedì 3 luglio 2018

LA PRECEDENZA DEI DOVERI SUI DIRITTI

LA PRECEDENZA DEI DOVERI SUI DIRITTI  _ SIMONE WEIL

Devo ringraziare il Ministro degli Interni dello Stato italiano. Probabilmente devo ringraziare i suoi abilissimi "spin doctors" che gli preparano i discorsi e gli scovano le citazioni con le quali può infiorire i suoi discorsi. In ogni caso è il Ministro che si è espresso, nelle vesti di Segretario politico del suo movimento.  Ho letto in un occhiello sul #Corriere (relativo a una manifestazione politica) che avrebbe citato una frase di #SimoneWeil  che recitava (vado memoria): "I doveri vengono prima dei diritti" completandola con una interpretazione a mio avviso personale (funzionale al suo discorso). Questa frase, che non conoscevo, di Simone Weil (ammetto, conosco quasi nulla di questa importante filosofa europea), mi ha stimolato. Corrisponde esattamente al mio pensiero. Da anni vado dicendo che "i diritti discendono dal rispetto dei doveri" e sono sostenitore dell'idea che la rifondazione del pensiero progressista e di sinistra in Italia debba partire da questo mattone: IL PROPRIO DOVERE. Infatti alle manifestazioni che si tennero a Milano, una credo dopo gli attentati a Parigi, e una sull'accoglienza ( 20 Maggio senza muri - nel 2017), mi sono presentato con questi due manifesti


Incuriosito ho fatto una ricerca sul web trovano il sito www.pensareildiritto.it dove ho trovato un breve testo: SIMONE WEIL E LA PRECEDENZA DEI DOVERI SUI DIRITTI, dove è riportato l'incipit del libro " La prima radice. Preludio a una dichiarazione dei doveri verso l'essere umano"
Anche a rischio di allungare questo post, voglio copiare, sperando di non fare un abuso, questo testo (ovviamente mi sono premurato di ordinare il libro in biblioteca)

“La nozione di obbligo sovrasta quella di diritto, che le è relativa e subordinata. Un diritto non è efficace di per sé, ma solo attraverso l’obbligo cui esso corrisponde; l’adempimento effettivo di un diritto non proviene da chi lo possiede, bensì dagli altri uomini che si riconoscono, nei suoi confronti, obbligati a qualcosa. L’obbligo è efficace allorché viene riconosciuto. L’obbligo, anche se non fosse riconosciuto da nessuno, non perderebbe nulla della pienezza del suo essere. Un diritto che non è riconosciuto da nessuno non vale molto.

Non ha senso dire che gli uomini abbiano dei diritti e dei doveri a quelli corrispondenti. Queste parole esprimono solo differenti punti di vista. La loro relazione è quella da oggetto a soggetto. Un uomo, considerato di per se stesso, ha solo dei doveri, fra i quali si trovano certi doveri verso se stesso. Gli altri, considerati dal suo punto di vista, hanno solo dei diritti. A sua volta egli ha dei diritti quando è considerato dal punto di vista degli altri, che si riconoscono degli obblighi verso di lui. Un uomo, che fosse solo nell’universo, non avrebbe nessun diritto, ma avrebbe degli obblighi.

La nozione di diritto, essendo di ordine oggettivo, non è separabile da quelle di esistenza e di realtà. Essa appare quando l’obbligo entra nel campo dei fatti; di conseguenza essa comprende sempre, in una certa misura, la considerazione degli stati di fatto e delle situazioni particolari. I diritti appaiono sempre legati a date condizioni. Solo l’obbligo può essere incondizionato. Esso si pone in un campo che è al di sopra di ogni condizione, perché è al di sopra di questo mondo”.
Temo, ma potrei sbagliare, che l'utilizzo da parte del Ministro della citazione possa intendere qualcosa di un po' diverso da quanto intende la filosofa europea. Non è detto che la capisca bene io, mi sembra però uno stimolo di ragionamento necessario oggi. 
Concludo con una annotazione che vorrei fosse ben capita: sono contento che ci possa essere qualche punto di contatto con il Ministro, perchè, seguendo l'insegnamento del Presidente #NelsonMandela (che ha superato fossati ben più ampi) è importante cercarli sempre

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