giovedì 19 novembre 2015

SIAMO, NON NECESSARIAMENTE (E PER DI PIù ININFLUENTI)

SIAMO, NON NECESSARIAMENTE (E PER DI PIù ININFLUENTI)
Leggendo "Orizzonti e limiti della scienza - decima cattedra dei non credenti" ( promossa dal Cardinale Carlo Maria Martini) ho trovato, nel saggio di George V. Coyne "Riciclati dalle stelle" queste domande che mi piacciono e mi stuzzicano. Il titolo del post è la mia risposta. La mia risposta istintiva. Le domande invece non sono istintive, sono pensate; credo che, però, anche se non espresse, giacciono nel profondo di ciascuno di noi. (Coyne si riferisce alla vita nel senso più ampio, io mi concentro sulla esistenza dell'uomo pensante). Compito dei saggi è far sì che ci accorgiamo di avere queste domande in noi.

"Siamo così ricondotti alle interrogazioni di fondo. Primo: la vita, nel quadro dell'evoluzione dell'universo fisico, doveva necessariamente apparire? O apparve per caso? Tale comparsa può essere spiegata? Secondo: la vita esiste solo sul nostro pianete? Terzo: la vita, a livello dell'intelligenza e dell'autocoscienza, rappresenta un fattore importante per la futura evoluzione dell'Universo? Sono domande che, forse, ci portano fuori dal campo delle scienze della natura. Preferisco, tuttavia, correre questo rischio riassumendole in un'unica questione tendenziosa: esistiamo solo per riciclare l'energia nella forma in cui ci viene fornita dall'universo, oppure siamo esseri speciali, nei quali l'Universo trova la possibilità di passare dalla materia allo spirito?"

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