venerdì 5 maggio 2017

LA MAESTA' DELLA LEGGE, LA CERTEZZA DELLA PENA, IL MONOPOLIO STATALE DELLA VIOLENZA

LA MAESTA' DELLA LEGGE, LA CERTEZZA DELLA PENA, IL MONOPOLIO STATALE DELLA VIOLENZA

Non voglio entrare nel merito della legge approvata in Parlamento e in attesa di iniziare la navetta con il Senato sulla “legittima difesa”. Non ho le competenze e comunque credo sia correlata e conseguente alla cultura egemone che da anni possiede il “vocabolario” del dibattito civico italiano, segno inequivocabile di una vittoria ben più sostanziosa dell'alternante e contingente esito elettorale. Così è, e forse la “legittima difesa” verrà ancora resa meno vincolante. Spero solo, lo dico con convinzione, che quando accadrà che un padre spaventato ucciderà il figlio rientrato tardi scambiandolo per un ladro, lo si consideri per quello che è, un danno collaterale e non si spargano lacrime di coccodrillo. Anche se ciò accadesse due o tre volte l'anno, cosa significa percentualmente a fronte di 100, 200, 500 ladri e malviventi uccisi nel corso dei tentativi di rapina? Voglio solo condividere le riflessioni di oggi, parte di esse, con cui mi trovo d'accordo (e già questa è una novità quasi assoluta) scritte da Pierluigi Battista sulle colonne del Corriere. Riporto, anche per rispetto del copyright, solo gli ultimi due paragrafi, quelli dell'accordo. Perché a me sembra che ciò di cui abbiamo bisogno sono Forze dell'Ordine che considerino la nostra sicurezza e la tutela della nostra proprietà come bene primario, e che quindi ci diano confidenza di mettere tutto l'impegno per recuperare ciò che ci può essere stato rubato, fosse la catenina che ci ricorda la mamma morta come l'automobile che ci serve per lavorare, non considerando alcun reato “bagatellare” ma una violenza inaccettabile, e uno Stato severo e inflessibile che troviamo nelle parole di Battista che riporto. Alla fine è la sicurezza della legge l'unica difesa per i cittadini.


Pierluigi Battista

Non bisogna sottovalutare questo stato di malessere, liquidarlo come se fosse una reazione isterica o addirittura meschina. Anzi, bisogna ricordare che gli Stati moderni nascono proprio da questo patto con i sudditi che poi diventeranno cittadini titolari di diritti inalienabili: ti sottometti alla maestà della legge, perché la legge è la garanzia della tua sicurezza. Lo Stato garantisce secondo questo patto la protezione delle persone, si arroga il monopolio della violenza, si dota di un apparato repressivo e di un sistema giudiziario proprio per tutelare e difendere la vita e la proprietà di chi fa parte di una comunità nazionale regolata dalle leggi. Ma proprio per questo la risposta al senso di insicurezza che serpeggia in Italia deve muoversi in più direzioni. La prima è che le forze della sicurezza e dell’ordine non debbano conoscere tagli e mortificazioni.

La percezione dell’insicurezza diminuisce quando vedi lo Stato presente, i territori presidiati, la tutela delle persone avvertita anche fisicamente grazie a una polizia a cui non lesini risorse e aiuto. La seconda è la sempre ricercata certezza della pena, che impedisce a chi delinque di tornare a delinquere e di seminare paura e anzi terrore in chi si sente, indifeso, alla mercè dei violenti, con uno Stato impotente. Se non si imboccano queste due strade il tema della sicurezza resterà per forza un tossico destinato a inquinare lo spirito pubblico e dare spazio a demagoghi e violenti. E la disciplina della legittima difesa si rivelerà fragile e inefficace.

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