giovedì 26 ottobre 2017

ENRICO BERLINGUER: se l’unica forma di espressione democratica diventa quella di spingere un bottone

Tra l’altro non credo che si potrà mai capire cosa pensa davvero la gente se l’unica forma di espressione democratica diventa quella di spingere un bottone.
Sto leggendo con interesse e una buona dose di commossa nostalgia un bel libro di Pier Paolo Farina che raccoglie saggi e interviste di Enrico Berlinguer.
E' un libro meritorio perchè sono raccolte interviste che non conoscevo e che dimostrano vuoi una non comune, ma non sorprendente, lungimiranza tipica di uno statista che è anche un umanista,  un profondo pensatore sulla vicenda umana, vuoi una intuizione sui pericoli di una deriva negativa di fenomeni che si stavano evidenziando che a noi, che abbiamo percorso fino in fondo questa deriva, pur nella sua visione dimostratasi utopistica e non realistica, provocano dolore mostrandoci una alternativa possibile e possibilmente migliore dell'evoluzione di questi fenomeni.
Ora copio uno stralcio di questa intervista, quanto mai attuale (anche se in senso classico della lettura):
VERSO IL DUEMILA Intervista a Ferdinando Adornato, l’Unità, 18 dicembre 1983 (notare l'anno di rilascio dell'intervista)
Adornato- Ma in un mondo nel quale le informazioni, anche le più sofisticate, possono arrivare direttamente nelle case della gente, resisterà il partito di massa? Avrà ancora un senso un partito che costruisce un proprio sistema autonomo di informazione con gli iscritti? L’elettronica non spezzerà il circuito della partecipazione?
Berlinguer - La questione esiste ed è anche più ampia di quella che tu poni. Non riguarda solo il PCI e i partiti di massa ma riguarda il destino e le possibilità stesse dell’associazione collettiva. Io francamente credo che questa esigenza sia una esigenza irrinunciabile dell’uomo e continuerà a esistere anche se in forme diverse dal passato. La lotta, la pressione di massa saranno sempre necessarie. Certo si può immaginare un mondo nel quale la politica si riduca solo al voto e ai sondaggi; ma questo sarebbe inaccettabile perché significherebbe stravolgere l’essenza della vita democratica…
Adornato- Ma già si parla di «democrazia elettronica»: la gente risponde da casa ai quesiti posti sul video dall’amministrazione…
Berlinguer - La democrazia elettronica limitata ad alcuni aspetti della vita associata dell’uomo può anche essere presa in considerazione. Ma non si può accettare che sostituisca tutte le forme della vita democratica. Anzi credo che bisogna preoccuparsi di essere pronti ad affrontare questo pericolo anche sul terreno legislativo. Ci vogliono limiti precisi all’uso dei computer come alternativa alle assemblee elettive. Tra l’altro non credo che si potrà mai capire cosa pensa davvero la gente se l’unica forma di espressione democratica diventa quella di spingere un bottone. A ogni modo, lo ripeto: io credo che nessuno mai riuscirà a reprimere la naturale tendenza dell’uomo a discutere, a riunirsi, ad associarsi. Ogni epoca, certo, ha e avrà i suoi movimenti e le sue associazioni. Vedi per esempio, nella nostra, i movimenti pacifisti, i movimenti ecologici, quelli che, in un modo o nell’altro, contrastano la omologazione dei gusti e il conformismo: chi avrebbe saputo immaginarli quaranta o anche venti anni fa? Naturalmente compito dei partiti dovrà essere quello di adeguarsi ai tempi e alle epoche. È qui che si misura la loro tenuta: sulla loro capacità di rinnovarsi.

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