DAL SITO "AVVISO PUBBLICO"
“Come i cittadini possono risanare lo Stato”. Intervista ad Alberto Robiati, co-autore del libro “C’e’ chi dice no”.
I
cittadini possono fare qualcosa contro la corruzione, le mafie e il malaffare?
Anche se molte volte prevale lo scoramento o, peggio ancora, l’indifferenza,
pare proprio di sì. Avviso Pubblico ha intervistato lo scrittore e giornalista
Alberto Robiati, fondatore dell’associazione “I signori Rossi”, specialista in
formazione relazionale e change management, che ha recentemente scritto un
libro insieme a Stefano Di Polito e Raphael Rossi intitolato“C’è chi dice no. La rivoluzione dei Signori Rossi. Come i cittadini
possono risanare lo Stato” (edito
da Chiarelettere).
1. Chi sono i Signori Rossi?
Sono persone comuni. In particolare sono le persone oneste
e corrette; dunque, almeno secondo noi, sono la maggioranza dei cittadini. Il
problema è che, come noto, la maggioranza è silenziosa. Quindi noi ci siamo posti
l'obiettivo di lavorare per renderla manifesta. I “Signori Rossi” sono per noi
una risposta civica al dilagare, silenzioso e nascosto, della corruzione.
Attraverso il Manifesto dei Signori Rossi sosteniamo e stimoliamo ogni singolo
individuo e ogni movimento di cittadini attivi (per esempio tutti quei gruppi
nati per presidiare un bene comune). I Signori Rossi mirano a sostenere una
rete di, ci auguriamo numerosissime, azioni locali che sappiano creare un
risveglio nella coscienza civica collettiva, per tornare ad avere voglia di
occuparsi della cosa pubblica, di prendersi cura dello Stato.
2. Possiamo esserlo tutti?
Sì, possiamo esserlo tutti! Rossi è tra i cognomi più
diffusi in Italia, può rappresentare il cittadino comune. Corretto e onesto.
Rossi è anche il cognome di Raphael, co-autore con me e Stefano Di Polito del
libro “C'è chi dice no”. Dall'esperienza personale di Raphael, che da
amministratore pubblico ha denunciato una tangente, abbiamo tratto stimolo per
rappresentare un modello nuovo, positivo, creativo, etico, per contrastare un
malcostume diffuso nella Pubblica Amministrazione. Vogliamo creare una nuova
percezione attorno alla correttezza. Non è vero che siamo circondati da
corrotti e scorretti, come spesso si sente dire, o come spesso si vuole far
credere. Siamo molti a praticare la correttezza quotidianamente e a
pretenderla, specie dai nostri governanti e amministratori. Ma saremo in grado
di ottenere risultati davvero concreti, pervasivi ed efficaci, solo quando
oltre a essere una maggioranza, ci sentiremo anche tale. Per questo è
importante che la voce circoli forte e veloce e che i corretti si manifestino!
3. Quando e perché è nata l'idea di scrivere un libro?
Abbiamo voluto lasciare questa traccia perché, attraverso
la testimonianza di quanto fatto, proponiamo una strada possibile, se pure tra
numerose difficoltà e ostacoli. Volevamo raccontare un'esperienza positiva, o
come la definiamo noi una “avventura civica”. Rianimare la coscienza etica
della maggioranza delle persone, innescare una serie di azioni per amplificarne
la portata mediatica, sono tutti ingredienti necessari per un antidoto alla corruzione.
La diretta conseguenza è la costituzione di presidi civici di persone
interessate al proprio territorio e ai propri beni comuni, che esercitano un
controllo sociale e, laddove possibile, una cooperazione civica, intorno alle
aziende pubbliche (vero bacino di corrotti e corruttori). Il libro racconta
tutto questo e fa una serie di proposte ai cittadini, agli amministratori
pubblici, ai giornalisti, alla società civile, agli opinion leader, agli
imprenditori e al mondo delle aziende. Non si tratta di utopie, ma di idee
dedotte dalle nostre esperienze concrete.
4. Per essere “corretti e non corrotti” da dove bisogna
iniziare?
Dal proprio quotidiano. Ciò che proponiamo è una sorta di
“rivoluzione” personale, una specie di “chiamata” alla propria coscienza
civica. Un invito a risvegliare la voglia, o in alcuni casi il bisogno, di
impegno sociale. Certo, è necessaria la convinzione che i beni comuni siano una
risorsa essenziale per lo sviluppo della società. E di conseguenza bisogna
conoscerli e impararne i meccanismi, come fanno tanti cittadini nei piccoli
comuni di tutta Italia quando partecipano ai consigli comunali. Si informano,
studiano, dibattono, si confrontano. E poi prendono posizione, decidono e
propongono. Questo tipo di partecipazione informata, colta, matura, competente,
è la garanzia che può proteggere il nostro Paese da chi invece pensa che ciò
che è di tutti sia di nessuno, dunque buono per il saccheggio. Quest'opera di
partecipazione non può che essere collettiva. Dobbiamo tornare a nutrire la
nostra capacità di metterci insieme agli altri e darci da fare per obiettivi
condivisi. Dobbiamo educarci alla cooperazione e alla partecipazione, per
esempio vivendo e sostenendo le tantissime associazioni già attive ovunque in
Italia, che hanno a cuore una sola cosa: il bene comune e il nostro Paese.
5. Nel vostro libro avete parlato anche di Avviso Pubblico. Qual
è secondo lei il ruolo e il valore che hanno associazioni come la nostra?
Avviso
Pubblico ha il merito di mettere in rete enti locali che vogliono condividere
pratiche virtuose e di proporre formazione su temi specifici, come il contrasto
alla corruzione e alla criminalità organizzata. Ad associazioni come Libera e
Avviso Pubblico abbiamo immediatamente pensato di rivolgerci quando ci siamo attivati
come cittadini e come professionisti dando vita all'iniziativa dei Signori
Rossi. Sul nostro sito www.signorirossi.it abbiamo voluto rappresentare il
network di soggetti che promuovono come noi la cultura etica. Il senso
profondo, appunto, è la rete, il fatto di mettersi insieme, e perseguire scopi
comuni. Ed è con soggetti come Avviso Pubblico che miriamo, in futuro, a
rafforzare servizi come SOS Corruzione, attivato sul nostro sito e gestito in
modo del tutto volontario da esperti del tema. Un domani, ci auguriamo che,
grazie all'aiuto di persone competenti e appassionate come don Luigi Ciotti di
Libera e Pierpaolo Romani di Avviso Pubblico, questo tipo di servizio venga
tramutato in uno sportello istituzionale, gestito direttamente all'interno
degli enti locali, come servizio pubblico rivolto a tutti i cittadini.
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