lunedì 28 ottobre 2013

Isaac B. Singer: LA FAMIGLIA MOSKAT

Ritengo che il romanzo “LA FAMIGLIA MOSKAT” di I.B.Singer sia un gran libro.
In sintesi: narra la tragica epopea di una famiglia ebrea nella Polonia di inizio XX secolo, fino all’inizio della invasione nazista.
Non è solo vicenda narrata, una storia così complessa e con un tal numero di personaggi da necessariamente iniziare con alcuni alberi genealogici, ad essere avvincente e coinvolgente.
E’ la vivida e partecipata descrizione del variopinto, multiforme, composito mondo ebraico yiddish che viveva, prosperava e allo stesso tempo sopravviveva sempre con senso di provvisorietà e insicurezza in una Europa che non ha mai saputo accettare completamente la loro presenza.
Ma non è un romanzo fazioso. E’ un romanzo sul una vicenda umana, mondo a sé e parte della storia universale, nel quale l’alterità e la chiusura ebraica viene evidenziata criticamente (un personaggio riflette su questa comunità ebraica che vive da 800 anni in Polonia e non si è mai preoccupata di imparare il polacco).
La descrizione dei riti, delle usanze nelle ricorrenze, dei cibi, di costumi (le parrucche che le donne ebree sposate portano per non mostrare i capelli nudi), sono così precise e parti integranti della storia da stuzzicare la voglia di conoscere meglio quella cultura ( che la religione sostanzia tutta – c’è molta affinità con l’Islam  e un antico Cristianesimo in questo).

Toccante la parte finale, temporalmente appartenente al periodo immediatamente precedente l’invasione nazista, nel quale si percepisce, da parte degli ebrei,   una fatalistica e rassegnata consapevolezza del disastro futuro, forse comunque inimmaginabile negli esiti orrendi dell’Olocausto. Un fatalismo che secoli di persecuzioni e pogrom hanno scolpito nella psicologia del popolo ebraico (senza quelli- riflette un protagonista- saremmo centinaia di milioni). 

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