martedì 18 febbraio 2014

EUROPA: EX PLURIBUS PLURES? NO, NON E' LA STRADA GIUSTA

Bolaffi in conclusione del suo libro CUORE TEDESCO scrive queste considerazioni sulle quali non sono assolutamente d'accordo

"Dunque ci sono molte ragioni per ritenere che il "rimedio federalista" (mia nota: io sono per lo stato centralizzato europeo, non per l'europa federale) spesso invocato come panacea degli attuali mali dell'euro e come antemurale rispetto alla (presunta) minaccia di un'Europa tedesca avrebbe molte difficoltà a diventare realtà.  Intanto perchè "uno Stato federale richiede una lingua comune", come ha opportunamente osservato Giovanni Sartori, il che ovviamente costituisce per l'Europa un ostacolo pressoché insuperabile (non sono d'accordo, c'è già una lingua comune ed è l'inglese, aree di bilinguismo possono coesistere tranquillamente, gli orgogli nazionalistici alla francese possono chetarsi, il francese può essere mantenuto come seconda lingua, come l'italiano, il tedesco, l'estone... ci sono già nazioni europee bilingue). Ma anche per una seconda ragione, quella che è stampata sulla moneta statunitense, che recita: ex pluribus unum. Proprio quello che mai dovrà accadere con l'Europa perchè questo significherebbe cancellare un patrimonio formato dalla pluralità di culture e di lingue (qualcuno ha per questo, io credo  giustamente, detto che la sola lingua europea è la traduzione) che fa dell'Europa un vero e proprio arcipelago di civiltà e di storie, di popoli e di territori. [mi viene in mente la pagina virale di  facebook; io sono di ... se... Ma tutto il dibattito sulla globalizzazione? I grandi brand che si trovano uguali da Oslo a Palermo? la trasmigazione anche intraeuropea dei popoli, per non parlare della immigrazione extraeuropea? perchè evitare che le buone pratiche di aree del continente con uno stato unico Europeo non diventino patrimonio comune di tutta Europa? Chi non vorrebbe la burocrazia danese, la nazione con la minor incidenza di corruttela del mondo? forse i burocrati italiani non la vorrebbero]. (faccio notare che qualche pagina prima Bolaffi rimproverava che l'Europa non è riuscita neppure a concordare uno standard per le prese elettriche)
La realtà di queste differenze rappresenta la vera ricchezza dell'europa, che per questo va rivendicata, come anche il diritto alla diversità e alla differenza fino "alla valorizzazione delle esistenti e rilevanti differenze di mentalità"  [non capisco come questo si scontri con una scuola efficiente standardizzata sul modello, poniamo, finlandese]
L'Europa è e dovrà dunque restare sempre una realtà plurale, refrattaria a ogni omologazione identitaria: ex pluribus plures è e resterà sempre sulla sua bandiera. [sul plures si sono scannati in Yugoslavia, in Georgia, si dividono in Belgio, in Spagna, non in Italia perchè abbiamo dei separatisti da teatrino], e intanto le pluralità culturali si perdono. 

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