martedì 2 giugno 2015

“LA CROCE E IL POTERE. I CRISTIANI DA MARTIRI A PERSECUTORI”

GIOVANNI FILORAMO
“LA CROCE E IL POTERE. I CRISTIANI DA MARTIRI A PERSECUTORI”

dopo Costantino, le presa del potere

“il ricorso alla tortura era abituale nei processi in cui vi era un capo d'accusa come la stregoneria, che poteva servire a scopi politici. Dopo la morte di Giuliano (l'imperatore che tentò di restaurare il paganesimo) vi erano stati sotto Valente non pochi processi contro pagani delle classi alte accusati di magia, in cui si era fatto ricorso in modo sistematico alla tortura e che erano terminati con la condanna a morte degli accusati.
(…)
l'accusa di eresia era, così, diventata un pericolo mortale. In un impero cristiano, che tendeva inevitabilmente ad uniformare la religione dei propri sudditi, il dissenso religioso metteva ormai in pericolo non solo i propri beni, ma anche la propria vita, a meno di non rientrare nei ranghi della Chiesa ufficiale. La ricerca del consenso e dell'unità diventava una necessità non solo religiosa, ma anche politica. Ma come era possibile conciliare il vangelo dell'amore con la persecuzione degli erranti ( prima che dell'errore), la diffusione dell'annuncio cristiano con l'eliminazione (anche fisica) di chiunque lo minacciasse. Questi i drammatici interrogativi che si trovò di fronte il più grande teologo del crsitianesimo occidentale, Agostino (...)

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